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BARRY LYNDON regia di Stanley Kubrick

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Terry Malloy     10 / 10  23/03/2007 21:25:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il più bello di Kubrick, il più completo, il più spettacolare, il più intenso, il più capolavoro.
il linguaggio di Kubrick in campo cinamtografico è stupendamente stupefacente, ha una padronanza della regia fuori dal comune, ha la capacità di dialogare con il pubblico tramite l'armonia perfetta tra colonna sonora, utilizzo della macchina da presa, fotografia, sceneggiatura, interpretazioni, ambientazioni etc... e questo ha reso possibile la realizzazione di un capolavoro assoluto (e l'etimologia è perfetta: ab.solvo=sciolgo da, libero perchè appunto si stacca dagli altri film) che conserva in tre ore un fascino e una bellezza di rara memoria.
tutto il film è accompagnato dalla fredda e ironica voce di Kubrick che racconta con toni manzoniani le vicende di Barry Lindon personaggio ambiguo nella prima parte del film, ma terribilmente centrato e rappresentativo nella seconda: Redmond è l'Uomo nel suo cammino di errore, è l'Uomo nel suo lato decadente e ciò esprime un cinismo sconosciuto nei lavori precedenti di Kubrick sebbene Rapina a Mano Armata e Il Bacio dell'Assassino siano forti segnali d'allarme. vediamo come la cultura esistenziale del regista raggiunga l'apice nel raccontare i "disaster" di Barry: il rapporto col figlio, col figliastro, con la moglie, nella società, nel mondo, nell'esercito e soprattutto Kubrick si concentra nel nucleo famigliare poichè base della società e del futuro attraverso la progenie. Kubrick con inedita capacità visiva rappresenta la decadenza in cui un uomo può cadere, l'abisso infernale che porta alla morte interiore con un ritratto fortemente fedele e realistico del 1700. ritroviamo il tipico anti-militarismo con più ironia di FMJ tramite il gaglioffo Quin caricatura dell'ufficiale tipo-inglese e con (qua diventa più amaro) il personaggio di Tool, il bestione picchiato da Barry, infatti entrando nel simbolismo dei nomi già visto in Arancia Meccanica e Dott. Strangelove notiamo come "tool" in inglese significhi "arnese" ossia l'uomo diventa un oggetto dello stato arruolandosi nell'esercito.
ma la cosa che più stupisce e incanta di Barry Lindon è che il film non è altro che una serie di quadri di un'esposizione (anche se la colonna sonora non è di Mussorskij!) accompagnata dalla struggente, potente, lamentoso, austero concerto per violoncello di Vivaldi e da altre opere di Bach, Mozart, Shubert e Haendel, la musica è la vera protagonista, è il vero punto di vista del regista più della simpatica voce fuori-campo che incornicia il film, per non parlare della meravigliosa fotografia (Kubrick eccelle nella sua primaria arte, proprio in questa pellicola) ottenuta con illuminazione naturale che rende vivi e sfumati i colori al punto da ferire gli occhi abbagliati dalla maestosità di questa realizzazione, per non parlare dei bellissimi costumi ad opera di Milena Canonero allieva di Kubrick e vincitrice di tre oscar, e infine per non parlare delle inquadrature, delle pose, delle situazioni, prese da quadri autentici ritraenti la vita dell'epoca e a una perfezione del genere non possiamo che inginocchiarci