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2001 ODISSEA NELLO SPAZIO regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio     10 / 10  02/08/2005 16:31:26 » Rispondi
Quest'opera di Kubrick è stata riconosciuta da molti critici come il più grande capolavoro fantascientifico degli anni 60' e 70'.
Sono passati 37 anni dall'uscita di questo film, a parte il piacere del suo valore estetico che non teme il tempo viene da chiedersi quanto delle problematiche che la pellicola poneva alla sua uscita hanno relazioni etiche e scientifiche con il mondo di oggi.
L'arco di tempo che va dal 1968 al 2004 è stato indubbiamente un trascorso di anni ricco di evoluzioni scientifiche e tecnologiche straordinarie in particolare nel campo dell'informatica e della robotica. Basti pensare che non siamo molto distanti dalla realizzazione del robot con fibre composte da neuroni informatizzati. Queste nuove possibilità di assemblaggi potrebbero dare alle macchine emozioni e perché no una primitiva coscienza, se non altro come effetti di errori umani nella programmazione degli automi. Il calcolatore Hal 9000 uno dei protagonisti del film non si comportava come se avesse delle emozioni, cioè non aveva un'attività emozionale programmata, bensì esprimeva tracce di un sentire umano vero. Il risentimento incontrollato che Hal prova all'esclusione delle sue funzioni decisa dai due astronauti dopo il suo grave errore, è tipicamente umano. Umane sono anche le reazioni pratiche che ne conseguono che portano ad aggravare la sua situazione. Infatti dopo l'esclusione il comportamento di Hal non è più logico e coerente con le finalità della missione. L'elaboratore cercando in seguito di uccidere gli astronauti antepone un proprio sentimento di odio agli interessi del viaggio. Fino ad arrivare ad una vera passione omicida.
Perché Hal si emoziona? Perché è divenuto simile agli uomini, ha interiorizzato nelle sue fibre nervose, frutto di una probabile clonazione, aspetti del comportamento relazionale degli esseri umani fino al punto di provare piaceri trasgressivi, variante quest'ultima non prevista da chi lo ha realizzato o ha investito nella sua realizzazione.
Hal rappresenta il tonfo filosofico di una scienza, quella occidentale troppo legata a concezioni scientiste dell'universo.
La missione su Giove fallisce ma l'astronauta Bowman raggiungerà il monolito in un appartamento stile rococò, in un'altra dimensione spaziale e temporale, non prevista da chi ha investito nella missione. Altra dimensione perché frutto dell'es. Una temporalità edipica in cui soggiacere piacevolmente e con stupore al mito di un'intelligenza superiore. Bowman morendo nel letto stile rococò e rinascendo vicino al pianeta terra diviene metafora dell'essenza dell'itinerario umano dell'esistenza. Itinerario che appare sempre più legato alla tragicità dell'edipo. L'assenza quasi totale della donna nel film conferma le infinite varianti che la triangolazione edipica può assumere nel suo gioco con il rimosso. Tragica gerarchia edipica quella del film. Hal figlio trasgressivo di Bowman, Bowman figliol prodigo dell'ignoto intelligente e soprannaturale espresso dal monolito, gerarchia che dà senso ai paradossi dell'evoluzione umana e lega l'edipo alla tradizione maschilista.
Evoluzione umana a volte priva della madre. Madre sottratta al rapporto più vero e appagante con il figlio, per questo fonte di inquietudine e mobilità pulsionale che il film utilizza per la sua macchina narrativa. Il parricidio di Hal è simbolico, interiorizzato dalla conoscenza degli umani con cui ha a che fare. Lo sguardo di donna è già soppresso o rimosso, non può esistere nel film, questa è la condizione per avvertire la musica del silenzio che Kubrick avvalora esteticamente con gli insoliti rumori prodotti dall'uomo nello spazio. In un contesto di figure multimediali liberate su uno sfondo nero che evoca la castrazione come metafora della scomparsa della donna.
Rivedendo questo film si rimane sorpresi dalla sua attualità e modernità estetica. L'architettura stessa delle macchine spaziali e delle loro sale operative protagoniste delle scene sembra resistere al tempo, solo la forma delle tute e dei caschi mostra le crepe del tempo. Il saggio indugiare della macchina da presa in innumerevoli inquadrature ricche di geometrie convergenti dà tempo all'occhio di apprezzare i particolari.
Oggi alle soglie di grandi e importanti applicazioni dell'intelligenza artificiale abbinata ai prodotti della clonazione vien da chiedersi se l'"Odissea" umana può trovare nello spazio interplanetario un motivo di creatività che dia alle passioni edipiche un campo di articolazione. Forse il sapere racchiuso nello spazio interplanetario è più enigmatico e misterioso di quanto la scienza possa immaginare. Ecco allora saltare regolarmente qualcosa dell'impianto scientista. Filosofia ideologica quest'ultima che è costretta a fare i conti con uno stato naturalmente artistico della coscienza umana.
Marlon Brando  29/09/2006 19:20:15 » Rispondi
Grazie per la tua risposta di prima.
Un'altra cosa: perdona la mia inesperienza in materia, ma mi potresti spiegare cosa intendi per triangolazione edipica?
Giordano Biagio  30/09/2006 13:48:04 » Rispondi
E' un conflitto ma anche una risorsa tra figlio e padre, esso ha radici già nelle prime esperienze di vita del bambino che sente attraverso gli odori la presenza di una persona estranea alla madre. Esso ha per oggetto: una contesa per il possesso della madre. Con la liberalizzazione dei costumi sessuali e la crescita di una cultura più attenta alle esigenze del corpo questo conflitto ha cambiato i suoi aspetti più legati alla sessualità infantile divenendo via via un conflitto sugli affetti mal distribuiti tra madre-figlio-marito, sui ritmi d'amore presenti nella tringolazione madre-marito-figlio non sempre ben coordinati le e disturbati dalle necessità dei ruoli educativi che pongono il figlio a volte in una posizione subalterna al padre umiliandolo rispetto alle sue necessità di possesso della madre. E' un rapporto d'amore quello del figlio verso la madre mai libero perchè preso dalle serie necessità educative che la famiglia deve produrre e soddisfare.
Occorre cultura e capacità politica nel gestire questo rapporto famigliare che è molto delicato perché ci sono all'interno fortissimi ivestimenti affettivi legati anche alla sicurezza che la famiglia dà...
Può essere una risorsa quando il figlio viene spinto dalla competizione inconscia con il padre a compiere imprese di grande utilità personale o sociale... ne è un esempio Bush che ha finito per superare il padre expresidente degli Stati Uniti in diverse imprese politiche...
Marlon Brando  01/10/2006 00:48:17 » Rispondi
Ok, grazie per la risposta! Intendi dire, dunque, che Bush junior è riuscito a fare più danni di Bush senior! :)
A parte gli scherzi volevo chiederti una cosa (l'ultima e poi non ti tormento per un po'!) che cosa ne pensi del cinema come arte? Dove la collochi? A me pare una via di mezzo tra letteratura e musica: ti dà più emozioni di un libro, ma meno di una musica, e ti fornisce più riflessioni di una musica, ma meno di un libro.
Mi rode molto che il cinema possa essere inferiore ad altri arti e non voglio ammetterlo e a volte penso di aver ragione. Per esempio: posso paragonare il genio di Kubrick con quello di Dante o quello di Truffaut a Manzoni (paragoni che comunque non hanno uno stretto nesso logico tra di loro se non per la bravura degli artisti)?
Forse ci vuole solo tempo per valutare i risultati. Benchè sia stato inventato da 111 anni il cinema è ancora un'arte novella.
Ovviamente queste sono riflessioni puramente personali e posso sbagliare benchè sia abbastanza convinto di queste idee.
Giordano Biagio  01/10/2006 16:44:27 » Rispondi
Si è vero Bush ha fatto più danni del padre, speriamo che si tolga presto dai piedi...e che lui e la moglie la smettano di bere.
Il cinema come arte secondo me ha una sua collocazione originale e specifica nel campo della fotografia in movimento.
Un'impressione di realtà diversa dalla fotografia statica, perché ciò che la fotografia mostra appartiene al passato il film invece ha il potere di darci del passato un impressione di presente, un qui e ora, questa è una delle sue caratteristiche principali.
Nella narrazione di tipo letterario il cinema all'interno del suo campo diegetico si avvale di diverse arti: fotografia nelle inquadrature, pittura quando le inquadrature si avvalgono di suggerimenti tratti dalle grande opere, letteratura quando prende spunto dai libri per tracciare i suoi intrecci narrativi e i meccanismi tecnici che li costituiscono, la musica per i suoi accompagnamenti del racconto, il teatro quando il film si svolge molto sugli interni ed eccede nel dialogo.
Nessuno sa ancora quale sia il vero potenziale artistico del cinema anche perché si misura tutto in rapporto al cinema come industria. Come industria il cinema ha mostrato i suoi limiti artistici e credimi è lì che han messo il coltello affondandolo bene i vari Carmelo Bene, e altri grandi autori teatrali...
I costi dei films sono elevati , si spera che i grandi cineasti una volta ricchi ci regalino opere che sentono veramente, che seguano, come hanno fatto sovente, la loro ispirazione puramente artistica evitando di inserire nei film ingredienti psicologici ruffiani precostituiti tesi a soddisfare un tot di mercato già prefigurato...
Penso che il cinema possa ancora sorprenderci molto, in particolare quando l'oggetto della sua attenzione riesce a comunicare in modo sorprendente, unico, originale...

Marlon Brando  01/10/2006 18:02:26 » Rispondi
Ah, quindi Bush e sua moglie non hanno ancora smesso?
Comunque è vero che il cinema si colleghi spesso strettamente alla mondanità, all'intrattenimento e, alcune volte, ad una vaga e inutile trasgressione. Ed è di molti l'idea che il cinema sia solo questo.
Penso che col cinema bisogni intraprendere un lavoro di coesione con le altri arti, paragonando esso, come ho già detto, alla letteratura, alla pittura, alla musica, eccetera...
Per esempio mi chiedo se Omero e Manzoni, nati al giorno d'oggi, fossero rimasti lo stesso degli scrittori; leggendo nelll'Iliade la descrizione di una visuale di una battaglia dalle mura di ***** o leggendo ne I promessi sposi la famosa descrizione di " quel ramo del lago di Como", mi si presentano nitide immagini di pianosequenza ripresi da telecamere. Omero e Manzoni possibili registi? Non lo so, ma anche Umberto Eco ha riflettuto su questo a proposito dello scrittore milanese.

Forse il cinema è l'arte più artificiale e allo stesso tempo naturale che esista: si realizza attraverso procedimenti e organizzazioni relativamente complessi, ma si esprime attraverso le immagini, le quali sono percepite attraverso il senso a cui siamo più attaccati, la vista. Tu che ne pensi a riguardo (giuro che questa è l'ultimissima domanda!)?
Giordano Biagio  04/10/2006 12:27:16 » Rispondi
Bush è un alcolista non anonimo, abbiamo visto nel film di Moore i suoi strepitosi tempi di reazione alla notizia che le due torri erano state colpite...
Si il cinema è anche legato allo snob, all'effimero, al narcisismo ingiustificato perché privo di meriti artistici e supportato da clan paramafiosi, chi ne ha più ne metta... resta il fatto che è un dispositivo di grande potenziale artistico...
Omero e Manzoni hanno fatto dei film scritti, avessero potuto avrebbero fatto anche dei film di immagini in movimento...
L'immagine psichica che scaturisce dalla lettura è vera, alimenta la nostra immaginazione. Anche osservando un film si formano in noi immagini psichiche, un film nel film, un gioco con il nostro inconscio che fa si che ciascuno commenti il film in modo diverso limitandosi per quanto riguarda gli aspetti critici oggettivi a valutazioni tecniche...
La nostra storia interagisce con il film e in un modo molto intimo, il nostro pudore fa si che a volte commentiamo il film senza tener conto di questo aspetto...preferiamo fare tutti i critici cinematografici
tralasciando i numerosi risvolti personali che il film ha suscitato in noi, nel nostro inconscio. Siamo tutti critici di cinema o filosofi di estetica mai miseri esseri intelligenti capitai nel mondo nostro malgrado...
Marlon Brando  08/10/2006 14:16:24 » Rispondi
E' vero: c'è MOLTO narcisismo nel cinema...
Grazie per le risposte; conversare con te è sempre piacevole e produttivo!
Ciao e a presto!
Giordano Biagio  08/10/2006 20:28:14 » Rispondi
Quando vuoi conversare va bene, senza problemi.
Marlon Brando  11/10/2006 15:28:21 » Rispondi
Grazie, allora ti contatterò su un commento quando avrò bisogno. Sai, le discussioni sul forum sono interessanti perchè si hanno più punti di vista, ma sono un po' troppo dispersive.
Ciao e a presto!
thohà  04/08/2005 11:53:22 » Rispondi
Bel commento.
Ma Hal NON commette un errore. Se hai voglia e tempo leggi la recensione di Cash... Ciao.
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  05/08/2005 10:20:51 » Rispondi
Grazie dell'attenzione al mio modesto scritto. Ho cercato Cash per leggere il suo commento ma non l'ho trovato. Puoi dirmi per favore dove posso trovarlo?
Grazie e buona giornata.
Biagio Giordano
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  05/08/2005 10:28:46 » Rispondi
Penso facesse riferimento allo speciale, trovi il link sotto la locandina oppure vai qui:

http://www.filmscoop.it/registi/Stanley_Kubrick/Il_futuro_di_Kubrick/2001_L_odissea_di_Kubrick.asp
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  05/08/2005 16:43:38 » Rispondi
Grazie l'ho letto.
Saluti
Biagio
thohà  05/08/2005 14:10:38 » Rispondi
Scusa, hai ragione. Lot ti ha già risposto. Il modo più facile è quello di andare sullo 'speciale' vicino alla locandina. Buona giornata anche a te.
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  05/08/2005 16:49:41 » Rispondi
Ho letto lo speciale di Cash. L'ho trovato molto interessante e preciso. Davvero un grosso lavoro. L'ipotesi sulla pazzia di Hal è molto convincente e ben argomentata. Tuttavia ritengo che l'opera di Kubrick sia volutamente a struttura polisemica (a più sensi). Questo per favorire conversazioni e scritti sul suo film basati su un certo contenuro creativo e inventivo. L'opera cinematografica di Kubrick stimola il pensiero di ciascuno verso un'espressività artistica.
Buon lavoro.
Biagio Giordano
Marlon Brando  27/09/2006 21:44:28 » Rispondi
Complimenti! Commento interessantissimo e affrontato in modo ampio e accurato come sempre.
Kubrick è grandioso e geniale nel mostrarci tante tematiche: quella più chiara e comprensibile (per esempio in questo caso la violenza congenita dell'uomo o il fascino dello spazio e, quindi dell'infinito) e quella più complicata che si avverte, probabilmente, dopo più visioni (la psicanalisi trattatanel tuo commento).
Voglio chiederti se le riflessioni incentrate sulla psicanalisi ricavate da Kubrick siano sue o se sono semplicemente ribadite visivamente dalle teorie di Freud. Ho letto qualcosa di suo, ma non ho affrontato direttamente un suo scritto. Aspetto la III classico per capire meglio.
Grazie
Giordano Biagio  28/09/2006 12:52:52 » Rispondi
Kubrik aveva un certo interesse per la psicanalisi, per quel che ne so io anche freudiana. Non applicava mai però dei modelli teorici, amava combinare tutto ciò che lo attirava nel campo della letteratura e della saggistica con proprie idee specifiche legate al suo lavoro di cineasta. Teneva sempre presente, nella scelta del materiale da sceneggiare, del la possibilità concreta di una realizzazione visiva e perché no spettacolare dei pensieri narrativi che maturava, valutava di questi ultimi la loro buona idoneità al risultato cinematografico.
La sua opera una volta realizzata entrava nel mondo della cultura e dell'arte suscitando pensieri di critica cinematografica, filosofica, psicanalitica, letteraria.
Essendo quelle di Kubrik vere e proprie opere d'arte ciascuno poteva avere un proprio approccio al film,..
l'importante come in tutte le cose era necessario studiare il film e mantenere uno stile interpretativo aperto....non fondamentalista...

O.D.  12/08/2005 13:55:49 » Rispondi
Grande nella sua interpretazione del film.
E' bello leggere di gente che ama il cinema in questo modo.
Volevo fare anch'io una recensione al film..., ma dopo aver letto questa ed i commenti degl'altri non me la sento più..., farò la classica figura di quello che mete un voto senza commentarlo.
:)
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  30/09/2005 00:05:59 » Rispondi
Anche tu però hai delle belle idee. Ciao