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PRENOM CARMEN regia di Jean-Luc Godard

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amterme63     7½ / 10  10/03/2013 21:45:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Chi conosce Godard trova in "Prenom Carmen" un po' tutti i temi tipici delle opere del famoso regista franco-svizzero.
Quello principale del film è la rappresentazione del fascino conturbante della bellezza giovanile femminile. La protagonista Maruschka Detmers è bravissima nel prestare il suo meraviglioso e splendido corpo di ragazza in fiore, nonché le sue espressioni decise e volitive, per creare un personaggio affascinante e ammaliante. Difficile restare indifferenti. Ed è proprio questa forza quasi irresistibile che riesce a incatenare e a sconvolgere un poliziotto, nonché lo zio-regista, interpretato dallo stesso Jean-Luc Godard.
Su questo rapporto si innesta uno dei temi classici del cinema di Godard, cioè l'impossibilità di un rapporto stabile fra un uomo e una donna, nonostante la forte attrazione reciproca. In "Prenom Carmen" questo aspetto è trattato in maniera meno giocosa e più drammatica rispetto ai film degli anni '60. A brevi tratti ci sono pure qui i famosi dialoghi-intervista (anche se mimetizzati nella storia come confessione reciproca) che cercano di presentarci in maniera "tipica" la personalità dei personaggi. Godard pure qui non rinuncia alla sua caratteristica di rifiutare il campo-controcampo, lasciando la mdp fissa su di un personaggio, a caccia di ogni suo piccolo mutamento rivelatore.
A fare da cornice a questa storia travagliata d'amore è la finzione cinematografica dell'azione gangsteristica, qui trattata volutamente come materia filmica da non prendere sul serio (da qui le stranezze di gente indifferente mentre ci sono sparatorie, le incongruenze di sceneggiatura, la "finta" morte di Carmen nel finale, ecc.). Il film stesso è dedicato alla memoria dei vecchi "small films", quelli che facevano divertire con poco la gente.
Godard poi non rinuncia a inserire nel film richiami autobiografici, riflessioni filosofiche e politiche, citazioni, rimandi, tutta una serie di raffinatezze e stimoli di natura intellettuale, che fanno di questo film uno dei più personali ed "esclusivi" del maestro. Da qui la natura un po' difficile e a volte criptica dell'opera, certamente aperta a ogni tipo di stimolo e riflessione.
La differenza con i film degli anni '60 si vede. Quelli erano più briosi, spigliati, fantasiosi, quasi ottimisti, senz'altro fiduciosi che la mdp potesse rappresentare, spiegare, esporre, far conoscere ed erudire gli spettatori sulla natura umana e sulla società. "Prenom Carmen" invece è più complesso, più cupo, più serio e con il suo ermetismo certifica la perdita della capacità (in Godard) della mdp di spiegare e di rivelare. Adesso non si può far altro che arrendersi al destino (come dice una frase rivelatrice del film) e lasciarsi trasportare dagli eventi, senza poter nemmeno sapere perché e per come.
Qualcosa di stilisticamente nuovo questo film però ce l'ha ed è una forte impronta poetica, data dal contrappunto continuo di inserzioni extradiegetiche, come un quartetto d'archi che suona, le onde di una spiaggia, una strada notturna trafficata, immagini di treni che si incrociano. Le scene stesse dei protagonisti nudi che dialogano fra di loro hanno una forte valenza estetica.
E' proprio quest'atmosfera molto artistica ed estetica che unisce tutto il film, tenendo insieme tutto quello che sembrerebbe illogico e innaturale. Ed è anche ciò che rende la visione di "Prenom Carmen" qualcosa di bello e affascinante.