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ROTTING IN THE SUN regia di Sebastián Silva

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stratoZ     6½ / 10  01/04/2024 22:53:20 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

“Rotting in the sun” è un thriller parecchio particolare, un po’ spiazzante che mischia tanti stili e significati diversi, che sembra portare lo spettatore in una direzione per poi cambiare totalmente, basti vedere la prima parte, che parla di Sebastian Silva, che poi sarebbe il regista stesso del film, che vive questa sua personale avventura professionale, per cercare di realizzarsi, durante una vacanza in una spiaggia per nudisti omossessuali conosce Jordan Firstman, un noto influencer che è anche un fan dei lavori di Sebastian, che proverà a convincerlo a lavorare al suo progetto, che in realtà a Sebastian non piace proprio, ma in alcune scene chiave, come la videochiamata con i produttori, si renderà conto di essere per forza di corse costretto a farlo se vuole andare avere un po’ più di visibilità e successo, la prima parte prende questa piega con delle divagazioni da pura commedia nera, scherzando anche col suicidio, spesso meditato da Sebastian e la dipendenza da droga, inizialmente sembra questa sorta di divertissement, molto sopra le righe, a tematica artistica ed esistenzialistica, con l’artista perennemente insoddisfatto e mai a suo agio col mondo esterno, con questa visione palesemente nichilista in cui buona parte dei personaggi sono visti sotto una cattiva luce - almeno dal punto di vista di Sebastian -, per un motivo o per un altro, espicativo al riguardo il dialogo fuori dalla festa tra Sebastian e Jordan, in cui l’artista sfoga tutta la sua frustrazione con anche un pizzico d’invidia per il successo di Jordan ottenuto con contenuti da lui considerati banali e per la massa.

E poi arriva il turning point, con Sebastian che si decide a collaborare con Jordan e lo chiama per farlo venire a lavorare con lui, ma nel frattempo la domestica si mette nei guai, causando indirettamente l’incidente che farà perdere la vita a Sebastian, ma soprattutto non denunciando e occultando il cadavere, da lì in poi emerge tutta la componente thriller, con una suspense che diventa inizialmente crescente, come si vede nelle scene in cui Jordan prova ad aprire le varie porte, e con i vari indizi che inizia a scovare, venendo smorzata però ogni tanto dall’umorismo nero che comunque pervade la pellicola, sfociando spesso nel grottesco, come si vede in diversi siparietti che siano tra Jordan e la domestica - come quello finale che diventa l’exploit dell’assurdo - ma anche la scena dei poliziotti che finalmente arrivano a casa, questo sottile umorismo unito alla drammaticità della situazione da al film una buona verve di fondo, aiutato pure dallo stile grezzo che applica l’autore, pieno di riprese con camera a mano, una fotografia artefata il meno possibile, molto rimandante ad alcune opere del dogma95 - con cui ne condivide lo spirito umoristico di fondo - e un impianto sonoro prettamente cacofonico, basato sui rumori continui dei cantieri e dei lavori che vi sono in casa, che arriva a diventare anche abbastanza fastidioso nel lungo periodo ma è in perfetta sintonia per provare le sensazioni del protagonista.

Silva dirige un film interessante, non epocale ma incuriosisce parecchio, dallo stile provocatorio, umoristico e spiazzante per lo sviluppo narrativo, è un prodotto indipendente valido.