Jellybelly 10 / 10 19/09/2006 00:54:42 » Rispondi Capolavoro assoluto di Bertolucci, avviluppato nel proprio nichilismo. Paul, vedovo fallito di mezza età, ricrea nell'Appartamento una nuova identità che lo vede dominatore, forte, sicuro di sè; l'annullamento della propria individualità gli permette di rinascere e rifugire dal grigiore e dalle insicurezze che la vita gli continua a riservare. Jean, d'altro canto, è una ragazzina che alterna e sostituisce una finzione ad un'altra, affascinata ora dall'una, ora dall'altra; quando la finzione regina nata nell'Appartamento trova il proprio naturale epilogo, lei ne rifiuta la fusione con la realtà, arrivando ad annientarne ogni traccia, fino in fondo, razionalmente e gelidamente. L'animo umano scandagliato come raramente si era osato prima, e come difficlmente si riuscirà in seguito. Menzione particolare merita - ovviamente - l'interpretazione sublime di Marlon Brando, in grado di rivestire il proprio personaggio ora di un carisma ed un fascino innaturali, ora del pallido grigiore del fallimento.
frine 19/09/2006 02:36:12 » Rispondi Ebbene sì. Secondo me varrebbe la pena di soffermarsi anche sul suicidio della moglie, impietosa anticipatrice del nichilismo del marito, e sulla vestaglia che accomuna Paul e il rivale, sottolineando la rilevanza dell'assente. In fondo Paul è già morto. La ragazzina non può far altro che posticipare l'inevitabile. Lo conferma l'urlo di Paul sotto il ponte della ferrovia- un lungo, straziante grido, come quello di Munch. Parigi è pericolosa per gli Americani...vedere "The Dreamers".
Jellybelly 19/09/2006 09:04:42 » Rispondi E sì, sarebbero moltissimi gli aspetti su cui soffermarsi... Per quanto ami Bertolucci ho trovato invece the dreamers abbastanza vuoto, lontano anni luce dalla carica emotiva, sensuale, passionale e nichilista di ultimo tango.
Io poi rifletterei anche sul fatto che in realtà non si vede alcun colpo di pistola, nè sangue: si sente solo lo sparo, ma non è quello ad uccidere Paul, il cui destino è segnato nel momento stesso dello squarcio del velo della finzione.
frine 21/09/2006 01:41:03 » Rispondi Certo un confronto fra "Ultimo tango" (ah, in questo momento Bertolucci ne sta parlando su Rai Edu) e "The Dreamers" non può che andare a scapito del secondo. Eppure secondo me "The dreamers" è un film accattivante e intrrigante, soprattutto per i cinefili;-) "Lo accettiamo, lo accettiamo, è uno di noi!"
Jellybelly 21/09/2006 13:23:09 » Rispondi Freaks... Ma il fatto che il film funzioni solo quando fa del citazionismao dovrebbe far riflettere!
frine 22/09/2006 02:09:31 » Rispondi Effettivamente il citazionismo è il suo (unico?) punto di forza. L'analisi socio-politica è invece molto debole: sembra quasi che le manifestazioni di piazza fossero l'unica possibilità di sfogo per le energie represse di tanti giovani viziati e insoddisfatti.... Chissà, bisognerebbe pensarci su;-)
antoniuccio 06/10/2006 13:01:33 » Rispondi Bel commento, quasi l'incipit di una recensione. A me non piace per nulla Bertolucci, ma il tuo modo di fare invoglia a rivederlo. Adesso non saprei che voto dargli...
Jellybelly 06/10/2006 18:54:40 » Rispondi Rivedilo! L'ultimo tango è una poesia, merita più visioni. Che poi Bertolucci spesso si lasci prendere la mano dalla pomposità e dalla ridondanza è vero, ma non è questo il caso, a mio parere.
antoniuccio 18/10/2006 17:18:41 » Rispondi Beh, da uno che adora "Io abballo da sola..." :-)
Jellybelly 18/10/2006 18:51:45 » Rispondi Carestia e pestilenza a chi mi tocca quel capolavoro!