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C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA regia di Sergio Leone

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Niko.g     9 / 10  28/04/2015 12:02:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film più unico che raro nel suo concept, che assume toni epici ben oltre il genere gangster.
Vista l'imponenza del progetto, la cosa che più lascia perplessi è il mancato accordo tra Sergio Leone e la produzione circa il montaggio definitivo. Ormai si è capito che il regista non ebbe l'ultima parola sul director's cut per l'uscita nelle sale americane (cosa in generale assurda), però sembra che anche lui non avesse le idee chiarissime sull'impianto definitivo, visto che ha cambiato più volte idea circa il minutaggio, per poi arrivare alla versione definitiva di 220 minuti distribuita in Europa.
In ogni caso è incredibile come sia stato possibile, non tanto operare dei tagli contro la volontà del regista, ma addirittura stravolgere completamente il film.
Poi è stata la volta dei figli, che in occasione del restauro della pellicola hanno di nuovo allungato i tempi di venti minuti (scelta molto discutibile vista la pessima qualità delle immagini neanche doppiate in italiano). Insomma, un problema di incastro c'è e c'è sempre stato e purtroppo lo si riscontra anche nella versione estesa del film.

Sul piano tecnico il risultato è mostruoso. L'invecchiamento dei personaggi è semplicemente straordinario e qui si capisce quanta importanza possa avere un simile effetto sullo spettatore (cosa che ad esempio manca in un altro cult come "Le ali della libertà").
Cavalli di razza come Leone, Delli Colli e Morricone hanno sublimato il cinema come esperienza estetica, anche se questo non elimina il problema di fondo al quale accennavo, anzi paradossalmente lo evidenzia. Non ha tutti i torti il Mereghetti quando allude a una carenza insita nella natura dei personaggi. Adesso non è il caso di condividere la stessa severità di giudizio, ma che sia un problema di incoerenza o di approfondimento psicologico, sta di fatto che la percezione che lo spettatore rischia di avere è quella di un mondo surreale, animato da personaggi immateriali a dir poco bizzarri. Nulla di grave, per carità. Il fatto è che la struttura da romanzo di formazione e le premesse così profondamente radicate in un contesto reale, fanno presagire ben altra pasta da mettere sotto i denti e da qui nasce lo spiazzamento e la perplessità. Il vero capolavoro, infatti, (se proprio di capolavoro si vuole parlare) è tutta la prima parte dedicata all'infanzia, dove a fronte di giovani attori inesperti (bravissimi, ma pur sempre alle prime… armi), c'è una densità emotiva e una credibilità del narrato che avvolge e appassiona in modo viscerale. Verso il finale, accade il contrario: i big strabiliano con le loro interpretazioni eccelse, ma la tenuta della narrazione sembra meno solida (vedi la scena dello stupro, così fuori contesto da essere fallimentare, oppure l'incontro tra Noodles e il senatore Bailey, del tutto surreale). Ecco quindi che si aprono discussioni, analisi, teorie, forse è tutto un sogno, forse no, chissà.
God bless America.

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Neurotico  28/04/2015 13:43:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Non ha tutti i torti il Mereghetti quando allude a una carenza insita nella natura dei personaggi." Non ha tutti i torti no! E questa carenza per me è un difetto enorme che va a condizionare la riuscita del film perchè l'attaccamento emotivo, o solidarietà empatica, non si è realizzata in modo da simpatizzare con essi.
E il distacco che riscontro nel vedere certe scene (una su tutti quella dello stupro, ma ce ne sono altre come la corsa in macchina sul molo per poi finire in acqua) è molto fastidioso.
Poi, che a livello tecnico sia sublime, mevaviglioso, con una gvandeuv dvammatica e vacconto di fovmazione e bla bla bla, mi interessa na cippa lippa. E' un discorso assolutamente soggettivo, ma è innegabile che simpatizzare con i personaggi di un film è essenziale, per ogni spettatore, per la riuscita dello stesso.
Niko.g  28/04/2015 15:07:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma su questo siamo d'accordo. La gvandeuv dvammatica... ahah con me sfondi una porta aperta. Il fatto è che qui regia, fotografia e musica oltre ad essere di altissimo livello entrano in simbiosi. Più di così non si può fare, è il massimo.