tylerdurden73 9 / 10 08/01/2010 16:46:16 » Rispondi Era da tempo che non rimanevo così scosso ed estasiato dopo la visione di un film di fantascienza.In realtà “Moon” è molto di più che un buon film di genere,oltre infatti ad essere indiscutibilmente un piccolo capolavoro,appare come una profonda riflessione sulla fragilità umana e sulla perdita dell’identità,non solo strettamente legata alla spersonalizzazione del singolo ma più radicalmente ancorata alla sfera del nostro animo,ossia a ciò che gelosamente custodiamo attraverso memoria e sentimenti,quell’insieme di fattori posseduti,conosciuti e molto spesso ostinatamente amati che si imprimono lungo il percorso vitale.Dilungarsi oltre comporterebbe svelare retroscena importanti,ma è doveroso soffermarsi anche sul monito lanciato dalla pellicola,all’interno della quale viene offerto uno scenario inquietante ad opera di quel potere che storicamente utilizza l’individuo “comune” per il proprio benessere. Duncan Jones,figlio di David Bowie,debutta come meglio non poteva,sciorinando una cultura fantascientifica,cinematografica e letteraria,da manuale,non limitandosi a riprodurne le suggestioni in maniera scolastica, ma rivisitandole con grande capacità creativa.E così che scenografie e ambienti prendono consistenza quasi tangibile e che Gerty,robot della base che all’uso del linguaggio accomuna delle eloquenti emoticons,diventa un moderno HAL 9000,vero protagonista della storia assieme allo straordinario Sam Rockwell,che emaciato o meno recita divinamente.Toccante e affranto è il simbolo dell’uomo alla deriva,senza più coordinate conosciute e porti sicuri in cui rifugiarsi,la sua alienazione è la nostra,riconoscibile all’interno di una società volutamente improntata sull’individualismo e il godimento personale. Il film di Jones è praticamente perfetto,la sceneggiatura scivola via senza intoppi e dove può sorgere qualche dubbio questo viene fugato dallo svolgimento della vicenda.Nemmeno la colonna sonora lascia il tempo che trova,sicuramente tra le migliori degli ultimi anni,suona malinconica e commovente rispecchiando al meglio le emozioni devastanti che si provano guardando questo gioiello. Freddo e solitudine ci invadono,trasmesse dagli occhi di un uomo che può solo soffermarsi nel buio dell’assordante silenzio spaziale ad ammirare quel luogo in cui alberga(va) la sua ragion d’essere.Sconvolgente.
Pasionaria 08/01/2010 20:22:36 » Rispondi Bel commento appassionato, Alessandro! Il film ti è piaciuto davvero tanto, eh?
tylerdurden73 08/01/2010 21:59:06 » Rispondi Grazie Rita... si,mi ha colpito profondamente :)