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ERAGON regia di Stefen Fangmeier

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Chtorrian     3 / 10  30/12/2006 00:49:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando Big Jim incontra Barbie Raperonzolo...
Liberamente (MOLTO liberamente) tratto dall'opera originale (ehm, ehm!...) di Paolini.

Partendo dalla considerazione che nel passato si sono visti numerosi esempi di bei film girati da attori reali e poi convertiti in animazione, secondo me l'unica grande innovazione di questo film è l'aver convertito con attori in carne ed ossa le scene originariamente girate facendo recitare i bambolotti della Mattel, il tutto in un formato "DivX-like" che, tranne poche sequenze, penalizza la fotografia conferendo un tono da produzione pomeridiana per Italia 1.
Non saprei altrimenti spiegarmi né la così "ricca" espressività dei personaggi, Eragon(Speleers)-faccia-di-plastica in primis (Nota: se ben ricordo, almeno il Big Jim aveva la possibilità di cambiare tra due volti, premendo il pulsante sulla schiena...), né il loro sottile spessore psicologico, né la grande profondità (da intendersi però nel senso della povertà abissale) dei loro dialoghi.
In particolare, le battute, la voce e la recitazione (se così si può chiamare) di Saphira sembravano proprio quelle del drago-bambolotto parlante che si trovava nei negozi qualche anno fa in corredo alla Barbie sopra citata; l'unica
cosa positiva è l'animazione del drago stesso, ma d'altronde, con le tecnologie attuali, sarebbe stato SCANDALOSO il contrario!
Anche l'elfa è al di sotto delle aspettative... a parte il ruolo di Barbie della situazione, cosa gli rimane del personaggio originale? Nel Gran-Palio-del-Drago/Giuoco-dell'Oca che questo film altri non è, sembra proprio che il Giocatore Eragon sia incappato nella casella "Stai fermo un turno + Vai a salvare l'elfa" (assieme all'altro babbeo di Murtagh che, poveretto, aveva pescato solo la carta "Vai al Castello di Durza senza passare dal Via e aspetta il drago delle 18:15") per poi portarsela appresso fino all'Arrivo; ci mancava poi di privarla delle orecchie a punta... abbastanza per indurre alla violenza anche il più pacifico dei Vulcaniani.
Quali conclusioni, quindi? Come già detto da altri, probabilmente Paolini ha visto in sogno un messaggero celeste di D.io Dollaro in persona, ed ha venduto i diritti della propria opera, e s'è svenduto, per il classico piatto di lenticchie (beh, d'accordo, un po' più di un piatto...), bruciando quello che, potenzialmente, poteva promettere più di quanto ha mantenuto.
In conclusione, per quanto riguarda la stesura del terzo libro e di eventuali altre sceneggiature, consiglierei a Paolini e agli altri autori di andare a battere sul marciapiede, con le tastiere, i loro lavori.