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SPARTACUS regia di Stanley Kubrick

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Niko.g     8½ / 10  30/06/2013 19:25:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tre ore di cinema spettacolare dove la tradizione hollywoodiana si fonde con lo spirito innovativo di Stanley Kubrick, il regista indipendente per antonomasia. Ne esce un ibrido anomalo e imperfetto (presenti addirittura grossolane sviste), ma unico sul piano artistico e non solamente nell'ambito del genere peplum.
Rispetto all'impronta politica del romanzo, la sceneggiatura accentua fortemente la componente sentimentale, facendo dell'amore tra Spartaco e Varinia un motivo dominante.
Spiato e umiliato davanti al corpo nudo della bella schiava, Spartaco urlerà "Non sono un animale!" (scena che sarebbe divertente sottoporre con la kubrickiana "cura Ludovico" a certi ex partecipanti del Grande Fratello).
Concordo col recensore sul fatto che il film sia svincolato da un mero messaggio antischiavista e che si elevi invece su un piano etico più alto che abbraccia ogni aspetto della dignità umana (basti pensare al rifiuto del concetto di vendetta da parte di Spartaco).
Lo stesso intenso filone melodrammatico è legato a sentimenti e valori umani universali, al riparo da ogni sterile critica di convenzionalità. Impossibile resistere al finale, tanto enfatico quanto di elevatissimo contenuto. Come afferma lo stesso sceneggiatore, Spartaco e Varinia rappresentano simboli di dignità, amore, libertà.
La saggezza professionale di Dalton Trumbo, ma in generale di tutta la vecchia scuola di sceneggiatori, è nell'aver organizzato il copione in modo tale che i momenti tragici fossero seguiti da una scena dal tono leggero, rispettando la giusta regola secondo la quale lo spettatore debba sistematicamente rilassarsi e ricaricarsi, arrivando all'apice del climax finale con lacrime liberatorie e non in uno stato di esaurimento emotivo, come accade invece in molti film drammatici e d'azione moderni dove regna la pesantezza ininterrotta. Da questo punto di vista il film è perfetto e la sua notevole durata non solo non intacca la pazienza dello spettatore, ma alimenta un'escalation di partecipazione emotiva.
Kubrick lascia la sua impronta realizzando bellissime inquadrature geometriche, prospettive ampie e spettacolari e maestose carrellate nelle scene di battaglia (chissà cosa avrebbe combinato se avesse potuto realizzare il suo Napoleone).
Il cast è di altissimo livello, con Charles Laughton e Peter Ustinov che giganteggiano.
Bellissimi i titoli di testa, evocativi e sorprendentemente moderni se pensiamo che è passato più di mezzo secolo.