Recensione the lego movie regia di Phil Lord, Christopher Miller USA, Australia 2014
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Recensione the lego movie (2014)

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locandina del film THE LEGO MOVIE

Immagine tratta dal film THE LEGO MOVIE

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Quando Emmet, un comune, anonimo operaio LEGO, trova il misterioso "pezzo forte" nel cantiere dove lavora, viene scambiato per il "prescelto" e coinvolto nella lotta segreta tra Mastri Costruttori, paladini della creatività e Lord Business, che vuole raggiungere l'ordine definitivo incollando il mondo di mattoncini. Con l'aiuto di un manipolo di Mastri Costruttori indisciplinati, tra cui Batman e un astronauta LEGO anni Ottanta di nome Benny, Emmet dovrà trovare un modo per impedire la realizzazione del folle piano di Lord Business, e sprigionare tutta la creatività che ha dentro...

Non era facile avere fiducia in un progetto del genere. Un film ispirato a un brand commerciale nasce sotto la cattiva stella del richiamo pubblicitario e della sfacciata strategia di marketing. Gli esempi recenti e non, sono molteplici e tutti negativi. Inoltre, se il brand in questione è LEGO (per i non esperti: non sono "i" LEGO, non sono "le" LEGO e non si scrive "Lego"), risulta davvero arduo trasferire i punti di forza dell'esperienza ludica in un film: costruire con i mattoncini è un'esperienza creativa, sensoriale, libera, divertente - privarla della sua componente interattiva e "analogica" poteva essere deleterio e certamente era il grande problema che un progetto di questo genere poneva agli autori. Da qualche anno, il gruppo LEGO si è aperto al licensing (incorporando e rielaborando intelligentemente franchise come Star Wars e i supereroi Marvel e DC) e al multimedia, quindi un lungometraggio cinematografico non era esattamente un salto nel buio, sebbene un conto sia realizzare un corto con il logo Star Wars o DC, un conto esporsi in prima persona con una storia originale.

"The LEGO Movie" invece, nonostante evidenti sbavature, riesce nell'impresa impossibile: modellare tutti gli aspetti dell'esperienza LEGO attorno ad una trama coerente e credibile. I meriti sono di Phil Lord e Chris Miller, già autori di "Piovono Polpette". Il loro merito è aver capito cosa c'è dietro il successo ultradecennale dei mattoncini danesi e alla base della passione di milioni di persone di ogni età. Non aver tradito quello spirito, infondendo il film di colore, creatività e ironia è stata la mossa vincente.
Dal punto di vista squisitamente cinematografico, l'orgia visiva e creativa della prima parte è ridimensionata da un finale conciliante e in parte contraddittorio, che risente sicuramente della volontà di indirizzare il film principalmente a quel 95% di clienti (dati reali) composto di bambini.

Per godere a pieno della ricchezza del film e di come le citazioni della storia LEGO siano state perfettamente integrate nella storia di Emmet, bisognerebbe essere "costruttori attivi", membri della vastissima comunità internazionale che grazie al web si riunisce quotidianamente per discutere i nuovi set o mostrare le proprie creazioni e collezioni al mondo intero. Il film è comunque accessibile a tutti, è divertente, ma probabilmente molti spettatori adulti alla lunga potrebbero trovare stancante il ritmo esasperato, o incomprensibili certe gag: il personaggio di Benny, l'astronauta "anni Ottanta" è ad esempio un omaggio centratissimo a tutti quelli cresciuti con i temi classici LEGO: il dettaglio del casco spaziale spaccato al centro è uno dei numerosi omaggi alla storia personale di chiunque abbia giocato con i set LEGO da piccolo. A tutti, giocando, si è spaccato almeno un casco. Questa cura dei dettagli avvince lo spettatore/fan, mentre allo spettatore normale (o accompagnatore di bambini) restano le pur numerose gag su Batman, Superman e Star Wars (tutti presi benevolmente in giro, alla faccia della cupezza che la Warner sta riservando ai supereroi DC in carne e ossa), oltre ai richiami alla critica dell'omologazione della società di massa, tema che viene però trasformato e in qualche modo addomesticato con il colpo di scena finale, molto astuto, anche se prevedibile da un certo punto in poi e anch'esso probabilmente abbastanza difficile da capire completamente per i bambini.

"The LEGO Movie" è un film con personaggi LEGO che vivono in un mondo regolato dalla fisica dei mattoncini LEGO, in cui i personaggi stessi sono divisi tra costruttori esperti e semplici esecutori di istruzioni, esattamente come avviene nel mondo reale. La gamma di gag e soluzioni narrative che queste scelte si portano dietro è infinita (e si era già notata nei corti a tema Star Wars usciti per il mercato Home Video), e dal punto di vista visivo "The LEGO Movie" è stupefacente. Un misto di stop motion e animazione in CG, "The LEGO Movie" porta sul grande schermo un universo vastissimo e dettagliatissimo, che meriterebbe una visione frame per frame per godere di ogni dettaglio e inside-joke infilato nelle scene dagli autori.

La trama è un enorme plot device, ennesima variazione sul tema "tutti sono speciali", che però nel contesto LEGO assume una veste originale quando ad essere speciale è un omino LEGO "comune" (di quelli con il viso giallo con il semplice sorriso, senza "aggiunte" ...altro inside-joke centratissimo, peraltro). Il difetto è purtroppo il voler ricondurre tutto a una morale edificante, che ricorda - per fare un paragone scomodo - un po' quella de "Il Mago di Oz" per la poca coerenza con quanto mostrato per tutto il film. Se nel film con Judy Garland sembra un po' forzato che il Kansas sia un posto più desiderabile di Oz ("There's no place like home"), così in "The LEGO Movie" la parabola della cooperazione e dei risultati ottenuti seguendo le regole stride con l'inno alla creatività della prima parte del film. Si avverte, in questo repentino cambio "filosofico" della parte finale, il compromesso tra la creatività artistica e le esigenze commerciali.

Il sequel è già in cantiere, i set ispirati alle scene del film sono già nei negozi, la critica ha apprezzato: l'operazione THE LEGO MOVIE può dirsi riuscita. In un periodo non particolarmente brillante per l'animazione, questo film è una gradevolissima sorpresa, nonostante i suoi limiti.
Un'avvertenza: se non siete (più) amanti dei mattoncini di Billund, fate attenzione, potreste avere una ricaduta pericolosissima e precipitarvi nel primo negozio di giocattoli a tiro. A quel punto, nulla potrà salvarvi.

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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 05/03/2014 15.45.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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