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SPARTACUS regia di Stanley Kubrick

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ULTRAVIOLENCE78     7 / 10  17/03/2008 11:53:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente è uno dei migliori "peplum", ma da Kubrick ci si aspettava senza dubbio di più. A sua discolpa, tuttavia, va il fatto che la sua libertà di azione, sia nella sceneggiatura sia nella regia, fu molto limitata dalle restrizioni imposte da Kirk Douglas, che oltre ad essere l'attore protagonista fu anche produttore. Ne viene fuori un film lontano dalle profonde e polisemiche riflessioni e tematiche propriamente "kubrickiane", tanto che lo stesso regista giunse quasi a sconfessarne la paternità.
La narrazione indulge su una eccessiva enfasi che fa della vicenda di Spartacus un insieme di gesta romanzate che culminano nel discutibile finale "cristologico" (anche se da molti ritenuto una delle più commoventi sequenze della storia del cinema); mentre si sarebbe potuto insistere sulla discrepanza tra un Potere corrotto e costituito da soggetti spietati, amorali e animati da una malsana brama di gloria, e la fratellanza di una comunità, quella degli schiavi mossi dalla chimera di una vita serena e finalmente libera, caratterizzata invece da giusti principi, valori e ideali. Tutto ciò si fa strada soltanto larvatamente, salvo il momento (questo sì davvero significativo e intenso) del dialogo tra Spartaco e Antonino prima del loro combattimento, nel quale il primo spiega all'altro che nonostante la sconfitta sul campo di battaglia la loro ribellione rappresenta una grande conquista, poichè è la dimostrazione che nessun Potere è invulnerabile e immune alla crisi se c'è qualcuno pronto a reagire (discorso allusivo all'"imperialismo" americano che proprio in quegli anni molti accostavano a quello dell'Antica Roma, ma che assurge a monito di portata generale -potrebbe, per esempio, attagliarsi benissimo al fenomeno della mafia).
Meravigliose le sequenze della battaglia finale in cui l'esercito romano si dispone sul campo di battaglia, e nelle quali Kubrick dà un saggio esemplare delle sue straordinarie capacità registiche.
In definitiva, un film con un grande potenziale inespresso, ma poco corrosivo e proprio per questo di molto al di sotto degli standard del regista newyorkese. Nonostante ciò è nel complesso una buona pellicola.