un altro giro (2020)

Confermo le precedenti recensioni, ci ho trovato, specie nel finale, anche un pizzico di poesia

Bel film. Ben scritto e ben diretto.

Forse l'Oscar al miglior film non glielo avrei dato ( è forse un risarcimento al regista per l'indimenticabile "Il sospetto", rimasto a bocca asciutta qualche anno prima? ) ma il film tratta un argomento curioso e lo fa mantenendo un buon equilibrio tra la simpatia dell'esperimento teorico in sé e delle sue dinamiche e la drammaticità di alcune sue conseguenze ( personali e lavorative ). Attori sopra la media, dialoghi spesso brillanti, ritmo non sempre spedito, due ore di durata che alla lunga si fanno sentire. Comunque abbondantemente promosso.

Un film più che buono (basato su di una trovata alcolica abbastanza originale), sopravvalutato, e più tematicamente vicino, evidentemente, a gusti e mentalità danesi rispetto a noi, con situazioni e svolgimenti, è vero, comunque abbastanza banali (ma regia e script rendono il tutto non pesante).

E' un'opera filmica semigoliardica comunque pro alcool, con tutte le controversie che una cosa così si porta appresso.

Però l'Oscar l'avrebbe meritato il ben più coraggioso e riuscito Il sospetto, ad esempio; bene Mikkelsen sempre a suo agio nei ruoli e nei film tra loro più disparati e disperati.

Ma...

Filmetto piuttosto prevedibile.

Da guardare se non si ha di meglio da fare

Bello, soprattutto nel suo finale, così libero e spensierato. Un racconto di accettazione dei propri limiti e sulla crisi di mezza età narrato con sapienti sobrietà e sensibilità; una clamorosa raffigurazione del culto scandinavo del bere e dei dualismi di luci e ombre che si nascondono sul fondo di un bicchiere. Senza intenti moralistici o celebrativi. Il volto segnato dal tempo di Mads Mikkelsen e dei suoi tre comprimari, riflettono tramite la loro intensa mimica tutta l'arida monotonia di una quotidianità fin troppo apatica.

La teoria secondo la quale dovremmo nascere con una quota di alcol nel sangue potrebbe essere valida,dal punto di vista della mente piu' aperta,creativita' e fantasia piu' elevata,pensieri piu' liberi,pero' bisognerebbe avere queste cose senza gli effetti collaterali dell'alcol.Perche',come si vede in questo film,alla fine prendono il sopravvento sui benefici.Infatti questi quattro poveretti iniziano l'esperimento come una cosa scientifica,e poi finiscono a spaccarsi ammerd@ tutti i giorni vivendo in costante stato di alterazione ,rischiando il coma etilico,andando in giro a sboccare nei locali e ad ogni angolo della strada,e provandoci con tutte le ragazze che incontrano come quei due str0nzi di Pio e Amedeo in Emigratis.Il problema del film e' che non fa neanche ridere.Anzi e' noioso ,triiste e ti mette una depressione addosso che neanche un bel cannone mentre lo guardi riesce a metterti un po' d'allegria. Vedi sti 4 str0nzi finire nel baratro delle loro esistenze perche' non riescono piu' a fermarsi.Probabilmente Vinerberg ha avuto problemi con l'alcol o ha avuto dei genitori alcolizzati che lo picchiavano quando era piccolo e ha voluto denunciare questa cosa che l'aclol fa male facendo sto film aberrante e mi spiace per lui, ma sia il premio Oscar come miglio film internazionale e anche il premio Cesar come miglior film straniero se li possono ficcare dietro perche' i casi sono due,o quell'anno,in concorso,c'erano solo film penosi ad uno stato elevatissimo e quindi ha vinto come miglior film per quel motivo,o piu' probabilmente,come al solito gli str00nzxi dell'Academy e gli altri imbecilli del Cesar vogliono far vedere,dandogli questo premio,che sono dei critici cinematografici e apprezzano queste *******te che il pubblico normale non apprezza solo perche' loro capiscono di piu' di cinema,in realta' faceva c@gare anche a loro e sono dei poveri mentecatti ritardati

Vinterberg fa bene a fidarsi ancora una volta di un Mikkelsen straordinario, in una storia ben raccontata, originale ma che sarebbe potuta essere più profonda.
Divertente da vedere.

Merita una visione. Non mi ha colpito particolarmente.

Anche se la storia sembrava interessante e Mads Mikkelsen è un buon attore...il film l'ho trovato decisamente palloso e poco originale oltre che monocorde.

Ho amato moltissimo "Il sospetto", motivo per cui mi costa dover parlare negativamente di questo film. L'inizio, con questa distanza tra prof grigi e di mezza età e giovani incollati ai loro cellulari fa ben sperare. Ed è interessante anche l'idea dell'esperimento alcolico: il problema sta che capito il gioco del mettere in mostra le difficoltà esistenziali di una borghesia acculturata, il film non va a fondo, non ci mostra l'acuirsi delle crepe famigliari ed esistenziali se non a cose fatte, non vuole girare il dito nella piaga ma indugia se infinite scorrerie alcoliche che occupano uno screentime che forse poteva essere usato in modo diverso, per indagare quella borghesia in disfacimento che è tema centrale del cinema di Vinterberg piuttosto che mettere in mostra azioni. Senza voler andare oltre, è un film che si prefigge temi importanti e direi anche piuttosto attuali, salvo non voler mostrare (se non in minima parte) il dolore e la rabbia, che era invece il motivo per cui "Il sospetto" ti entrava sottopelle.

Film interessante che, partendo da una strampalata teoria alcolica, traccia il ritratto di un gruppo di persone di mezza età in crisi, che è poi lo specchio di una generazione. Ottimo il cast con un grande Mads Mikkelsen. Molto bene Vinterberg. Pellicola davvero ben fatta.

Prima di tutto sono contento per il premio ricevuto al cinema di Vinterbeg, regista Danese che ho sempre apprezzato. Ma ritengo che i suoi film migliori siano altri.

Sceglia nuovamente Mads Mikkelsen come protagonista del suo film che passa da maestro accusato di strupro a professore alcolizzato. Un attore versatile e straordinario come sempre.

Curioso e originale il soggetto del film e fondato su basi non troppo lontane dalla realta', poi certo ci vuole equilibrio nella vita e si sa' che con le dipendenze questo è difficile.

Un storia credibile quindi, ben diretta e coinvolgente con un finale tra dramma e ironia che si colloca perfettamente su quelli che sono gli effetti di una sbronza.

Da vedere ma da sobri.

Buon dramedy, Mikkelsen è sempre in parte, di Vinterberg è la prima cosa che vedo, pur conoscendo alcuni suoi film per fama.

Veramente bello. Mads Mikkelsen ancora una volta si conferma attore di un spessore notevole.

Thomas Vinterberg è uno dei miei registi danesi preferiti, assieme a Refn e naturalmente Lars Von Trier. Qui si cimenta con un film che parla dell'"esperimento" di un gruppo di amici che cominciano a consumare alcolici durante tutta la giornata, con conseguenze facilmente prevedibili sul lungo periodo. All'inizio parte come un film quasi ironico, per portare a conseguenze tragiche, un tassello tipico del cinema del regista danese, il cambiamento spesso non è foriero di MIGLIORAMENTO. Come in Dear Wendy i personaggi diventano schiavi della convinzione che li lega a nuove regole, nuovi comportamenti e nuovi oggetti. In Dear Wendy, finiva tragicamente per tutti, qui c'è più di una (naturale) via di uscita, ma non per tutti. Cast al servizio della trama, tra cui spicca ovviamente Mads M. professore "noioso" . Thomas Bo Larsen, insegnante di calcio ed educazione fisica che finisce

SPOILER oltre a Magnus Millang ideatore dell'esperimento. Senza contare l'insegnante di musica, che alla fine aiuterà anche uno dei ragazzi nell'esame di maturità finale. Un bel film comunque, corale, che riflette sulla società, in questo caso scandinava, dove si consumano NORMALMENTE FIUMI DI ALCOOL ma l'alcolismo è nascosto, quasi taciuto, nonostante faccia parte della vita di tutti, dai ragazzi che si sfidano a correre intorno ad un lago fermandosi a bere le bottiglie di birra che trasportano in cassette fino agli adulti.

Gran bel film di Vinterberg
Un po' meno d'impatto rispetto al precedente "Il sospetto" ma comunque intrattiene dall'inizio alla fine grazie ad un idea originale e ben costruita.
Cast coeso e calato nei giusti ruoli.
Ottimo film

Un film sicuramente originale e audace ,sorretto dalla grandissima prova di Mikkelsen ma anche i suoi soci se la cavano bene ..
Un inno alla vita ,alle sue difficoltà e alle possibilità di rivalsa , un pò criptico e ingarbugliato nella prima parte , decisamnete meglio la seconda più scorrevole , empatica e emozionante .
Finale di grande spessore con la prova di Mikkelsen che raggiunge il suo apice .

Collettività alla prova contro il mediocre sballo della vita serve il ballo che immortala un this is the end. Prevedibili dipartite, dirupi scoscesi, esperimenti consapevoli che diventano cospicui, un gioco delle parti, intellettuale a gradazione calcolata, scientifico ma mai oltre la vera materia tracannata, nei bicchieri, nelle menti, di questo popolo controllato che decide di buttare le manette e assecondare le possibilità. Film sorprendente, punch-drunk love.

Mikkelsen straordinario... la sua interpretazione è un buon 80% del film.
Nel complesso non mi ha preso più di tanto: lo spunto era anche interessante, ma, soprattutto nella prima parte, lentissimo e poco convincente, prende quota soltanto dopo circa un'ora.
Come han notato anche altri, rimescola vari film di genere (un po' "La Classe", un filno "l'attimo fuggente" ma in chiave alcolica e visto dalla parte dei prof... qui gli allievi son poco più che uno sfondo).

Sceneggiatura originale e simpatica. Forse un pò lento nella prima parte, in seguito più movimentato. Buona la messa in scena del tema che induce a qualche riflessione sulle modalità con cui i docenti affrontano le nuove generazioni. Carino da vedere!

Freddino, noioso, con appena qualche sussulto di tanto in tanto. Nè la regia, nè gli interpreti riescono a colpirmi più di tanto, tanto meno il racconto che mi sembra appena accettabile e ai limiti del "discutibile". Musica e fotografia sono invece ciò che ho apprezzato maggiormente.
Ma davvero è il miglior film internazionale agli Oscar?!!

un film che trovo molto -di parte-
sorretto dall ottimo Mads Mikkelsen
che in questa opera altalena un poco
tra un interpretazione degna di un artista
e alcuni frangenti meno convincenti
la storia e le vicissitudini incuriosiscono solo a tratti
o risultano sufficentemente -espicate-
non tutti i personaggi sono riusciti
come altrettante scene
un film che comunque intrattiene
ma che poteva secondo me
sicuramente essere fatto anche meglio
poco incisiva risulta il -lato negativo dell alcol-
un film un pò sottotono peccato

È un film ben strano, a pensarci, a tratti sembra "La classe" di Cantet, strizza l'occhio - non so quanto volontariamente - a "Mariti" di Cassavetes, a me ha ricordato perfino "La grand bouffe" di Ferreri. Dal punto di vista psicoanalitico "premia" o forse assolve (altrimenti non sarebbe stato lo stesso se l'avesse girato una donna) questi ultrà quarantenni eterni bambini (Infelici però), inadatti a occuparsi di sé stessi e degli altri. Alcolisti o dipendenti, ma farebbe differenza se fossero donne? Si premierebbe solo una maturità superiore, ma la debolezza umana forse è la medesima. Un film che "trasporta" emotivamente come non mai, specialmente come vademecum sul tasso alcolico di uomini illustri (le didascalie, le immagini di repertorio) con solo un paio di docce fredde verso un epilogo goliardico da post-Musical, ma bastano a garantire uno sconquasso "terreno". Gli amici che si ritrovano distrutti dopo l'ultima, iconoclasta fuga Etilica, con le esistenze in frantumi, sono un momento di Cinema da ricordare. Tuttavia, Kierkegaard o meno, il film di Vintenberg resta quantomeno ambiguo nelle sue intenzioni, essendo troppo leggero per un dramma sociale e troppo impegnativo come commedia. Di fatto è un Inno alla Vita, ma la dipendenza dall'alcool è una cosa seria e le sbronze vere non sono così simpatiche e liberatorie come si vorrebbe far credere. È un film bello e "sentito" ma forse non troppo acuto nell'affronto a una generazione di immaturi che non possono amare come credono la loro vita.

Crisi di mezza età, insegnanti demotivati, matrimoni traballanti: sfaccettature dell'angst kierkegaardiana quant'i suoi 3 "Stadi sul cammino della vita" che, com'afferma quel voluminoso libro, v'affrontata col motto "In vino veritas"? Il binge drinking, la cultura alcolica dei paesi nordici, quale rimedio al puritanesimo calvinista così da ottenere disinibizione dal contratto sociale, vitalità sprigionata, ment'e corpo dionisiacamente liberati, l'inno alla gioia? Purtroppo Vinterberg è ambiguo sin'al punto da far pensare a qualcosa di molto diverso, all'epicureismo del "mangiamo e beviamo poiché domani moriremo".

Mauro Lanari

Film intelligente,ben diretto e interpretato.

Un ritorno attesissimo da me personalmente: la coppia Mikkelsen-Vinterberg che aveva già funzionato ottimamente ne "il Sospetto".
Film imperdibile, anche se non il migliore di Vinterberg ("Festen" e "il Sospetto"appunto), Mads immenso.

Non aggiungo altro se non: puro cinema.

Un altro ottimo Vinterberg ci racconta una storia particolare, assurda, ma molto umana. 4 professori che ormai navigano nell'apatia decidono di provare un esperimento, provare a eliminare buona parte delle proprie inibizioni mantenendo un certo tasso alcolemico fisso nel sangue. L'esperimento però può portare a degli eccessi e, come sappiamo, spesso questi eccessi possono distruggere delle vite fatte di sacrifici.
Spesso Vinterberg si avvale di immagini statiche tipo primi piani per raccontare le loro emozioni
Il mondo attorno è inviso ai nostri 4 professori e quasi si è con loro nel cercare una via d'uscita, una redenzione che non per forza arriverà.
Forse il ritmo lento potrebbe allontanare un pò di spettatori.
Spicca nel cast il solito, mostruoso, Mads Mikkelsen.

Un altro giro non ha la forza di una pellicola come Il sospetto, ma il film di Vinterberg è brillante e piuttosto brioso. Una storia di riscatto attraverso modiche quantita di alcool, elemento che da quel qualcosa in più per rimettere in carreggiata esistenze stantie a livello professionale e spente a livello personale. Gustosi certi momenti come la scelta del candidato nella classe di storia. Un film che ha un finale quasi da musical hollywoodiano e non è fuori dal mondo che questo spaccato danese possa diventare materiale per remake americano, perchè in fondo è una storia universale, adattabile a molti altri contesti.

Divertente film a tratti goliardico e a tratti drammatico basato sull'alcol ed i suoi effetti nel bene e nel male. Non pretende di fare la morale, mostra tante sfaccettature di questa realtà ben presente nella nostra società. Ben riuscito, bravo Mads!

SPOILER

Ottimo film, Ottimo Mads come sempre

Film che nasce da uno spunto curioso e che continua in modo trascinante e coinvolgente. Thomas Vinterberg è un grande regista e l'ha dimostrato con i suoi capolavori "Festen" e "Il Sospetto", ma anche con questo nuovo lavoro dimostra ancora una volta di dirigere e scrivere con originalità i suoi progetti. Inizialmente qualcuno potrà pensare che il film è un inno all'alcol, niente di più sbagliato, perchè i protagonisti non saranno in grado di reggere la situazione, la quale deraglierà progressivamente. E' una pellicola che passa dal dramma alla commedia, per poi tornare al dramma con disinvoltura. Un inno alla vita come dimostra il finale. Bella prova di tutto il cast, su tutti il grandissimo Mads Mikkelsen, che ogni volta tira fuori performance da urlo e anche qui non è da meno.