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PER UN PUGNO DI DOLLARI regia di Sergio Leone

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Palestrione     10 / 10  27/11/2015 23:36:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' inutile spendere elogi per Sergio Leone e per il suo straordinario apporto a un genere che stava ormai per morire. Il western americano aveva toccato il culmine con i capolavori di John Ford ("Ombre rosse" e "Sentieri selvaggi" su tutti) ma Leone ha riscritto il linguaggio, le tecniche e le strutture narrative. La sua grande innovazione sarà "C'era una volta in America" ma già da questo primo film della cosiddetta "Trilogia del dollaro", si vede che Leone è di un altro pianeta.
Per fare un grande film ci vogliono grandi attori e la scelta del protagonista è stata azzeccatissima. Questo spiega perché "C'era una volta il West" e "Giù la testa" non mi piacciano abbastanza quanto "Per un pugno di dollari".
Ma qui c'è molto di più. Qui ci sono le musiche stupende di Ennio Morricone. Una colonna sonora leggendaria, entrata ormai a far parte del patrimonio culturale comune.
Questo western non è il classico film di sparatorie con i cowboy buoni e gli indiani cattivi. Il cavaliere solitario è un tipo taciturno ma pratico, e sostanzialmente a lui interessano soltanto i soldi. Non è un giustiziere (da questo punto di vista ricorda Mad Max, o meglio, è sicuramente George Miller che in quel caso si sarà rifatto a Leone) ma odia le ingiustizie. E quello che accade nel paesino di confine tra Messico e USA non gli piace affatto.
"I Baxter da una parte, i Rojo dall'altra e io in mezzo".
Così si ritrova chiuso tra due fuochi, soprattutto quello di Ramòn (un mefistofelico Gian Maria Volontè). Lo scontro, la sconfitta, la rinascita, la vendetta.
Una pietra miliare del cinema.
La scena finale, con quell'eccezionale commento musicale, mi fa venire ancora i brividi.
"Al cuore, Ramòn, devi colpire al cuore!"
"Quando un uomo con il fucile incontra un uomo con la pistola, quello con la pistola è un uomo morto".

LEGGENDARIO.