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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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carnaby     7 / 10  03/05/2004 12:28:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
essendo ateo non sono riuscito a vederci alcun misticismo nella tortura al Cristo. Preferisco di gran lunga "Il Vangelo secondo Matteo", che come già ho letto nei commenti, è un film che rispetta profondamente sia chi è laico che profondamente credente. Questo film però non mi è dispiaciuto, gli avrei dato 6,5. Ma visto che amo il messaggio dato da Cristo (in questo film molto essenziale, ma sono stati estrapolati i concetti fondamentali) va bene anche mezzo voto in più.
G.di Montmirail  03/05/2004 21:06:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sul fatto che "Il vangelo secondo Matteo" rispetti profondamente chi è laico non ci sono dubbi,che ciò valga altrettanto nei confronti di chi è profondamente credente qualche perplessità la desta.
Il protagonista è chiaramente molto umano e se ciò da un lato
lo avvicina subito dall'altro limita la vicenda ad un fatto quasi
esclusivamente terreno.
Per fare un esempio si è rimproverato a Gibson di aver lasciato
pochissimo spazio alla resurrezione,nel film di Pasolini
non ve n'è traccia.
maremare  04/05/2004 00:53:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
G., dovresti essere contento che Gibson ci ha risparmiato l'ascesa al cielo di Egli con effetti digitali e, magari, con il costume da supereroe.
E' dire che era stato tentato.. L'ultima tentazione di Gibson!
Ti dirò di più se ci avesse risparmiato quella ridicola scena finale in stile Matrix e avesse terminato il film sull'unica composizione filmica degna di nota (La Pietà di Maria), il film ne avrebbe guadagnato alla grande!
vlad  08/05/2004 11:28:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
parole ...sante!
paul  04/05/2004 13:33:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Assolutamente! Il Cristo di Pasolini risorge, eccome! Guardati l'ultima scena. Susanna Pasolini (la ******* nel film) piange, il sasso del sepolcro si apre e la tomba è vuota. L'angelo annuncia che Cristo è risorto e che aspetta lei e i discepoli in Galilea. I discepoli corrono e si fermano davanti a Cristo che, perfettamente risorto dice "sarò con voi fino alla fine del mondo". Il film si chiude.
paul  04/05/2004 13:41:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti dirò di più: oltre quello della resurrezione (il più importante ) nel film di Pasolini ci sono più miracoli che nel film di Gibson. Nell'ordine:
- Gli indemoniati guariti
- Il lebbroso (con faccia sfiugurata) mondata
- lo storpio che riprende a camminare
- Gesù che cammina sulle acque
Pasolini, come puoi leggere nel suo centro studi, ha sempre detto di volere cogliere con il suo laicismo la figura sacra di Cristo, e si lamentava che qualcuno indicava il suo Gesù solo in figura di uomo. La riprova sono gli innumerevoli premi, tra i quali quello dell'Ocic, profondamente cattolico.
maremare  05/05/2004 09:55:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Paul, vedo che cogli nel segno.
Certo c'è da mettersi le mani nei capelli considerando come, ancora oggi, c'è gente a cui è preclusa la capacità di simbolizzazione e ricerca un pastore che si professa santo per contenere e sfruttare la loro fragilità. Lo sai che a Torino c'è un tizio che si fa chiamare Roberto Baba e sfrutta la debolezza di alcune persone ingenue?
paul  05/05/2004 14:10:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io invece non sono riuscito ancora a capire per chi fai il tifo. Un indizio?
G.di Montmirail  04/05/2004 22:19:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh che "Il Vangelo secondo Matteo" contenga più miracoli
rispetto a "The Passion" mi sembra normale :-)
L'Ocic infine fu molto entusiasta anche di Teorema (1968) sempre di Pasolini.Che dire..forse c'era più libertà o forse l'etat d'esprit
coinvolgeva un po'tutto.
G.di Montmirail  04/05/2004 22:10:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordo,dire che non ve n'è traccia è eccessivo,ma la resurrezione
pasoliniana è più vicina al sogno che ad un momento reale.
E non potrebbe essere altrimenti a meno di non far torto all'intelligenza dell'autore che rispecchia ovviamente la sua convinzione personale.
Gibson sceglie una strada più rischiosa dal punto di
vista artistico, dal momento che qualsiasi
rappresentazione non simbolica dell'evento risulterà per forza di cose una banalizzazione.E per l'economia del film probabilmente lo è.
Chiudere sullo sguardo di Maria sarebbe stato certamente più
logico e d'effetto.Ma nella breve sequenza finale Gibson riesce
a materializzare lo sconcerto e lo fa mostrando quel particolare sommamente sconcertante per gli stessi apostoli giunti al sepolcro,
Il telo al suo posto ma afflosciato.
paul  05/05/2004 14:05:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chiaro, Pasolini non era credente, il suo Cristo avrebbe dovuto essere ancora più duro e violento (lui avrebbe voluto disegnare un Gesù di stampo leninista, ma alla fine cambiò idea). Nonostante ciò credo abbia colto il sacro, com'era sua intenzione. Non esito a definire Il Vangelo Secondo Matteo, oltre che l'opera più completa pasoliniana, uno dei dieci film più grandi della storia del cinema. Ad ognuno sta poi il segreto di coglierne il sacro o il laico (non certo il profano). Certo Gibson ha dato una diversa interpretazione della resurrezione, non simbolica, ma reale, e qui sta a mio parere una delle pecche di un film che comunque mi è piaciuto moltissimo: avere voluto rendere reale ciò che, per chi è credente come noi, è veramente stato, ma che è impossibile rendere sullo schermo fuori da un ambito surrealista. Certo, il punto fondamentale per un qualsiasi cristiano sta nella resurrezione (vera) di Cristo, guai a non crederci (ripeto, per chi crede). Ma non vedo differenza tra i due film da un punto di vista di intenti.Se Gibson avesse voluto dare veramente un'impronta al Cristo risorto, avrebbe a mio parere dovuto andare oltre. Pasolini è stato alla lettera seguendo il Vangelo di Matteo, ma il fatto che la ******* e l'apostolo Giovanni soffrano davanti la croce,cosa non presente nei tre vangeli sinottici ma solo nel quarto, testimonia il profondo rispetto del regista-poeta verso la religione cristiana, e soprattutto il suo non essere in grado di esprimersi riguardo qualcosa che si può esplicare solo con la fede o "alla fine dei giorni". Per questo la sua resurreazione surrealista (per un regista non dimentichiamolo capostipite insieme a De Sica proprio della corrente contraria) ha un valore poetico altrettanto incisivo per un cristiano, almeno quanto quella fatta da Gibson.
paul  05/05/2004 14:37:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti vorrei inoltre suggerire una poesia di Eugenio Montale, per combinazione proprio dedicata a Pasolini (da lui amichevolmente chiamato Marforio). E' una poesia emblematica, che testimonia come questi due poeti laici, pur rispettando la cristianità, dimostrino l'impossibilità di potere spiegare, anche per chi crede, ciò che è sacro, se non con la fede:

Come Zaccheo

Si tratta di arrampicarsi sul sicomoro
per vedere Il Signore se mai passi.
Ahimè, non sono un rampicante
ed anche stando in punta di piedi
non l'ho mai visto
maremare  06/05/2004 01:12:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande paul

ps: non è il momento di parlare di calcio...
sciafah  04/06/2004 12:36:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già criticate 'la passione' per come è, figurarsi se Mel si fosse fatto venire in mente di mostrare dei miracoli, che in Pasolini sono perfetti, ma mostrati da lui sarebbero stati interpretati come una mascherata da supereroe.
L'unico miracolo mostrato, ma inevitabile perchè descritto nei Vangeli, è l'orecchio che viene riattaccato ad una delle guardie del sinedrio:"Pietro, deponi la spada, perchè chi di spada ferisce, di spada perisce".