kowalsky 7½ / 10 25/04/2010 01:08:23 » Rispondi Potenzialmente questo è uno di quei film da cui potrei estrarre l'8 senza troppa fatica, perchè visivamente colpisce il cuore e lo spirito - almeno quanto se non di più di un recente cult di Babenco - costringendo lo spettatore a inabissarsi nel maelstrom (leggi: i sotterranei del carcere) di un inferno che precipita gradualmente verso l'ipnotica (non-)condizione di un'umanità lacerata e lacerante. La grande capacità del regista è proprio quella di aver percorso questa strada sfruttando la metafora occulta di una vera e propria discesa negli abissi dell'irraggiungibile, anche attraverso la figura inusuale di un criminale sì sanguinario, ma carismatico e quasi rigoroso nella sua "privata moralità" come l'indimenticabile Malamadre. D'altra parte sono convinto che il film abbia tutti gli ingredienti per provocare dibattiti a non finire, ma proprio su questo punto credo emergano in modo ancora più evidente i suoi difetti. Dal punto di vista strettamente sociologico, per non dire filosofico - v. il mito del super-uomo nietzchiano evocato con sorprendente superficialità - è davvero deludente, e a questo punto la valutazione si potrebbe assestare sul 4 "artistico". Prendendo in esame l'intera vicenda, proprio la figura di malamadre è talmente forte nel contesto che la rappresenta da oscurare tutti gli altri comprimari, o per meglio dire i personaggi del film, compreso proprio quel protagonista furbissimo (o strumentale) che si trasforma via via in maschera per sopravvivenza latente, difensore dei diritti negati dall'altra parte della barricata, mr. hyde provato dalle esperienze personali e via dicendo. Nessuno che emerga, al di là di malamadre, in quest'orgia di psicopatici dal coltello facile o (al contrario) di inadeguati custodi di un carcere di massima sicurezza. E' facile appiattire il divario inesistente tra bene e male, soprattutto in reazione alle conseguenze più traumatiche, ma non è lecito soppiantare un contesto tanto fragile con l'assurda pretesa di trasformare l'acquasanta in un diavolo con la coda - cfr. anche se vittima delle conseguenze e pertanto decontestualizzato dalla sua obiettività mentale (spoiler) Insomma, si tratta di riserve impossibili da omettere, quando in tutto questo marasma l'unico elemento coerente con la propria immagine e la propria filosofia di vita è appunto un sanguinario front-leader semianalfabeta dotato di una spiccata concezione organizzativa delle sue azioni. Pertanto non è tanto la moralità artificiosa il contesto di un film comunque molto potente, quanto la sua presuntuosa vigliaccheria. Tanto più se suona ipocrita, virilmente stucchevole nella sua ossessiva tendenza a mostrare il desiderio inconscio dell'umanità più fragile di essere accettata e rispettata dalle fonti più credibili del male, dalla forza della ragione nella follia. Molto meglio sviluppato il grandioso complesso dell'intero film, che non a caso ricorda la costruzione medianica dell'horror Rec 1 - dove in una giornata ordinaria qualcuno entra a far parte integrante di un destino fatale. Così lo script di Cella 211 prende la sua strada maligna, lasciandoci tanti interrogativi sul destino - sulla natura? - dell'uomo moderno secondo il cinema contemporaneo
Hai avuto la tua vendetta, hai (per dirla nel gergo carcerario in voga nel film) usato come apriscatole l'assassino di tua moglie, ma quando finisci col dire "ammazziamo gli ostaggi" per diventare paladino della giustizia sanguinaria di una mandria di bestie rabbiose, francamente non ti seguo più. Un poliziotto che "sognava il suo esilio familiare" può vedere distrutta ogni sua speranza, ma non gli è concesso accanirsi verso ogni vittima di un sistema repressivo di cui egli volontariamente chiedeva di far parte. Che esista una strada attraverso la quale qualsiasi individuo può trasformarsi da agnello a lupo è fuori discussione, ma che sia tanto rapida e impetuosa da trasmettergli soltanto una neuronica translazione verso il male, mi sembra una forzatura discutibile.
jack_torrence 28/04/2010 17:24:52 » Rispondi Complimenti vivissimi; ho visto il film ieri sera e ci sto meditando su: e devo dire che le obiezioni che sollevi sulla "metamorfosi" del protagonista Juan, specie nello spoiler, sono molto persuasive. Inoltre condivido quanto osservi sulla eccessiva riduzione delle sfaccettature tra i carcerati in rivolta, fuori della carismatica figura di Malamadre. Infine aggiungerei: è davvero credibile - sia pure in presenza di un poliziotto violento ed esaltato - una repressione così violenta e irreffrenata, contro i manifestanti al di fuori del carcere? Il film è potentissimo e complessivamente funziona molto bene, però si fonda su diversi snodi di sceneggiatura poco plausibili.
Glendhi 29/04/2010 09:40:53 » Rispondi Secondo me invece Juan è molto ben caratterizzato: la perdita della moglie incinta dopo un trauma psicologico così forte come quello di passare all'altro lato nel giro di poche ore non credo ti dia il tempo di pensare a cosa sia meglio fare. Senza contare che secondo me la prigionia dopo un pò di tempo ti fa sentire in un mondo a parte, si perde già di per sé il contatto con la realtà. E poi chi l'ha detto che i cambiamenti devono essere progressivi e non repentini?
kowalsky 29/04/2010 20:08:28 » Rispondi Trovi persuasivo anche il suo modo di muoversi lì dentro? Mi sembra che si costruisca da solo abilmente una barriera di fuorilegge fin dall'inizio... ma è anche ovvio che la sua fragilità viene messa in discussione dagli eventi ma anche dalla forte attrazione psicologica verso un giustiziere amorale ma forte come malamadre, forza da cui trae le sue emozioni più inconsce
Glendhi 29/04/2010 20:41:37 » Rispondi Sì io credo che sia plausibile...credo sia un pò come la storia che uno corre più veloce se ha un cane che lo rincorre, una sorta di istinto di sopravvivenza che ti permette di adattarti. In fin dei conti, è tutta una questione di adattamento. Se invece poniamo la situazione su un piano di moralità, beh, lì la questione è diversa. Ma, sempre secondo il mio modestissimo parere, la moralità è la cosa più fragile che esista.
jack_torrence 18/05/2010 16:31:56 » Rispondi dopo la notizia della morte della moglie, secondo me è plausibile che egli a caldo commetta l'omicidio che commette; non è altrettanto plausibile che diventi poi anche leader della rivolta avanzando lui per primo la richiesta per es. di abolire la massima sicurezza.
benzo24 13/09/2010 18:44:15 » Rispondi non solo, le richieste e l'omicidio le fa anche per salvarsi la pelle, quindi ci sta tutto non è per niente una forzatura.