Goldust 7 / 10 07/03/2014 18:16:17 » Rispondi Quello che passerà alla storia come il capolavoro di Sorrentino, complice il recente Oscar al miglior film straniero, è una pellicola di difficile lettura, che ha già diviso e continuerà a dividere critica e pubblico. Che sia una pellicola poco fruibile è fuori discussione: lunga, lenta, barocca e autocompiaciuta nella sua realizzazione, ha però un fascino innegabile che travalica le meravigliose immagini delle bellezze romane. Parla infatti dello sfascio di una società, non solo romana, che è tangibile e che dovrebbe inquietare tutti, dove conta solo l'apparire ( feste e mondanità a go-go ) e dove i ricordi di quello che è stato hanno un effetto castrante sui sogni e sui progetti futuri. Vi è un filo conduttore decadentista, sia morale che fisico ( non solo Gambardella ma anche il personaggio della Ferilli, spogliarellista ormai negli anta ) che sembra risparmiare la sola Roma, sempre mozzafiato nei suoi squarci urbani, alla quale spetta però l'ingrato compito di cornice impotente. E dai porporati alla borghesia naif, passando per i venditori di giocattoli, non vi esce bene nessuno. Almeno due le scene da non perdere: il "presenzialista" che si prepara per il funerale e la cena con la vecchia Santa. Per riassumere non credo sia il film della vita, ma almeno un'occhiata ( meglio due, io bisserò al più presto ) la merita sicuramente.