Recensione the housemaid (2010) regia di Sang-soo Im Corea Del Sud 2010
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Recensione the housemaid (2010)

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locandina del film THE HOUSEMAID (2010)

Immagine tratta dal film THE HOUSEMAID (2010)

Immagine tratta dal film THE HOUSEMAID (2010)

Immagine tratta dal film THE HOUSEMAID (2010)

Immagine tratta dal film THE HOUSEMAID (2010)

Immagine tratta dal film THE HOUSEMAID (2010)
 

"The Housemaid" è la reinterpretazione, 50 anni dopo, del film di Kim Ki-young, pietra miliare del cinema sud coreano. Il regista e sceneggiatore Im Sang-soo crea una versione molto personale: "le similitudini con l'originale sono un 30%, per il resto ci ho messo del mio" spiega l'autore. Questo perché non era interessato a fare un semplice remake, ma attraverso la storia che vi si racconta, affrontare alcune tematiche sociali d'oggi, che gli stanno a cuore.

Euny viene assunta come domestica da una ricca famiglia. Il marito, Hoon, sta tutto il giorno fuori casa per lavoro e la moglie, Hera, è incinta del secondo figlio. Euny si occupa anche della loro primogenita, una bambina sveglia e amorevole. Dopo poco, Hoon seduce la ragazza, con la quale instaura rapporti carnali notturni. La governante in capo, accortasi che Euny è rimasta incinta, lo rivela alla madre di Hera e ciò scatenerà una serie di conseguenze inattese.

L'idea di realizzare questo progetto è in piedi già da tempo, il produttore Jason Chae aveva pronta sia la sceneggiatura che il cast. In un secondo momento lo ha proposto a Im Sang-soo, che ha voluto riscrivere completamente la sceneggiatura per esserne l'autore integrale. Entrambi i film offrono una rappresentazione fedele della società coreana: quello di Kim Ki-young esprime la società dell'epoca; l'intento di Im Sang-soo è stato quello di rispecchiare l'evoluzione e lo stato della società nel 2010.

Nel film sono delineati gli straricchi, coloro i quali possono permettersi tutto, ma che sono aridi di sentimenti e passano sopra a quelli degli altri con la noncuranza che la loro posizione gli permette. Hoon vuole essere un re e nei confronti di Euny si sente tale. Tutti gli debbono obbedienza e gli intrighi che vengono orchestrati nella sontuosa villa sono degni di una corte.

Il regista ha delineato sapientemente ogni più piccolo aspetto dei rispettivi personaggi, facendo emergere le peculiarità di ognuno attraverso i comportamenti, gli sguardi e i gesti, mai una parola di troppo.
Inoltre ha voluto mostrare come questa elite aspiri ad essere come gli europei, diventandone un'imitazione. Queste persone sono colte, sorseggiano e degustano il vino, suonano il pianoforte, tutti atteggiamenti europei che sottolineano il loro benessere rispetto alla massa. Le famiglie ricche in Corea hanno un potere illimitato in qualsiasi ambito, sia esso politico, economico, istruttivo e via dicendo. La situazione vigente sono loro a determinarla, non è un problema di regime ed è questo ciò di cui Im Sang-soo parla nel suo The Housemaid, mescolandovi un thriller erotico.

In questo, come in altri suoi film, la protagonista è donna: ci sono quattro donne appartenenti alla vecchia (la madre di Hera e la governante in capo) e alla nuova generazione (Euny ed Hera) e a due classi sociali ben marcate, ovvero le due domestiche e le due padrone di casa. Tutto ciò che accade coinvolge queste quattro donne, che decidono e agiscono, Hoon è fuori dai giochi una volta commesso l'adulterio e per la sorte di Euny subisce il loro volere.

Euny è  l'incarnazione della purezza, l'unico personaggio veramente libero, la sola che non si sottomette mai, che reagisce a quanto gli viene fatto. La sua vendetta è sottile, atta ad arrecare un danno non fisico ma psicologico.

Di qui in avanti la recensione contiene degli spoiler; se ne sconsiglia pertanto la lettura a chi non avesse ancora visto il film.

L'epilogo del film lascia in sospeso l'effetto traumatico che il gesto ha sulla bambina, osservatrice della storia e specchio di tutto ciò che le accade intorno. Lei si affeziona a Euny, la vede una persona buona e onesta, come nessuno mai prima. Nell'inquadratura finale la bambina in primo piano rappresenta la speranza, che la generazione che verrà potrà essere forse diversa.

Nel prologo e nell'epilogo è presente un suicidio: di quello con cui si apre il film non è dato sapere nulla, ma fin da subito si scorge come avvenga nella totale indifferenza delle persone, che continuano ad andare ognuno per la propria strada nel traffico assordante. Lo stesso dicasi per i due coniugi, nel finale, che continuano la loro vita come se nulla fosse accaduto, troppo presi da loro stessi (è bastato assumere altre domestiche). Inoltre, a posteriori, l'atto che Euny commette permette di comprendere come anche la prima ragazza avesse sicuramente delle ragioni altrettanto forti e ha trovato in questo l'unico modo di ribellarsi e che fosse tale da avere un certo impatto.

Lo stile, la scelta delle inquadrature, la fotografia, l'ambientazione, tutto rende questo film corposo e attraente. La scelta degli attori è calzante: Lee Jung-jae esprime l'egocentrismo di Hoon già nel volto, del resto come non ricordare la splendida interpretazione in Il Mare (2000) di Lee Hyun-seung dove era il suo corpo e il suo sguardo a parlare.

"The Housemaid" è un film di notevole bellezza, che saprà coinvolgere anche l'occhio più avvezzo.

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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 31/05/2011 15.14.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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