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SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA regia di Pier Paolo Pasolini

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Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag     10 / 10  13/12/2007 23:47:54 » Rispondi
Pasolini , pensiero pulsante in cerca di “contatto”

Ascoltare la voce di Pasolini per sentire un pensiero pulsante pieno di vita,
spesso pieno di tristezza, ma mai di rassegnazione, il sognatore non può rinunciare al sogno,
alla possibilità di trasfigurarsi verso nuovi orizzonti, dove i pensieri prendono forma utopica,
nutrendosi di speranza, una speranza “cristiana”, un cristianesimo passionale, sensibile, corporeo, come il Gesù del “Vangelo secondo Matteo”, dove domina la “VITA”, il cuore, la passione,
la rabbia verso l’ingiustizia “terrena”.
Non basta essere grandi eruditi per essere poeti, il poeta vive il proprio tempo con profonda umanità, cammina tra la gente nutrendosi di vita. Il filosofo erudito spesso è un poeta fallito, esprime la propria frustrazione rifugiandosi in una “masturbazione” del pensiero, perdendo contatto con il corporeo “contatto vitale”, senza il sentire l’altro, il pensatore rischia di ingabbiarsi in una serie di cerchi concentrici, gironi infernali, dove ciò che domina è la “MORTE”, il pensiero diventa “fredda arroganza”,istituzione, potere, repressione, tortura,uccisione del giovane pulsante di vita e di eros, nel film Salò o le 120 giornate di Sodoma domina la MORTE, figlia mostruosa del delirio d’onnipotenza fisica ed intellettuale, dove “DEMONI” nutriti dal seno del nichilismo etico, torturano le giovani prede, nulla ha più valore, la vita può essere calpestata gratuitamente da demoni con volti deformati in espressioni mostruose ed in sorrisi malefici.
Pasolini mostra un “incubo reale” fatto di crudeltà e violenza, perversioni mostruose che forano la determinazione
storico-ideologica del fascismo, scorrendo come sangue sporco nella nostra società “Libera e Democratica” e nelle istituzioni , dove di libero e democratico resta ben poco.
Si! Il sistema è ancora crudele e violento, repressivo, nazifascista!
Il mascheramento della crudeltà, una maschera rossa che danza, mietitrice di sogni e signora della peste dell’omologazione che rende schiavi della “Metropolis”,esseri non umani, alienati e trasformati in robot, programmati alla ripetizione quotidiana della “giornata di produzione” e ridotti ad oggetti non pensanti in quanto ripetitori di “chiacchiere”.
Un bel film, sicuramente non un capolavoro assoluto, è
“Crash - contatto fisico” di Paul Haggis,
dove l’assenza di contatto viene ripetutamente sottolineata, siamo distanti, rinchiusi in scatolette di metallo ed in squallide stanze, per avere il contatto dobbiamo scontrarci,
distruggere le barriere della quotidianità opprimente, che ingabbiano la nostra esistenza,
superare la cultura del “sospetto totale” che porta solo odio, disprezzo e folle solitudine.



Mika