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IL DISCORSO DEL RE regia di Tom Hooper

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unavoce03     8½ / 10  04/02/2011 02:17:42 » Rispondi
Sinceramente sono rimasta stupita della maggior parte dei commenti. E scusatemi, ma la mia risposta sarà lunga.
Ho trovato il film splendido per più motivi. Parte lento (volutamente a mio avviso) per poi entrare a pieno ritmo, non annoia mai, grazie anche all'humor inglese.
Non entro in merito a questioni tecniche perché non me ne intendo abbastanza, se non per la parte attoriale: strepitosa!!!
Grande Jeoffry Rush, che è vero, più volte ruba la scena a Colina Firth nella versione italiana del film: non vedo l'ora di vederlo in inglese, perché si capisce benissimo che in lingua originale è una grande prova attoriale anche quella di Firth (che comunque non delude neanche doppiato, ma rende meno).
A riprova fate il confronto del discorso di Al Pacino in Profumo di donna in originale e doppiato, tra l'altro da un non bravo, ma superbravo Giancarlo Giannini. Per gustare appieno la recitazione non c'è niente da fare, va visto in originale: figuriamoci qui, che la tematica è prettamente "vocale", trattandosi di balbuzie.
Molto brava anche la Bonham Carter. E bravi quasi tutti i comprimari, quindi un vero piacere di film.
Il film poi tratta tematiche importanti inserite con discrezione e leggerezza in un contesto storico che ha rappresentato una svolta nella storia e, al tempo stesso, queste tematiche interagiscono con questo contesto storico.
Parla del coraggio, del senso di responsabilità, della dura lotta che comporta la vittoria sulle proprie debolezze o punti deboli che di si voglia, dell'amicizia e della necessità dell'amicizia e dell'amore.
E parla di un nuovo capitolo della storia, che cambia con l'affacciarsi dei media, allora la radio, che è stato il primo strumento mediatico della civiltà dei mass media.
Parla del fatto che possono essere usati in bene e in male, vedi col nazismo (il filmato di Hitler non è inserito a caso ed è molto eloquente), e vedi Giorgio VI che lo utilizza non per lusingare una nazione, come qualcuno in suo commento ha scritto, ma per darle fiducia, speranza e coraggio, in un momento storico che poteva trasformarsi in una vera catastrofe ancor più di quanto già non lo era (forse ci siamo dimenticati dei campi di concentramento?)
Questo affacciarsi dei media è tutt'altro che cosa di poco conto, non a caso tutti parlano in questi giorni di The social network e noi abbiamo il piacere e il dispiacere di vivere in un Paese nel quale la questione è di un'attualità estrema.
È una svolta che cambia il modo di fare politica e il modo di essere e la funzione delle dinastrie reali. Il film fa capire che c'è anche questo.
E se il Re prende il toro per le corna e vince se stesso è per un riscatto personale, certo, da un lato, il sano orgoglio di non voler morire come più o meno siamo nati, ma cambiati, cambiati in meglio, e dall'altro perché il dovere, già, perché abbiamo anche dei doveri, lo richiede.
Tanto più in quanto Re, che non può semplicemente vivere per se stesso, ma devo rispondere del suo popolo e sostenere il suo popolo.
Sarà una visione una po' fuori moda, ma i grandi della storia si sono messi al servizio, non stavano sulle loro poltrone per fare i loro comodi. Certo, non sempre hanno servito in modo perfetto, ma lo hanno fatto, e spesso per questo sono stati assassinati o pesantemente osteggiati.
La scena finale del discorso ascoltato in tutto l'impero (non di finzione si tratta, l'Inghilterra era ancora tale), da persone di tutti i ceti e condizioni, perché la guerra riguarda tutti, è una lezione di grande cinema e di grande umanità, sullo sfondo discreto dell'amicizia e dell'amore.

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