Credo che la maggior parte delle volte sia più semplice guardare la superficie delle cose, osservare e commentare ciò che il nostro occhio vede senza alcuna interferenza di quella componente cerebrale,spesso scomoda, che dovrebbe sempre essere vigile in ognuno di noi. La superficie è il punto di osservazione migliore, ma purtroppo anche il meno appagante. M.N. Shylaman è sempre stato uno dei miei registi preferiti(poi ha creato L'ultimo dominatore dell'aria) proprio perchè il senso impresso nelle sue opere è un premio per tutti coloro che hanno la voglia di addentrarsi nelle profondità dei suoi concetti. "Signs" in primis è un'opera colossale, un piccolo capolavoro che ha il pregio o la sventura di non essere di facile comprensione per tutti coloro che fanno della superficialità il loro modo di concepire il cinema. Ogni più piccolo e (apparentemente) insignificante dettaglio, compresa una mazza da baseball appesa al muro, è in realtà una piccola pennellata che a poco a poco darà forma e colore all'opera che sta prendendo vita sulla tela. Un magnifico disegno! Io non sono credente, ma i segni di cui il regista parla non sono minimamente riferiti ai cerchi nel grano, anch'essi in superficie e quindi di facile visione. Ne tantomeno a un fantomatico omino verde venuto chissà da dove! I segni sono qualcosa che va aldilà della nostra più mera comprensione, sono disseminati alla rinfusa intorno a noi, tanto da averci indotti a credere che esista una parola come "casualità". Alcuni di loro vivono con noi. Altri gli abbiamo subiti e non riusciamo a farcene una ragione. Ma tutti con l'unico scopo di condurci verso quello che il nostro percorso. Non ho parlato di Dio, ma è proprio al suo disegno che il regista si riferisce. Un disegno che mostrerà quanto di poco casuale esista in tutte le situazioni, belle o brutte che in qualche modo segnano la nostra esistenza su questa terra.