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KATHARINE HEPBURN

KATHARINE HEPBURN
Vero Nome: Katharine Houghton Hepburn
Data di nascita: 12/05/1907
Luogo di nascita: Hartford - Connecticut - USA
Data di morte: 29/06/2003
Luogo di morte: Old Seybroock - Connecticut - USA
Alteza m 1,71

Seconda dei sei figli di Katharine e Thomas Narval Hepburn, Katharine Hepburn, la più anticonformista delle dive di Hollywood nasce a Hartford, nel Connectict il 12 maggio 1907.
Suo padre, Thomas Norval Hepburn era uno dei più famosi urologhi americani e discendeva da una famiglia di scozzesi che vantava tra i propri antenati un James Hepburn conte di Bothwal, amante della regina Maria Stuarda.
Sua madre, Katharine proveniva, invece, da una delle migliori famiglie di Boston: suffragetta e antesignana del femminismo, fautrice e propugnatrice del controllo delle nascite, diede il suo cognome da nubile a tutti i suoi figli.
Entrambi di idee progressiste, i coniugi Hepburn allevarono i loro sei figli secondo i canoni delle loro convinzioni, che applicarono anche nell'ambito del loro ambiente, attirandosi spesso le critiche dei circoli più conservatori.

L'inspiegabile suicidio del fratello Tom, avvenuto quando Katharine è ancora ragazzina, turba la sua vita di adolescente al punto che per diversi anni ha usato come propria la data di nascita del fratello, tanto che i suoi genitori decidono di non farle frequentarte la scuola pubblica ma di farla studiare in casa, seguita da insegnanti privati.
Superato il trauma, successivamente viene iscritta nel classico college per ragazze bene, il Bryn Mawr di Philadelphia in Pensilvania, dove crebbe dando libero sfogo al suo spirito indipendente e al suo carattere indomito e ribelle.
Appassionata di teatro cominciò a recitare per beneficienza durante le vacanze estive, negli spettacoli femministi allestiti dalla madre, entrando poi stabilmente a far parte della compagnia teatrale del college.
Laureatasi ventunenne in Arte Drammatica, nel 1928, ottenne una lettera di presentazione per una compagnia di Baltimora dove, grazie alla sua estrema determinazione e nonostante i limiti imposti dal suo temperamento aggressivo, riuscì a farsi assumere come attrice principiante.
Inizia così il suo tirocinio artistico, frequentando contemporaneamente un corso di dizione e ballo presso una delle migliori scuole di recitazione di New York.
Dopo pochi mesi debutta a Broadway con la commedia 'These Days' e ottiene un grosso successo con 'A Warrior's Husband'.

Il 12 dicembre 1928 sposa Ludlow Ogden Smith, un importante uomo d'affari di Philadelphia e si licenzia dalla compagnia teatrale per dedicarsi alla famiglia.
Energica e puntigliosa, fece cambiare cognome al marito: cancellando il banale Smith e invertendo gli altri due divenne così la signora Ogden Ludlow. Divorzierà da lui nel 1942

Nel 1932 torna sui palcoscenici di Broadway e ottiene un altro importante successo con 'Animal Kingdom' di Barry.
Ma è interpretando il ruolo di Antiope in 'A Warrior's Husband' di Thompson che viene notata da un talent- scout di Hollywood.
Pochi giorni dopo comincia a girare il suo primo film, "FEBBRE D'AMORE", di George Cukor, strappando alla RKO di David O. Selznick un contratto di 1500 dollari a settimana, quando in teatro ne prendeva solamente 80.
E' il debutto cinematografico della giovane Katharine e l'inizio di una collaborazione straordinaria con Gerge Cukor, che diverrà il regista cardine della sua carriera, che la porterà a girare altri sei film con il maestro del genere 'screwball comedy'.
In pochi mesi il successo del film la fa diventare un personaggio e Hollywood comincia a fare conoscenza con questa eccentrica e spregiudicata debuttante dal carattere grintoso e puntiglioso.
Testarda e padrona di sè, ma anche colta ed emancipata, saprà trasformare la sua bellezza, raffinata e anticonvenzionale, in uno strumento di irresistibile fascino; e saprà resistere, per quasi mezzo secolo, al tempo e alle mode, mutando registro recitativo e passando, grazie alla straordinaria capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi, dai ruoli di ragazzina sbarazzina e sentimentale a quelli di moglie tenera e indipendente e da quelli di donna afflitta ma battagliera a quelli di zitella vecchia e sconsolata...

Intanto gira un film pensato originariamente per la più nota Ann Harding, il melodramma "LA FALENA D'ARGENTO", di Dorothy Arzen, che narra di un'abile e spericolata pilota d'aerei che sceglie di morire in volo, lanciando il suo bimotore in volo cieco, quando, accortasi di essere incinta, comprende che il suo amore per un uomo sposato è senza futuro.
Katharine crea così una nuova immagine di donna, libera, sicura, spigliata, dotata di senso di umorismo e, soprattutto, che sa coniugare alla perfezione la bellezza all' intelligenza, restando profondamente e intimamente femminile.

La pellicola che la impose definitivamente facendole vincere il primo dei suoi quattro premi Oscar (a fronte di dodici candidature) fu "LA GLORIA DEL MATTINO", di Lowell Sherman, del 1933.
Il film che descrive, con una certa dose di ironia, il mondo di Broadway e la galleria dei personaggi che gli gravitano intorno, è la storia di un'attrice, Eva Lovelace, caotica e presuntuosa, dai suoi primi passi artistici, compiuti grazie all'amicizia di un produttore e di uno sceneggiatore, al successo che le arride quando, alla vigilia della prima, viene scelta per sostituire l'attrice protagonista, rivelatasi troppo onerosa.
Il successo della pellicola e il riconoscimento che l'Academy tributa alla sua performance recitativa la proiettano nel Gotha di Hollywood, che comincia così ad adattarsi e a tollerare questa diva testarda e determinata, che gli esercenti americani ben presto soprannomineranno 'veleno dei botteghini'.

Con il successivo "PICCOLE DONNE", di George Cukor, la Hepburn comincia la sua carrellata di personaggi di ragazza romantica e sognatrice, racchiusa nel suo mondo di affetti ma, al tempo stesso, ingenuamente spregiudicata, che la Hepburn sa incarnare con naturalezza e intelligenza da attrice consumata.
Il film, ambientato verso la metà dell'ottocento a Concord, nel Massachussets, che racconta la storia delle quattro sorelle March e dei loro problemi seri e meno seri, tra sogni d'amore e voglia di emancipazione, in cui la Hepburn interpreta il ruolo di Jo March, la più anticonformista e fantasiosa delle quattro ragazze. E' la terza trasposizione (dopo quelle mute del '17 e del '18, rispettivamente di A. Butles e di H. Knoles, e prima di quelle che seguiranno nel 1949 di M. Le Roy con ELIZABETH TAYLOR e nel 1994 di G. Armstrong con Wynona Ryder) del romanzo omonimo di Louisa May Alcott, e mantiene intatto lo spirito rosa del libro, riuscendo ad illustrare perfettamente il clima vittoriano e l'ambiente della società americana della metà del XIX secolo, che la regia di Cukor sa rappresentare, attualizzandoli e vivificandoli con intelligenza e perspicacia.

Il film seguente, invece, "ARGENTO VIVO" ('33), di John Comwell, non ottenne il successo auspicato e rappresentò una battuta d'arresto nella lanciatissima carriera della Hepburn, che si rifà alla grande l'anno successivo con "AMORE TZIGANO", di Richard Wallace che, sullo sfondo della rivolta degli abitanti di una cittadina tessile della Scozia contro i bassi salari, narra della storia d'amore tra un giovane pastore e una misteriosa zingara, sotto le cui mentite spoglie si nasconde una vera lady.
Nel 1935 ci sono le felici caratterizzazioni di Costance Dani Robert in "QUANDO SI AMA" di Philip Moeller e di Alice Adams in "PRIMO AMORE" di George Stevens.
Segue il ritratto romanzato di Pamela Thistewait, l'antesignana del femminismo, in "UNA DONNA SI RIBELLA", di Mark Sandrich e il ruolo di Sylvia Scarlett, la ragazza che, costretta a fuggire da Marsiglia perchè il padre, un imbroglione patentato è ricercato dalla polizia, si traveste da maschio per far perdere le sue tracce, si unisce ad una compagnia di attori ambulanti e 'ridiventa' femmina quando si innamora di un pittore, nel più originale e anticonformista dei film di George Cukor, "IL DIAVOLO E' FEMMINA", in cui incontra per prima volta il suo partner ideale, CARY GRANT, con cui darà vita ad una serie di successi tra i più eclatanti della storia della commedia leggera, vestendo spesso i panni della vittima delle macchinazioni e degli inganni di lei.

Per John Ford, nel 1936, nello storico "MARIA DI SCOZIA", interpreta il ruolo di Maria Stuarda, regina di Scozia (proprio la regina che era stata l'amante del suo antenato paterno), dall'amore per Lord Bothwel (che verrà mai chiamato per nome ma solo menzionato con l'appellativo nobiliare) al conflitto con la cugina Elisabetta d'Inghilterra, dalla prigione alla condanna a morte, una ricostruzione storica poderosa, sostenuta da un impatto visivo efficace e adeguatamente spettacolare, che il regista ritenne non soddisfacente, a causa del montaggio eseguito, secondo lui, non a regola d'arte dopo la sua partenza.
Anche nel ruolo di Phoebe Throssel in "DOLCE INGANNO", di Geroge Stevens, la zitella che si trasforma nella spumeggiante cugina Livvy per riconquistare l'uomo che ama, la Hepburn ci offre una performance recitativa che da sola sorregge interamente un film dalla sceneggiatura improbabile e poco convincente.
D'altronde straordinaria la Hepburn lo è costantemente, come quando in "PALCOSCENICO", di Gregory La Cava interpreta il personaggio di una miliardaria aspirante attrice che, grazie ai soldi di papà, soffia il ruolo all'attrice protagonista dello spetacolo che si sta allestendo. Quando questa si suicida, l'evento sconvolge a tal punto la giovane viziata che riesce a tirar fuori un inaspettato talento artistico.

L'amore per il PALCOSCENICO la spinge a tornare a recitare in teatro e nel 1938 ottiene un clamoroso successo con la commedia di Philip Barry 'The Philadelphia Story', tanto che illustri critici scrivono di lei in termini più che entusiastici.
Il successo è talmente grande che immediata arriva la trasposizione cinematografica dell'opera teatrale, originando il film di culto "INCANTESIMO", diretto in modo impeccabile dal fidato regista Cukor e interpretato in coppia con l'amico di sempre, CARY GRANT.
La storia è quella di una ricca e capricciosa ereditiera e della sua superficiale sorella, la quale manda a monte il suo matrimonio con un giovane brillante ma spiantato. Toccherà a lei il gradito compito di consolarlo.
Un'interpretazione perfetta, sofisticata, in grande stile, una serie di battute a raffica, saggi di virtuosismi gestuali che fanno di lei una stella di prima grandezza e del film uno dei capolavori indiscussi della commedia brillante.
Ancora insieme la coppia Hepburn/Grant gira "SUSANNA", di Howard Hawks. Parabola della perdita progressiva della libertà da parte del maschio (tema ricorrente in quasi tutte le altre commedie di Hawks), il film narra di una ricca ereditiera e del suo cucciolo di leopardo, e di un paleontologo a cui i due riescono a sconvolgere la vita, rovinandogli il matrimonio e cacciandolo in una esilarante girandola di guai.
Veramente inseparabili i due attori, all'apice delle loro carriere, nel 1940 partecipano al film di George Cukor "SCANDALO A PHILADELPHIA".
Commedia sofisticata, dialoghi brillanti, andirivieni amorosi, la pellicola offre a Cukor l'occasione di sfoderare una sottile critica all'eccentricità dei ricchi e alla coppia Hepburn - Grant, ai quali si aggiunge uno strepitoso JAMES STEWART, di rappresentare la storia d'amore di una coppia di borghesi benestanti, i quali, dopo aver divorziato, vengono fatti riappacificare da un solerte reporter, che riesce a domare il caratterino ribelle della donna, impedendole di risposarsi con il figlio di un noioso politico.

Nel 1942 la Hepburn incontra l'attore Spencer Tracy ed è subito grande amore.
L'attore del Wisconsin rappresenterà per venticinque anni l'uomo della sua vita; insieme nella vita e sullo schermo saranno l'immagine della coppia comune per antonomasia: l'uomo schietto e simpaticamente burbero, la donna emancipata quanto basta ma estremamente femminile.
Il sodalizio artistico-sentimentale, durato fino alla scomparsa di lui, si concretizzerà in campo artistico, nei nove film girati insieme durante i successivi venticinque anni della loro vita in comune.
L'incontro con Tracy avvenne nel 1941 sul set di "LA DONNA DEL GIORNO".
Lei, forte del successo di "SCANDALO A PHILADELPHIA", impose alla produzione, senza nemmeno conoscerlo personalmente, il nome del poco noto Spencer Tracy, restando talmente soddisfatta della sua recitazione che accettò di buon grado che nei titoli di testa il nome dell'attore figurasse prima del suo.
Il film di George Stevens, che narra le traversie coniugali di un cronista sportivo e di una commentatrice politica attaccata al suo lavoro, tra litigi, ripicche, fughe e compromesso finale, è una deliziosa commedia, dalla quale, successivamente, è stato tratto un musical per Broadway.
Reduci dal successo del film, la coppia gira successivamente "PRIGIONIERA DI UN SEGRETO", un film inchiesta di George Cukor, che racconta di un giornalista che, indagando sul passato di un politico, acclamato eroe nazionale dopo la morte, scopre, vincendo le resistenze della vedova, che in realtà il defunto era un fascista e tramava un colpo di stato.

Nel 1943 la Hepburn interpreta "LA TAVERNA DEL PECCATO", di Frank Borzage e l'anno successivo "LA STIRPE DEL DRAGO", di Jack Conway e Harlod S. Bouquet tratto dal romanzo omonimo di Pearl S. Buck. Il film è ambientato nella Cina al tempo dell'invasione giapponese, quando la vita di una famiglia viene sconvolta dall'arrivo dei soldati nipponici con i figli che prima scappano sui monti poi, insieme alla cognata (la Hepburn, appunto) organizzano un valoroso centro di resistenza.
Il film dell'anno successivo è ancora una commedia, "SENZA AMORE", di Harold H. Bouquet, che l'attrice gira insieme a Spencer Tracy, un lavoro di routine in cui interpretano rispettivamente i ruoli di uno scienziato e di una sua collega vedova. Costretto a recarsi a Washington per motivi di studio, viene accolto in casa di lei, dove, superato l'iniziale disagio, a poco a poco l'amicizia si trasforma in un sentimento più profondo.

Ottime performance la Hepburn le offre anche in "TRAGICO SEGRETO", di Vincent Minnelli e in "CANTO D'AMORE", di Clarence Brown.
Il primo è un melodramma esageratamente eccessivo in cui l'attrice interpreta il ruolo dell'ingenua sposa di un ricco industriale, la quale, quando scopre che la ricchezza del marito deriva da un vecchio delitto, si prodiga incessantemente, insieme al fratello, per risarcire i figli del defunto.
Il secondo è la biografia romanzata della vita e della storia d'amore tra Clara Wieck e suo marito, il grande compositore Robert Shumann, e dei loro rapporti con Johannes Brahms e Franz Liszt.
Torna insieme a Spencer Tracy nel 1947 per interpretare, sotto la direzione di un quasi esordiente Elia Kazan, il melodramma "MARE D'ERBA", in cui la vediamo ricoprire il ruolo della giovane moglie di un ricco e dispotico latifondista, nel New Messico del 1880. Quando rimane incinta del rivale del marito, costui la scaccia e per vendetta si tiene il bambino. Si ritroveranno vent'anni più tardi dopo la tragica morte del ragazzo.
Il quarto film in coppia con Spencer Tracy è "LO STATO DELL'UNIONE". Considerato il testamento spirituale di Frank Capra, il film narra di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti che, accortosi di essere stato strumentalizzato da un gruppo di industriali corrotti, si ritira dalla competizione, salvando così anche il suo matrimonio.
In "LA COSTOLA DI ADAMO" di George Cukor, la Hepburn e Spencer Tracy sono una coppia di coniugi magistrati che si ritrovano a difendere, l'una contro l'altro, lei le ragioni di una donna che ha tentato di uccidere il marito e lui quelle dell'uomo stesso, fedifrago incallito. Battaglie tra i sessi e arringa femminista della Hepburn, che anticipa le future posizioni ideologiche e politiche che l'attrice assumerà nel corso degli anni successivi, fanno della pellicola un cult della commedia impegnata e lo stereotipo del successo del cinema hollywoodiano nel mondo.

Gli anni '50 la portano ad affrontare, senza esitazioni, lo scomodo ruolo di zitella, permettendole, al tempo stesso, di tratteggiare, forse con meno brio, ma certamente con più consapevolezza, le frustrazioni e le inquietitudini che affligono la solitudine di una donna nubile e matura.
A questo proposito, impossibile dimenticare la zitella missionaria di "LA REGINA D'AFRICA", di John Huston, in cui duetta con un grande HUMPHREY BOGART, cinico e alcolizzato, durante la fuga sul lago Vittoria a bordo di uno scalcagnato battello, davanti all'avanzare delle truppe tedesche, dove troveranno anche il tempo di innamorarsi.
Oppure la campionessa un po' stagionata che intesse un romanzetto rosa con il suo allenatore di tennis, in "LUI E LEI", di George Cukor.

E come non restare affascinati, in "TEMPO D'ESTATE", di David Lean, dalla matura insegnante votata allo zitellaggio, se non fosse che, durante una vacanza a Venezia, un affascinante antiquario non le facesse vivere una momentanea felicità, facendole così riscoprire la voglia d'amare!

Gli anni '50 sono anche gli anni in cui rompe il contratto con la MGM e comincia a lavorare solo come indipendente, trattando direttamente con i produttori, film e ruoli da interpretare.
Ha un fiuto eccezionale: negli anni successivi, tra il 1952 e il 1972, su dieci pellicole interpretate ottiene sei candidature agli Oscar come miglior attrice protagonista.

E' ancora una spiritosa zitella (il suo personaggio si chiede se: 'una donna può prendere lezioni per diventare donna?') alla quale, in "IL MAGO DELLA PIOGGIA", di Joseph Anthony, uno strano predicatore, che promette la pioggia durante un periodo di prolungata siccità, fa perdere la testa, se non ci si mettesse lo sceriffo che lo accusa di essere un truffatore cercando di arrestarlo.
Sul finire degli anni '50 la Hepburn è protagonista di "LA SOTTANA DI FERRO", di Ralph Thomas, tentativo malriuscito di rifare 'Ninotcha'; di "LA SEGRETARIA QUASI PRIVATA", in cui rischia, pur essendo una segretaria dalla memoria di ferro, che il suo capufficio la sostituisca con un computer; e, soprattutto, del capolavoro di Joseph L. Mankiewicz, "IMPROVVISAMENTE L'ESTATE SCORSA". Il film è tratto dal dramma omonimo di Tennessee Williams, ed è la storia di una ricca vedova che, dopo aver perso l'unico figlio in circostanze misteriose, cerca di corrompere MONTGOMERY CLIFT, primario in un ospedale psichiatrico, offrendogli una grossa somma di denaro, a patto che faccia lobotomizzare la giovane nipote, con la scusa che, avendo assistito alla morte del cugino, è rimasta traumatizzata dall'evento; ma in realtà per coprire l'inconfessabile verità dell'accaduto.
Ancora una intensa interpretazione la Hepburn la offre nel dramma "IL LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE", di Sidney Lumet, tratto dall'opera autobiografica di Eugene O'Neil, sulle drammatiche tensioni che esplodono in una famiglia in disfacimento del Connecticut. Alla notizia che il figlio minore è affetto da tisi, i quattro (padre taccagno, madre drogata, figlio malato e fratello alcolizzato), chiusi in casa, mettono a nudo le loro speranze frustrate e i loro fallimenti.

Il secondo premio Oscar come miglior attrice, la Hepburn lo conquista nel 1967 con il film "INDOVINA CHE VIENE A CENA?", di Stanley Kramer, in cui una coppia di coniugi progressisti (Hepburn e Tracy) viene messa in crisi dall'annuncia che la figlia ha come nuovo fidanzato un medico di colore. Gag, battute brillanti, piccoli razzismi quotidiani per una commedia che trasuda buoni sentimenti, ma trascura i veri problemi di fondo. Nel ruolo della figlia della coppia debutta nel cinema la nipote della Hepburn, Katharine Hougthon.
Il film rappresenta l'ultima apparizione di Spencer Tracy sugli schermi, il quale, gravemente malato, morirà qualche settimana dopo la fine delle riprese.

Nonostante il luttuoso avvenimento, il carattere forte e tenace della Hepburn fa sì che in breve riesca a superare il dolore, dedicandosi con più determinazione nel suo lavoro e nella sua sfolgorante carriera.
Anzi è proprio questo il periodo in cui dà il meglio di sè, sia come donna impegnata socialmente e politicamente, sia come artista dotata della straordinaria capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi, cinematografici o teatrali che siano.

Si aggiudica così il terzo premio Oscar con il ruolo di Eleonora d'Aquitania, la moglie di Enrico II il Plantageneto, re d'Inghilterra, in "IL LEONE D'INVERNO", di Anthony Harvey; il film, sceneggiato da James Goldman, adattato da una sua piece, rilegge in chiave intimistica, il momento in cui, la vigilia del Natale 1183, il sovrano convoca nel castello di Chinon, la consorte e i tre figli per scegliere l'erede al trono, scatenando così gelosie, rancori, intrighi e tradimenti che sfociano nel parricidio.

Altrettanto successo lo riscuote a Broadway nel musical 'Coco' (la storia di Coco Chanel) che raggiunse l'incredibile record di 332 repliche, con il pubblico elettrizzato, in fila per vedere lo spettacolo e soprattutto per ammirare lei, ultrasessantenne dal fascino irresistibile e dal cervello che non ammette repliche.
Non sarà questo l'ultimo successo teatrale perchè tornerà sul PALCOSCENICO nel 1976 con 'A Motter of Gravity' di Edith Bagnold, e poi nel 1981 con 'The West Side Waltz' di Ernest Thompson.

Nel 1969, invece, porta sullo schermo, per la regia di Bryan Forbes, la commedia "LA PAZZA DI CHAILLOT", tratta da Jean Giraudoux, in cui, anziana e irriducibile romantica, insieme alla sua corte dei miracoli, riesce ad opporsi efficacemente ad un gruppo di speculatori che vorrebbero trivellare un vecchio quartiere parigino per ricercare il petrolio.
Insieme ad altre tre grandi interpreti (Vanessa Redgrave, Geneviève Bujold e Irene Papas) dà vita alla decaduta regina Ecuba in "LE TROIANE", che il regista cipriota Michael Cacoyannis adatta da una tragedia di Euripide, che racconta la storia delle donne della distrutta città di Troia, viste nel momento in cui sono costrette a seguire, come schiave o concubine, i vincitori greci.
Nella pellicola successiva, "UN EQUILIBRIO DELICATO", di Tony Richardson, lei moglie sostanzialmente appagata, si immedesima nei conflitti e nelle nevrosi di una coppia di amici in crisi coniugale, che esplodono nei giorni in cui sono ospiti in casa sua.

Nel 1975 si cimenta, per la prima volta nella sua carriera, in un film western, "TORNA "EL GRINTA"", di Stuart Millar, con John Wayne che riprende il personaggio di successo dello sceriffo dai modi un po' troppo spicci, qui impegnato nell'impresa di recuperare un carico d'armi trafugato da una banda, alla cui riuscita la Hepburn presta il suo determinante contributo.

Poi per sei anni si ritira dagli schermi, ma il ritorno, salutato dalla conquista del 4° premio Oscar, è trionfale.
E' protagonista, infatti, insieme ad Henry Fonda e alla figlia di lui, Jane, del romantico e malinconico "SUL LAGO DORATO", di Mark Rydell, che racconta di due anziani coniugi che ricevono la visita della figlia, che si presenta a casa loro accompagnata dal figlio del fidanzato. Dopo l'iniziale diffidenza, tra il bambino e i vecchi coniugi nasce un sentimento di grande affetto.
Nella successiva pellicola, "AGENZIA OMICIDI" di Anthony Harvey, la Hepburn dà vita al personaggio di un'anziana signora che assiste all'omicidio del suo padrone di casa. Stanca e delusa dalla vita, il giorno dopo si rivolge allo stesso killer perchè faccia altrettanto con lei.
Nell'ultimo film girato, "LOVE AFFAIRE" di Genn Gordon Caron, l'ormai novantenne attrice si ritaglia un piccolo cameo come madre di WARREN BEATTY.

Si spegne serenamente il 29 giugno 2003, all'età di novantasei anni.

I suoi film, quelli grandi, quelli buoni e anche quelli meno buoni, hanno segnato per oltre mezzo secolo la storia del cinema mondiale.
Le sue interpretazioni hanno fornito e continuano a fornire l'imput a generazioni di attori che non erano ancora nati quando lei si proponeva di rappresentare lo spirito 'femminista' e 'anticonformista', ancora sconosciuto all'epoca, a tal punto che la più antihollywoodiana delle dive di Hollywood sarebbe attualissima ancora oggi.

FILMOGRAFIA

1932 - Febbre di vivere regia di George Cukor
1933 - La falena d'argento regia di Dorothy Arzner
1933 - La gloria del mattino regia di Lowell Sherman
1933 - Piccole donne regia di George Cukor
1934 - Argento vivo regia di John Cromwell
1934 - Amore tzigano regia di Richard Wallace
1935 - Quando si ama regia di Philip Moeller
1935 - Primo amore regia di George Stevens
1936 - Una donna si ribella regia di Mark Sandrich
1936 - Maria di Scozia regia di John Ford
1937 - Dolce inganno regia di George Stevens
1942 - La donna del giorno regia di George Stevens
1943 - La taverna delle stelle regia di Frank Borzage
1944 - La stirpe del drago regia di Jack Conway e Harold S. Bucquet
1945 - Senza amore regia di Harold S. Bucquet
1946 - Tragico segreto regia di Vincente Minnelli
1947 - Canto d'amore regia di Clarence Brown
1948 - Lo stato dell'Unione regia di Frank Capra
1952 - Lui e lei regia di George Cukor
1956 - Il mago della piogia regia di Joseph Anthony
1956 - La sottana di ferro regia di Ralph L. Thomas
1969 - La pazza di Chaillot regia di Bryan Forbes
1971 - Le troiane regia di Michael Cacoyannis
1973 - Un equilibrio delicato regia di Tony Richardson
1975 - Torna "El Grinta" regia di Stuart Millar
1978 - Olly, Olly Oxen Free regia di Richard A. Colla
1994 - Love affair - Un grande amore regia di Glenn Gordon Caron
1932 - FEBBRE DI VIVERE regia di George Cukor
1933 - FALENA D'ARGENTO regia di Dorothy Arzner
1933 - GLORIA DEL MATTINO regia di Lowell J. Sherman
1933 - PICCOLE DONNE (1933) regia di George Cukor
1934 - ARGENTO VIVO (1934) regia di John Cromwell
1934 - AMORE TZIGANO regia di Richard Wallace
1935 - PRIMO AMORE (1935) regia di George Stevens
1935 - IL DIAVOLO E' FEMMINA regia di George Cukor
1935 - QUANDO SI AMA regia di Philip Moeller
1936 - MARIA DI SCOZIA regia di John Ford
1936 - UNA DONNA SI RIBELLA regia di Mark Sandrich
1937 - PALCOSCENICO regia di Gregory La Cava
1937 - DOLCE INGANNO regia di George Stevens
1938 - INCANTESIMO regia di George Cukor
1938 - SUSANNA regia di Howard Hawks
1940 - SCANDALO A PHILADELPHIA regia di George Cukor
1941 - LA DONNA DEL GIORNO (1941) regia di George Stevens
1942 - PRIGIONIERA DI UN SEGRETO regia di George Cukor
1944 - LA STIRPE DEL DRAGO regia di Jack Conway
1946 - TRAGICO SEGRETO regia di Vincente Minnelli
1947 - MARE D'ERBA regia di Elia Kazan
1947 - CANTO D'AMORE regia di Clarence Brown
1948 - LO STATO DELL'UNIONE regia di Frank Capra
1949 - LA COSTOLA DI ADAMO regia di George Cukor
1951 - LA REGINA D'AFRICA regia di John Huston
1952 - LUI E LEI regia di George Cukor
1955 - TEMPO D'ESTATE regia di David Lean
1956 - LA SOTTANA DI FERRO regia di Ralph Thomas
1956 - IL MAGO DELLA PIOGGIA regia di Joseph Anthony
1957 - LA SEGRETARIA QUASI PRIVATA regia di Walter Lang
1959 - IMPROVVISAMENTE L'ESTATE SCORSA regia di Joseph L. Mankiewicz
1962 - IL LUNGO VIAGGIO VERSO LA NOTTE regia di Sidney Lumet
1967 - INDOVINA CHI VIENE A CENA? regia di Stanley Kramer
1968 - IL LEONE D'INVERNO regia di Anthony Harvey
1969 - LA PAZZA DI CHAILLOT regia di Bryan Forbes
1971 - LE TROIANE regia di Michael Cacoyannis
1973 - UN EQUILIBRIO DELICATO regia di Tony Richardson
1975 - AMORE FRA LE ROVINE regia di George Cukor
1975 - TORNA EL GRINTA regia di Stuart Miller
1979 - IL GRANO E' VERDE regia di George Cukor
1981 - SUL LAGO DORATO regia di Mark Rydell
1984 - AGENZIA OMICIDI regia di Anthony Harvey
1992 - L'EVASO E LA SIGNORA regia di George Schaefer
1994 - LOVE AFFAIR - UN GRANDE AMORE regia di Glenn Gordon Caron
1994 - UN'AMORE SENZA ETA' regia di Anthony Harvey

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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 29/05/2006

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