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LA PASSIONE DI CRISTO regia di Mel Gibson

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sciafah     10 / 10  25/05/2004 11:37:32 » Rispondi
Non credo di essere una sadica, ma ho visto questo film per la quarta volta. Non volevo perdere nessun particolare (ogni volta se ne colgono di nuovi) e farlo definitivamente "mio".
Anche la musica è straordinaria.
La prima volta mi è scappata una lacrima solo quando Gesù cade e in un flashback si vede Maria, Sua Madre, che lo soccorre da picccolo: "Io sono qui", dice Lei, sempre, anche quando la croce lo travolge e tra la folla si incontrano per un attimo straziante.
Quest'ultima volta ho pianto per quasi tutta la durata del film. Vedere Cristo soffrire come un qualsiasi essere umano: umiliazione, abbandono, dubbio, tradimento, rinnegazione, sofferenza nel vedere chi ti ama soffrire per te (la Madre, Giovanni, Maddalena...), la tentazione, la paura fisica, morale... Lui ha accettato tutto, per tutti noi, anche per chi non crede, senza un solo gesto di difesa o anche per ripararsi dai colpi, dagli sputi, dalle famose sferzate.
Non penso che la frase dell'ultima cena :"...per la salvezza di molti" volesse intendere escludere qualcuno, ma che significasse che non ci sarà salvezza solo per chi la rifiuterà assolutamente. Nel film verrà risparmiata la frase di Kaifa, confusa tra il vociare della folla, che dice (riportata anche dal Vangelo): "il Suo sangue ricada su di noi e su tutti i nostri figli" quando Pilato farà, con un gesto plateale, capire che lui non vuole essere responsabile del Sangue di un innocente.
Il "male" verrà visto solo da Gesù e Maria, che alle sue provocazioni non lo degneranno mai di una risposta. Sarà invisibile a tutti gli altri: Gesù parlerà solo a chi potrà intendere e solo il minimo indispensabile. Tante volte il Suo sguardo farà intendere più delle parole (bravissimo Caviezel).
La scena di Lui e Sua Madre che giocano, scherzano e il bacio di Gesù che coglie Maria di sorpresa, me lo fanno vedere umano più che mai; così doveva essere il loro rapporto, madre e figlio, semplicemente.
Nel tempio Maria coglie il respiro di Gesù, la Sua presenza, e il respiro di Lei si unisce a quello di Lui che guarda verso l'alto avvertendo che Lei è lì e china la testa come impotente.
La Sua vita pubblica è stata brevissima eppure dopo più di 2000 anni ancora fa discutere per messaggio fortissimo ed è un faro nella nebbia che ci guida e può portare alla salvezza.
Il Suo messaggio: "Ama il tuo prossimo come te stesso, come io ho amato voi" potrebbe risolvere tutte le controversie, dalle più banali a quelle di tutto questo povero mondo.
In questa "cronaca" Lui è semplicemente un essere umano che ama l'umanità. Nessuno, o tutti, siamo colpevoli realmente di ciò che è successo. Né ebrei, né romani... tutti sono stati lo strumento di Dio perché tutto si compisse e tutto fosse riscattato.
Si pensi anche che è l'unico Dio morto per il suo popolo.

G.di Montmirail  02/06/2004 11:52:05 » Rispondi
Hai fatto bene a ricordare anche l'aspetto scherzoso che il regista
ha voluto inserire,per sottolineare che cristianesimo è sempre
celebrazione della bellezza e diritto alla felicità.La critica ha ignorato
questo importante flashback concentrandosi solo sul momento tragico.In effetti è difficile che affiori immediatamente nello spettatore,si riesce a focalizzarlo solo in un secondo tempo.
Mi ha ricordato la famosa "questione del riso" intorno alla quale
Umberto Eco ha costruito quel medioevo di cartapesta de "Il nome della rosa"

Certo..quattro volte è un bel record :-)
sciafah  03/06/2004 08:28:02 » Rispondi
Meno male che qualcuno ha afferrato quello che volevo dire. Tutti i film che mi hanno detto qualche cosa li ho visti più volte. Sono fatta così.
Umberto Eco, so che mi attirerò una tempesta con chicchi pesanti più di un chilo, mi piace poco, anche se l'ho letto.
Lo trovo prolisso e saccente. Malgrado tutto la "questione del riso" era una genialeata;-)))))