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22ND OF MAY regia di Koen Mortier

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  15/05/2018 10:11:54 » Rispondi
In funesto anticipo sugli attentati che hanno scosso il Belgio negli ultimi anni, Koen Mortier sfrutta il vigliacco attacco di un kamikaze all'interno di un centro commerciale per mettere in piedi un limbo esoterico, in cui le vittime dell'esplosione si aggirano senza darsi pace.
Tutte si rivolgono a Sam, presentato in modo sbrigativo nei minuti che aprono il film; uomo solo nel suo squallido appartamento, gesti meccanici ne dettano i tempi per raggiungere il posto di guardia giurata proprio pochi minuti prima di essere travolto da quel caos di urla calcinacci, polvere e corpi straziati, disperazione e dolore.
Trascinato a terra, vivo o morto non è dato sapere, funge da apripista per una dimensione parallela e surreale, posizionata all'interno di una città fantasma, svuotata, privata addirittura dei cartelloni pubblicitari e di qualsiasi colore. All'interno di essa anime rancorose, disperate, malinconiche, innamorate, implorano Sam, manco fosse una sorta di divinità in grado di cambiare il passato, di riavvolgere quel tempo con cui Mortier gioca sagacemente, destrutturando la narrazione e spalmandola su più piani temporali.
Il senso di colpa di colpa attanaglia il protagonista ancora una volta, troppo disattento o semplicemente apatico, come accaduto tempo prima col lutto di cui si deve far carico ogni giorno
L' umanità circostante non sta certo meglio, quadro di disperazione assoluta in cui lo spazio per la speranza è soffocato da quella che è probabilmente la visione moderna dell'inferno.
Evitando di dare connotazione politica, giustificando con squilibrate motivazioni personali le gesta dell'assassino, Mortier sembra beffarsi della disperazione delle sue anime incapaci di accettare il trapasso, mettendo alla berlina con sprezzante distacco l'incomprensibile pervicacia di chi vuole riprendersi una vita che in fondo non ha nulla da offrire.