lukemccaine 10 / 10 01/07/2006 01:30:03 » Rispondi Trent' anni esatti dopo Orizzonti di Gloria Kubrick chiude il suo conto con la guerra, e lo fa con un film che gli è pari in grandezza e perfettamente complementare. Infatti, se in orizzonti di gloria la guerra veniva vista come macrocosmo, immenso scacchiere per generali ove i pedoni sono tutti uguali e sacrificabili, in questo Full Metal jacket la prospettiva cambia completamente, i protagonisti diventano i soldati, lo scenario il microcosmo delle loro anime che verranno indelebilmente cambiate dall' orrore del conflitto del Vietnam ( e dell' addestramento che lo precede). A differenza della precedente opera, infatti, Kubrick focalizza l'attenzione sui singoli soldati semplici, delineando per ciascuno di essi una diversa reazione nei confronti del conflitto, e in fondo infondendo in ciascuno di essi un po' del suo stesso pensiero. Pur avendo in mente di non fare un altro film smaccatamente antimilitarista è impossibile non riscontrare il suo pensiero nel sarcasmo pungente del protagonista soldato Joker ( il quale porta un distintivo della pace sull' uniforme perchè è una "cosa Junghiana") o nella paura , nel terrore di un uomo destinato al fronte pur non essendo palesemente all' altezza (palla di lardo, non vi dico cosa gli succede tanto lo sapete già tutti, ma funge in qualche modo da trait d'union con i tre condannati di orizzonti di gloria, come a dire che nessuno può sfuggire all'insensatezza del proprio destino) o nel nichilismo assoluto di Animal (che per questo si rivela perfetto per la guerra) . fanno da corollario altri personaggi, Cow Boy, TouchDown, Doc J invero abbastanza anonimi ma delineati comunque con sufficiente realismo. la guerra è un inferno, l'agghiacciante figura del mitragliere sull'elicottero, probabilmente divenuto ancor più pazzo dello stesso palla di lardo. il sergente Hartman, che pensa di fortificare, preparare alla guerra un gruppo di reclute alla maniera dei marines non rendendosi conto, o forse fregandosene del fatto che alcuni non ne uscivano affatto fortificati ma bensì distrutti. mezzo film al centro di addestramento di parris island, metà in Vietnam ( in questo caso le scene vennero girate in inghilterra). come in orizzonti di gloria, il nemico non si vede mai, se non uno alla fine, anche se non è il genere di nemico che ti aspetteresti, nè quello che ti renderebbe orgoglioso sconfiggere. il film è inoltre una colossale presa per il **** nei confronti dei film di John Wayne, specialmente nel Vietnam alla cowboy e indiani del bruttissimo i berretti verdi. a parte le frequenti imitazioni che Joker fa dell' attore questo si nota anche nella scena in cui sono tutti in cerchio davanti al cadavere di un loro commilitone ucciso in prossimità del congedo (nei film di guerra di Wayne per strappare un po' di lacrime c'è sempre uno che schiatta il giorno prima del congedo e i berretti verdi non fa eccezione) e ognuno dice qualcosa. era vicino al congedo dice uno. perche? chiede un altro. perchè si faceva dieci seghe al giorno. dieci?almeno dieci, fa eco un terzo. sublime. ormai pare chiaro che per me questo film è un capolavoro, degna prosecuzione e completamento del film del '57 e a mio umile avviso il più bel film sulla guerra del vietnam mai fatto ( il cacciatore e platoon non sono nemmeno paragonabili a questo e Apocalypse Now pur iniziando in uno scenario di guerra finisce col diventare tutt'altro tipo di film e quindi usa a mio avviso il conflitto bellico solo come sfondo).
"noi cantiamo tutti insieme viva topolin..." solo un vero genio poteva concepire un finale del genere. un finale ove questi ragazzi la cui innocenza e entusiasmo sono stati letteralmente strappati via da una giornata di orrore bellico cercano di recuperarli con questa canzoncina della loro infanzia. il soldato Joker vivo, e vicino al congedo non ha più paura, un' altra cosa del bambino che era in lui che non esiste più, perchè cose peggiori di quelle che ha appena vissuto non esistono. avanzano in formazione in mezzo alle rovine in fiamme che alzano fumo nella notte e assieme al fumo si alza un coro: VIVA TOPOLIN!