JoJoGay 10 / 10 08/03/2005 01:45:34 » Rispondi Un trattato sulla psicologia di coppia non potrebbe essere meno esauriente dell'ultima opera del Maestro, che morì subito prima di poter dare gli ultimissimi ritocchi al film. Il Regista riesce con quest'opera ad indagare nella sfera dell'inconscio, delle pulsioni segrete, degli istinti animali che l'uomo porta con sé: nella vita di una coppia scoperchiare il vaso di Pandora dell'intimo più profondo che le convenzioni sociali costringono a reprimere diventa così qualcosa di a dir poco esplosivo. Un film che sarebbe da vietare a qualunque coppietta (gli stessi Cruise e Kidman, sposati da anni anche nella vita, ammisero che il loro matrimonio fu sull'orlo di rompersi durante le proiezioni - cosa che peraltro accadde due anni dopo l'uscita del film), visto che punta a smantellare i cardini della fiducia reciproca che i due coniugi credono di mantenere (ipocritamente?), mettendo lo spettatore di fronte al fatto che l'istintualità, l'inconscio, sono sempre da mettere in conto, e che ogni persona nasconde dentro di sé molti mostri che ha il terrore di affrontare. Entrambi i protagonisti, seppur in maniera apparentemente alternativa, percorrono assieme un sentiero di formazione che li spingerà a conoscere meglio sia il proprio partner che sé stessi, ad affrontare i propri mostri e le proprie paure, arrivando fino all'orlo della rottura. Un film sconvolgente, acuto, profondissimo, e carico di simbologie (ovviamente funzionali alla trama ed al sentimento che il Maestro impone con forza sullo spettatore) riconoscibili a vari livelli anche da spettatori non necessariamente esperti in materia. D'altra parte questa è la magia dei grandi: riuscire a comunicare qualcosa a tutti, a più livelli di fruizione dell'opera: grandissimo è il piacere (o forse sarebbe più corretto dire "l'esperienza estetica") provato dal cinefilo più esperto, ma anche il neofita può percepire senza problemi ciò che il Maestro voleva dare. Non si parla di comprensione di un qualche messaggio specifico insito nell'opera, ma di ricezione di emozioni: questo film schiaccia, angoscia, turba fino a spaventare. Chiudere gli occhi, o spalancarli (l'ossimoro contraddittoriio del titolo) dinnanzi alle proprie paure non fa differenza: che ci si trovi nella realtà o nel mondo dei sogni, a sé stessi paure non si può sfuggire. La chiusura del dialogo finale, l'ultimissima battuta che la dolce mogliettina sussurra al marito, è la ciliegina sulla torta.
L'ultimo regalo di Stanley Kubrick all'umanità che così poco amava.
norah 08/03/2005 19:23:28 » Rispondi Complimenti anche a te :-)
JoJoGay 08/03/2005 22:56:54 » Rispondi Grazie! Ma anche il tuo commento non scherza affatto...
Lot 08/03/2005 15:39:41 » Rispondi perfetto come sempre