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OPPENHEIMER regia di Christopher Nolan

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stratoZ     7½ / 10  24/08/2023 16:16:03 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Oppenheimer è una tipica storia americana, forse la più tipica possibile, Nolan punta su un soggetto realmente accaduto e di mastodontica importanza per narrare l’amara, ma non troppo, America in un periodo simbolo del novecento. Se un lavoro così importante sulla bomba atomica al cinema non era ancora stato portato, il maccartismo e il fenomeno sinusoidale - che non dista neanche troppo dai grafici sulle detonazioni mostrati nel film - dell’opinione pubblica con annesse conseguenze non è di certo nuovo.

L’opera nella sua lunga durata va a concentrarsi su più questioni, la prima parte è un pizzico banale e dialogato excursus sulla necessità del male, fondamentalmente: il costo umano della bomba atomica comunque è minore di quello di una eventuale continuazione della guerra o ancora peggio di una eventuale arma atomica sviluppata prima dai nazisti, viene continuamente tirato in ballo questo dilemma, anche esplicitamente e probabilmente viene nominato così tante volte perché per i personaggi è un lavaggio temporaneo della coscienza. Argomento interessante si, nuovo certamente no, però è portato ad un'estremizzazione interessante.

Andando avanti col minutaggio invece emergono ancora di più gli aspetti psicodrammatici della conseguenza delle proprie azioni - sebbene facciamo attenzione, non sono dirette, e Nolan ha il tempo di sottolineare anche questo nell’incontro con Truman - però boh raga la tematica è interessantissima, ma la regia con queste svarionate dei flash e delle persone viste da Robert con la pelle ustionata non è che sia il massimo dell’originalità, forse guadagna qualche punto con gli applausi “sordi”, ma vabbè serve per il continuo della trama e arrivare agli eventi post guerra.

Oppenheimer ha i sensi di colpa e per questo si rifiuta di collaborare al progetto della bomba H. - attenzione che qui emerge un altro significato interessante come quello dell’orrore che viene compreso e metabolizzato dall’uomo solo dopo che l’ha vissuto in prima persona, la bomba atomica su Hiroshima ne è stato un esempio, a detta dello stesso protagonista “proprio perché è stato visto l’orrore che causa che non si utilizzerà più”, interessante significato antropologico dell’opera che potenzialmente scatena una riflessione nello spettatore anche sullo sviluppo della civiltà occidentale, la bomba atomica è un esempio ma è facilmente applicabile anche a fenomeni molto vicini al filo narrativo del film come fascismo e nazismo -

Da qui in poi la pellicola si dedica a giocare con l’ipocrisia americana e sposta la critica ad istituzioni, maccartismo, opinione pubblica, media e via dicendo.
Partendo dal presupposto che fin da giovane Oppenheimer è stato vicino al Partito comunista d’America è interessante vedere quanto questo non sia stato neanche considerato nel momento in cui dava i suoi benefici alla nazione e quanto invece ci sia stata una caccia alla strega nel momento in cui vi è stato qualche conflitto, perlopiù verbale, con gente importante - ma attenzione a ricordarsi che erano situazioni e periodi storici diversi -

La conclusione è facilmente intuibile anche non conoscendo la storia - ma conoscendo un minimo gli archetipi cinematografici americani - ed esplicita ancor di più l’ipocrisia di fondo, è una critica forte, anche se viene da chiedersi, quanti altri biopic l’hanno fatto? Tanti.

Parlando della messa in scena, che potrebbe passare in secondo piano in un film così fitto di dialoghi e narrazione serrata, interpretazioni a mio parere altissime, Cillian Murphy si sa che è un grande attore, Downey Jr. col suo viscidissimo Strauss stupisce e dimostra di saper andare oltre le macchiette per cui è famoso, Damon è un po’ ingabbiato nella durezza del personaggio che cerca una memorabilità di fondo che l’ho vista in maniera caricaturale.

La regia di Nolan per quanto articolata e con qualche spunto lisergico non offre grandi sprazzi, ma è funzionale e adatta all’opera in questione che vuole verosimiglianza e una narrazione spedita, paradossalmente solo perché si tratta di lui sono contento non abbia strafatto e reso le cose troppo complicate - cosa che lo ha fatto zoppicare nella sua seconda parte di carriera a mio parere -
Poi vabbè. fotografia, effetti speciali e colonna sonora - stranamente non c’è il fedele Zimmer - a grandi livelli, così come il sonoro, aspetti tecnici semplicemente inattaccabili.

In definitiva, lo trovo un film quasi antologico per l’enorme quantità di informazioni che tira in ballo, ma attenzione non soltanto sulla questione atomica o sul personaggio di Oppenheimer quanto sulla storia e mentalità americana. Nolan realizza quello che a mio parere è il suo miglior film da almeno 15 anni, asciuga un po’ il suo stile ridondante e da spazio al pensiero e alla narrazione, sebbene non sia un portento di originalità e sia leggermente didascalico nella messa in scena - ma lo capisco considerata l’enorme fetta di pubblico che vuole attirare - è dominante nella coscienza dello spettatore.