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EYES WIDE SHUT regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio     9 / 10  10/08/2005 11:17:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

“… Chiudere gli occhi per vedere meglio..”.
Il film si svolge a Manhattan alla fine del ‘900. Kubrick per la sceneggiatura prende alcuni spunti dal romanzo breve “Doppio sogno” di A. Schnitzler, scritto nel 1926.
Protagonisti della pellicola diventano dopo poche sequenze i sogni e i desideri sessuali di una giovane coppia. Sogno e desideri animati da fantasie in parte di origine onirica in parte legate a una difficoltà di identificazione nei ruoli che cia-scun componente della coppia svolge. Le fantasie dei genitori entrano in una elaborazione cosciente portando dall’inconscio effetti di verità enigmatici. Ve-rità non definibili ma di cui si avverte la loro presenza come cifra tra i ritmi delle pulsioni.
I due sposi attraversano un disagio legato all’insorgere di desideri oscuri ver-so altre persone che divengono fantasmi insidiosi. La cosa non incide sul loro attaccamento al senso della famiglia. La coppia rimane sincera nel comunicare le proprie inquietudini, anche quelle scomode. Lui è un medico (Bill) lei una ex gallerista (Alice), hanno una figlia piccola che rimane ai margini di tutte le loro vicende. Entrambi, lungo l’insorgere di fantasie irrefrenabili che divengono deli-rio decidono di intrecciare nuove relazioni. Quest’ultime risulteranno in parte vere e in parte immaginate ma sempre ricche di significazione inconscia. La re-ciproca confessione delle proprie fantasie erotiche accompagna costantemente le loro vicende evidenziando un senso di colpa strutturale. Senso di colpa a volte inconsapevole a volte conscio e soggetto a un lavoro di misconoscimento. Una colpa che sembra coincidere con la riuscita perbenista del civile in seno alla loro famiglia.
Kubrick coglie l’occasione, passando dall’oscuro desiderante che è in noi, di entrare nel mondo della perversione ritualistica borghese. Mondo per tradizione oggetto di attenzione morbosa e analitica da parte di tutte le classi sociali. Lo fa con stile e una forma immaginifica-musicale eccelsa che dà proprio l’idea e il senso estetico del rituale erotico raffinato e trasgressivo tipico ancor oggi di una parte dell’alta borghesia nobiliare. L’orgia mascherata delle persone che social-mente “contano” avviene in un lussuoso e sfarzoso castello. Nel gioco-culto ci sono donne bellissime e ricche ma anche donne affascinanti di estrazione sociale non alta. Disposte quest’ultime ad entrare nel giro bene a qualsiasi costo pur di coltivare il sogno dell’identificazione fallica possibile con il fantasma borghese. Kubrick mette in evidenza una donna precisa che si prostituisce (Amanda) e che non è amata dalle persone più facoltose del gruppo. Essa alle prime manifeste difficoltà psicologiche, dovute all’impossibilità di identificarsi in toto con le scene dell’orgia, viene scaricata con cinismo e lasciata gradualmente morire di overdose, nel pieno disinteresse. L’orgia segreta viene scoperta da uno scono-sciuto (dottor Bill) intruso curioso che si è fatto dare la parola d’ordine dall’amico pianista della festa (Nick). Identificato, il dottore per evitare che parli di ciò che ha visto viene minacciato di morte. Bill diffidente ma affascinato dai personaggi che ha visto decide con coraggio di proseguire ad indagare sulla morte di Amanda.
Il dottore, pur non lasciandosi intimorire dalle ripetute minacce di morte da parte dei partecipanti alla festa, arriva attraverso l’amico Ziegler, presente al ri-tuale, a conoscere soltanto qualcosa di parziale e di enigmatico sulla morte di Amanda. L’amico Ziegler è infatti abilissimo nel dimostrare come non ci siano state responsabilità di nessuno nell’accaduto, anzi secondo lui Amanda è da con-siderarsi colpevole perché era una prostituta e si drogava senza criterio. Il ricco e potente Ziegler dimostra che tutto può filar liscio in questo genere di cose. Senza pericoli di commettere reati. Il rispetto delle regole stabilite può dare delle soddisfazioni estetiche trasgressive lungo un’importante apparenza di legalità. Questione di potere. Di esercitarlo in modo intelligente sulle persone, sui loro corpi. Riuscire a privare il corpo, per un solo piccolissimo istante, di ogni forma di controllo.
Kubrick osserva e giudica quel mondo borghese. Lo fa in modo raffinato. Sottolinea con la forza visiva di un cadavere esposto a lungo in primo piano co-me in certi giochi erotici collettivi, in cui c’è di mezzo l’uso di un corpo com-prato, si possano intravedere, anche solo per un attimo, aberranti perversioni dell’etica liberale. Egli sottolinea come siano i più deboli a farne le spese in quanto hanno difficoltà a mantenere una totale identificazione con i personaggi con cui entrano in relazione. Ciò compromette la fiducia accordatagli. Allora nel caso che in queste feste le cose non procedano come auspicato la posta in gioco più importante diventa secondo Kubrick il mantenimento del decoro borghese nell’ambito pubblico. Colpevole rimane per Ziegler chi si lascia coinvolgere in questo tipo di gioco senza capire le proprie insicurezze, chi si dimentica anche solo per un attimo di non appartenere ad una classe di prestigio o ad un certo potere professionale. Coloro che non riescono a rispettare il contratto.
Per la legge tutto è ok ma Kubrick con il suo film dice che non si sono ri-spettate le leggi etiche borghesi e liberali. Quelle che riguardano il rispetto della dignità e del corpo di ciascuna persona con cui si entra in relazione. Nel film egli dubita che si sia rispettato il sogno di Amanda, quello di voler vivere con ingenuità e stile in mezzo al mondo borghese.
La coppia borghese Bill e Alice uscirà senza danni dalle esperienze trasgres-sive conscia di un buio esterno che non li riguarda più. Un buio straniante e bor-ghese che ha colpito la loro sensibilità riavvicinandoli nell’occasione natalizia all’etica di coppia. Una lieta riscoperta in coincidenza del Natale. La morte di Amanda riporta la coppia a rivivere un aspetto importante dell'etica cristiana: “Ama il tuo prossimo (in questo caso la ragazza morta) come te stesso”.
In questo film si potrebbe dire che il sogno, con la forza del suo desiderio, ha portato la coppia a fare altre esperienze reali e immaginarie e che da queste esperienze successivamente elaborate sono avvenute delle trasformazioni di istanze inconsce. Ne è scaturito un legame nuovo tra l’idea di estetica e quella di etica riferite al corpo. Un diverso rapporto tra loro. Una relazione dove l’estetica tende a non separarsi più dall’etica ma a giocare con essa in più raffi-nati livelli stilistici.


O.D.  12/08/2005 13:45:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sempre sublime e raffinato nell'esporre le proprie tesi sui film.
Grande.
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  14/08/2005 09:30:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie O.D. buona giornata e buone visioni,
Biagio