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ALIEN 3 regia di David Fincher

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Neurotico     8½ / 10  14/04/2015 15:35:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Probabilmente le vicissitudini produttive di Alien 3 ne hanno pregiudicato la riuscita perfetta, ma sicuramente resta il capitolo più autonomo e slegato dalla storia originale, in faccia alle citiche di Cameron sulla poca continuità rispetto al suo Aliens, del quale questo terzo atto della saga si sbarazza dei personaggi di Newt e Hicks. Poco male se il risultato è una gemma nera che gronda angoscia, disperazione e claustrofobia dall'inizio alla fine.

Durante l'ipersonno l'equipaggio della Sulaco viene espulso attraverso una capsula di salvataggio a causa di un incendio. Precipita in un pianeta, il Fury 16, che ospita una colonia penale di 25 detenuti cui è stato concesso di fare da custodi all'istituto detentivo, ricavato da una raffineria di piombo che costruiva contenitori per scorie industriali. Ma un facehagger era presente fin dall'inizio nel modulo spaziale, e dopo aver parassitato un bovino (un cane nella versione cinematografica), l'alieno che ne nasce seminerà morte all'interno dell'edificio desolato che ospita la sopravvissuta Ripley.

Un plumbeo velo apocalittico sembra ingabbiare la congrega di folli che vegliano su quei gironi infernali aspettando la fine. ll carcerato Dillon, centro spirituale della comunità religiosa fondamentalista di reietti fatta di spazzatura umana, scandisce solennemente, con il suo tono profetico, i passi agili e veloci del nero angelo della morte.

Sulle orme di Scott, Fincher è tecnico ed elegante senza perdere in impatto visivo e suspense. Gli inseguimenti finali filmati in soggettiva sono un gran tocco di classe, e altre sequenze visive devastanti da ricordare: l'incipit sulla spiaggia dove viene trovata Ripley coperta di insetti, i tori che trainano la navicella fuori dall'acqua, la nascita dell'alien alternata con la scena della cremazione dei due corpi e accompagnata dal solenne discorso funebre di Dillon, la scena nella fornace.
E poi gli scarafaggi che brulicano nelle tubature sfondate da Ripley credendo di uccidere il mostro, il corpo maciullato dalla ventola, le stanze e i corridoi penetrati da luminosi coni di luce, gli insetti e i vermi sulla carcassa del bue gravido del chestburster (più grande di quello visto nei film precedenti).

Nato sotto una cattiva stella, bistrattato, eccessivamente criticato, tagliuzzato, rimaneggiato più volte, passato per diverse mani per poi uscire in sala in una versione che non era quella originariamente voluta dagli autori.
Finalmente nel 2003 esce la versione originale, più cupa e sporca, pervasa da un'aura marcescente e apocalittica, con un finale leggermente diverso e meno sensazionale.
Oltre ad un ritmo narrativo a volte lento il difetto che ho notato sta negli effetti digitali dell'Alien, che spesso appare posticcio in quanto cromaticamente slegato dal resto.
A prescindere dalle imperfezioni, la special edition celebra degnamente l'atmosfera densa e tenebrosa del film, sottolinendone il cupo splendore, e l'estetica oscura.