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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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G.di Montmirail     10 / 10  17/04/2004 16:06:07 » Rispondi
Se poeta è colui che in un determinato momento sintetizza ed esprime
ciò che era il sentimento di molti ma che pure non riusciva a trovare
compiutamente espressione allora Gibson è poeta nel senso più vero,
perchè dà voce,voce straziante a quell'idea di amore inconcepibile ed
immenso di cui un'umanità sofferente e disorientata avverte l'esigenza
ma spesso non osa nemmeno più domandare.
La rappresentazione trasposta di un mondo assetato di sangue
finalmente appagato nel suo sadomasochismo ripetitivo e senza speranza?
O piuttosto quella di un mondo che sperimenta drammaticamente la violenza e la malvagità senza alcuno sconto ,eppure ancora in grado di riconoscere una
una possibilità travalicante.

Grazie Mel.


maremare  17/04/2004 16:33:19 » Rispondi
Gentile G.,
registro, con piacere, che per te non esiste solo il popolo 'bue', ma anche quello 'gregge'.
Insomma, di bovini agli ovini il passo è breve..
G.di Montmirail  17/04/2004 20:00:19 » Rispondi
Ueilà Maremare che piacere ritrovarti!
Scommetto che in giro c'è anche fratel Comparo...
Certo che è una vera iattura questo film per la sempre
più inutile cultura laicista.
Pensa ,a proposito di popolo bue, che c'è gente che è tornata al
cinema dopo anni e chiede se la Domenica le sale sono aperte.
A presto :-)))))
maremare  18/04/2004 10:18:08 » Rispondi
Caro Don G.,
noto, con piacere, che l'eccitazione scaturita dalla visione di questo film sanguinolento ti ha portato a recensire in abito da lavoro.
In effetti, pensandoci bene, non è vestito più o meno così anche il Conte Dracula? :-))

Comq., a parte gli scherzi, appare emblematico che chi ha dato 2 alle Invasioni barbariche gioisca per questo prodotto cinematografico.
Perchè qua di prodotti cinematografici si parla, e questo è un brutto film.
Però anche se vogliamo rimanere solo sui contenuti, come ami fare tu, il film rimane pessimo.

Se Mel Gibson voleva sottolineare la cattiveria degli uomini, non credo avessimo bisogno del suo film.
Basta volgere lo sguardo, adesso, agli avvenimenti iracheni.
Ma se voleva definire il senso della Passione, allora è fuori strada.

Capisco che i preti e i fedeli più bigotti, di queste immagini truci e sanguinose, possano compiacersi.
In fondo devono pur dire alla gente che le sofferenze di Cristo non erano cosa da poco, che erano sofferenze davvero, inflitte veramente al corpo dell’Uomo, e che per noi Egli ha davvero sofferto.
Superiamo, diranno loro, questi stereotipati simbolismi, queste croci dorate, questi Crocifissi oggetto di discussioni politiche come simboli da esporre o no.
Capisco le tue preoccupazioni, Don G., nel dovere riempire le sale almeno la Domenica!

Ma se il lavoro dell’opera d’arte è quello di cogliere il punto centrale del problema, e se qui il punto centrale è quello di cogliere l’immenso dolore mentale, il peso tremendo di chi non ne può più, di fronte alla cattiveria degli uomini, e di chi offre il proprio dolore per la loro redenzione, Mel Gibson ha fallito l'impresa.
Se si insiste, si preme, si scompone, si anatomizza il dolore fisico, se troppe grida, troppo sangue, troppa violenza invadono il corpo, si restituirà forse la verità, ma una verità minuscola.

In questo modo l’opera d’arte fallisce lo scopo, perché così la cronaca di un corpo maciullato si fa strada e rimane dominante, uccidendo 'lo spirito' che anima una creazione artistica.

Confronta il film di Gibson con quello, bellissimo, poetico, di Pasolini.
Ma ho il sospetto che tu apprezzi di più Gibson, sia come uomo che come artista..
(sigh!)


G.di Montmirail  18/04/2004 12:47:56 » Rispondi
Egregio, premesso che il titolo di Don non mi compete se volessimo
ridurre il tutto a una questione esclusivamente dottrinale dovremmo
almeno constatare l'apprezzamento per il film in ambito non cattolico e perfino non cristiano.

Esprimere un giudizio su un film avente per oggetto la figura di Cristo
in maniera indipendente dalle proprie convinzioni in fatto di fede
forse è umanamente impossibile.Particolarmente nel caso in cui l'azione
riguardi quasi esclusivamente il momento centrale della Passione e
l'interpretazione artistica conseguente ad una precisa assunzione di
significato.Da qui una certa estremizzazione nelle opinioni.
Ma tra chi vota 1 e chi assegna il massimo alla pellicola,
oggettivamente i primi sembrano maggiormente vittime di
un colossale sforzo di rimozione.
Tenuto conto di ciò fa sorridere che un film già entrato a far
parte della storia del cinema, ricco di momenti di grandissima
teatralità e autentici colpi di genio, stenti a raggiungere la media del 7.

Troppo sangue non se ne sentiva il bisogno....
Vero,si dà il caso però che il cinema ne sia ultimamente inondato
e non si assiste a particolari preoccupazioni.
Tenendo conto del linguaggio visuale moderno che ovunque non lascia il
minimo spazio all'immaginazione,come descrivere altrimenti
una crocifissione romana?
Chi conosce anche solo superficialmente l'analisi medico legale
condotta sulla sindone (intesa solo come telo che ha avvolto uno
dei tanti crocifissi) sa che non è un bello spettacolo
ma se si sceglie l'approccio realistico non è che si possa immaginare
qualcosa di molto diverso.

Ma allora perchè tanto clamore?Perchè tanti commenti indignati?
Non si può capire la portata delle reazioni se non si ha chiaro
fino a quale livello la mentalità gnostica in tutte le sue sfumature
ha sedimentato e condizionato la pubblica opinione perfino in
ambito cattolico.
Da che mondo è mondo lo gnostico si scandalizza dell'incarnazione
ed oggi molti aspetti del fenomeno religioso nel senso più ampio
riflettono magari inconsapevolmente questa impostazione ed evitano
di contraddirla apertamente.
Detto più chiaramente in una società secolarizzata nulla è più
scandaloso del Cristianesimo.Un dio che si fa uomo,soffre in modo
verosimilmente non sopportabile per una persona normale, muore e risorge.
Gibson lo sa,lo intuisce e allora calca la mano cedendo un po'in
chiave manieristica,al punto da costringere a volte a distogliere lo sguardo.
Non solo ripercorre la traccia evangelica in un modo esattamente opposto
a quella tendenza consolidata che demitizza le scritture,
ma aggiunge un'azzecata personificazione della tentazione,
affatto stupida o banale bensì sufficientemente ambigua e ragionevole,
per finire col ribadire l'identità tutta cattolica tra il sacrificio di Cristo e
la celebrazione liturgica.
E' troppo,troppo grande l'affronto non solo per le anime belle laiciste
dei quotidiani che vanno per la maggiore ,maggiordomi di una cultura che non ha
più niente da dire e che nonostante questo pretende di essere sempre
un gradino più su.Che corre ai ripari cercando di spaccare il capello con dettagli
tecnico-storici ,come se un'artista non fosse libero di aggiungere qualcosa di suo
(vedi per esempio Brian di Nazareth).
Che mai guarda caso ha avuto da ridire quando titoli ben più discutibili
come attendibilità storica come Amen,l'ora di religione,Magdalene (prossimamente la mala education)
sono arrivati al pubblico.

Ma è troppo anche per quella quota di pensiero cattolico che avendo ancora
a cuore la teologia della liberazione e sempre attento al politicamente corretto
vede la chiesa come una entità filantropica nella quale cristo
non è che uno dei tanti benefattori sociali in perenne lotta
contro il potere costituito.
Qualcuno rispolvera persino il clichè iconoclasta affermando che sarebbe
meglio evitare opere visuali su questo tema.

Un film che è quindi indirettamente anche una risposta alla nuova bibbia
del popolino,quel "Codice da Vinci" di cui è gia in programma
la versione cinematografica:Imbandito come novità delle novità,
trae origine come ogni tradizione gnostica che si rispetti (quindi vecchia di secoli) nell'ipotesi che Gesù non morì crocifisso ma sposò
Maria Maddalena dando origine alla sua discendenza ecc. ecc.





maremare  18/04/2004 13:02:10 » Rispondi
Complimenti!
Ritrovo l'estro e la veemenza del vecchio Signor G.
Ma non mi ha risposto su Pasolini..
comparo  18/04/2004 22:39:47 » Rispondi
Egregissimo G. mi congratulo per i versi trascritti;non riesco prorpio a ricordare in quale film noi tre abbiamo discusso...
La prego mi illumini!
;o))
G.di Montmirail  19/04/2004 21:19:11 » Rispondi
Monsieur Comparo in persona...I can't believe that!
Sempre in vena di scherzi d'Arcand...
La prossima volta ce la giochiamo a birra e salsicce,
e si ricordi che Messer Goffredo non fa prigionieri :-)))
G.di Montmirail  19/04/2004 22:06:53 » Rispondi
Scusate ,questa battuta è di pessimo gusto in questo momento,
siamo vicini ai nostri connazionali.
sciafah  28/05/2004 10:37:38 » Rispondi
Beh! E' uno dei commenti più intelligenti e ben espressi che ho letto. Io non avrei saputo far di meglio... (scusa, è solo autoironia). Comunque l'orrore per la violenza e per il sangue è, secondo me, solo opera di rimozione e, in qualche caso, ipocrisia. Per quanto riguarda la violenza più che gratuita, almeno qui non lo è, si trova ormai in ogni film. (Si guardi: 'Non aprite quella porta').
sciafah  28/05/2004 10:40:15 » Rispondi
P.S. Dimenticavo, non condivido tutto quello che hai scritto, sia chiaro. Per me questo film è comunque già entrato a far parte dei capolavori e dei classici di domani.