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BABY BLOOD regia di Alain Robak

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  27/02/2014 10:31:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'antefatto circense vede una procace signorina fecondata da un essere tentacolare. Si potrebbe pensare ad un anacronistico b-movie fantascientifico in stile anni' 50/60, ed invece "Baby Blood" prende tutta un'altra piega rivelandosi ottimo esempio di splatter con annessi parecchi contenuti. Ci si sofferma soprattutto sull'imbarbarimento dei costumi sociali, in particolar modo è il mondo maschile a soffrire di questa situazione, di questo stato degenerativo, la cui apocalittica apoteosi ha luogo nel finale sull' autobus, dove sembra annidarsi il peggio della razza umana.
Viene seguito il decorso della gravidanza, non si verificano le solite crescite abnormi o velocizzate del feto come spesso capita quando si tratta di alieni desiderosi di riprodursi. Nel frattempo è un gran girovagare per la ragazza, impegnata tra un lavoro e un altro senza dimenticare di tanto in tanto di massacrare qualche malcapitato, in quanto l'essere per sopravvivere ha bisogno di sangue, tanto sangue.
E' interessante notare come Robak indaghi il rapporto tra la futura madre e di ciò che porta in grembo, questi in grado di comunicare telepaticamente con la donna. L' avversione e il ribrezzo vengono sostituiti da una sorta di affetto controverso, conflittuale, eppure indiscutibile, costruito sul connaturato istinto materno. A sostenere questo impulso ci sono le insicurezze del nascituro, spietato ma fragile, spaventato e per questo motivo bisognoso di protezione.
Ci sono affinità con il cinema di Henenlotter da "Brain Damage" a "Basket case", ed in generale con pellicole in cui la simbiosi tra uomo e freak tiene banco.
Nel finale abbiamo invece una bell'omaggio ad "Alien".
Destinati ad una fine poco allegra si notano in piccoli ruoli l'attore Alain Chabat e il regista/sceneggiatore Jacques Audiard.