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RAPINA A MANO ARMATA regia di Stanley Kubrick

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Terry Malloy     10 / 10  12/03/2007 14:27:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
a me è piaciuto tantissimo.
adoro questo genere, ma Rapina a mano Armata è il Capolavoro.
Marlon si stupì di questo film al punto da voler assolutamente lavorare con Kubrick (poi tutti sappiamo come è andata a finire) e lo capisco: l'abilità con cui viene pianificata la rapina è sorprendente, il linguaggio visivo è a livelli altissimi per un quasi esordiente alla regia, non ci sono soluzioni narrative troppo discontinuo e che appesantiscono il ritmo, tutto è perfettamente e armoniosamente incastrato e incuneato nella speciale e magnifica divisione temporale della fabula originalissima per l'epoca e poi ripresa sempre fino all'odierno Tarantino in Jackie Brown e Pulp Fiction (ma non sono qui per sminuire la perfetta opera di Quentin per dare ipoteticamente prestigio a Kubrick che non ne ha bisogno, come molti hanno scritto nei commenti); nel dare 10 vedo scritto nei suggerimenti dello staff "Un Capolavoro..." ebbene lo è al duecento per cento, infatti l'apparente flemma e pacatezza con cui si sviluppa la prima parte del film è tesa solamente a ingigantire la tensione che è presente alla fine, poi la regia è straordinariamente brillante, sobria, ma eccedente nell'uso delle pianosequenze che unite alla voce fuori-campo rendono una visione distaccata quasi documentaristica dell'evento quasi a predire il fallimento della rapina (o la sua riuscita?). ho detto che lo stile è semplice ed essenziale, tuttavia Kubrick non tralascia di far emergere la sua vera natura registica, ovvero comunicare con le immagini: l'esempio lampante è quel ferro di cavallo piegato dalla macchina vicino al corpo morto di Andy, è questo che contraddistingue Stanley dagli altri e che porta a far pensare durante la visione "è perfetto, questa è l'immagine che ci voleva qui, questa sola immagine ha la capacità di dire ciò che mille parole non riuscirebbero a dire", è il Cinema che diventa Arte, che diventa Concetto. ciò che caratterizza in minor misura questa pellicola (e in maggiore ne "Il Bacio dell'Assassino") è il cinismo dilagante, la misantropia di Kubrick, il pessimismo atroce di un mondo sporco da entrambe le parti, criminale e legale, in cui quindi non si può più posizionare la vera Giustizia con assoluta certezza e quasi Kubrick con il finale si sbilancia verso il personaggio di Sterling Hayden per ripugnanza di una società dove il modello di vita è la persona ricca e contano solo i soldi e anche la logica apparentemente giusta del ragazzo di colore che uccide Andy alle corse ("L'importante è come si è trattati") tradisce una visione distorta ed egoista del mondo e della realtà riconducibile ai soldi come strumento univoco di essere significativi per gli altri che ci stanno attorno. un mondo che vede un miliardario come modello, ma Wilde insegna che nella società esistono molti modelli di miliardari, ma pochi miliardari modello.
agentediviaggi  16/03/2007 14:22:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è poco da fare, è un grandissimo film e già si vede anche tutto il fatalismo di Kubrik colla strepitosa scena finale.
Terry Malloy  19/03/2007 20:09:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao agentediviaggi ormai a ogni mio commento c'è una tua risposta. :-)