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EYES WIDE SHUT regia di Stanley Kubrick

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Marlon Brando     10 / 10  09/04/2007 15:48:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi risulta assai ostico commentare l'ultimo, geniale e inquietante film di Kubrick; trovo che questo sia uno dei film più complicato del grande regista statunitense, nonostante qualcuno abbia trovato un po' di pecche nella ripetitività e verbosità di alcune scene.

E' difficile distinguere la realtà dalla fantasia in Eyes wide shut: i vagabondaggi notturni del medico Bill, padre di una bambina e sposo di Alice, donna di grande bellezza, sono frutto della sua fantasia o è una proiezione onirica delle propri desideri? I desideri sono frutto delle confessioni di natura sessuale della moglie drogata, di cui aveva completa fiducia.
"Bill, come stanno i capelli?"
"Benissimo."
"Ma se non mi hai neanche guardata."
"Tu sei sempre meravigliosa."
Queste prime battute scambiate tra Bill e Alice all'inizio, prima di andare ad una festa, sono tra le più significative dell'intero film e sono indice di una quotidianità tranquilla e benevola in cui il "non sguardo" significa completa fiducia. Invece "sguardo ad occhi chiusi" provocato dalle confessioni della moglie può vedere Alice che fa sesso con un ufficiale da cui era rimasta affascinata anni prima e per cui a suo stesso dire avrebbe abbandonato suo marito, sua figlia e il suo futuro per avere anche una sola notte di sesso con lui. Il pensiero all'infedeltà di sua moglie si manifesta solo attraverso un sogno/incubo ricorrente, un'allucinazione ad occhi aperti e spalancati a cui appaiono le immagini di una New York ricostruita appositamente in studio per non apparire come nella realtà.
Per un imprevisto (la morte di un proprio collega che potrebbe essere congiunto con il trapasso inevitabile della fedeltà matrimoniale e di conseguenza con la libertà di essere slegati da ogni vincolo) si ritrova a vagare per New York alla ricerca di un tradimento per ripicca, necessità e obbligo di maschio verso l'ingiustizia della moglie, che nonostante abbia solo immaginato l'adulterio, è così intenso da sembrare reale.
Prima con la figlia del collega morto che fa inaspettatamente avance e dichiarazioni d'amore e poi con una prostituta che lo invita a casa sua, Bill non si decide a consumare il tradimento: i corpi si avvicinano e si sfiorano, ma un immanente senso di colpa lo blocca sempre, una sorta di censura (la figlia del medico deceduto lo corteggia con il cadavere del padre accanto, senza pudore, cercando conforto dall'eros, vitale e corporeo, reagente con la fredda e immobile materia del thanatos).
Sempre per caso Bill trova l'indirizzo per una festa in maschera: si scoprirà che è un'orgia in cui non si possono svelare i volti. La festa ha una struttura rituale e trasgressiva, ma questa loro trasgressione è dettata da regole e norme, perchè risulta impossibile distaccarsi completamente dai criteri del sociale attuale. Qui il sesso è libero, ma è freddo perchè i partecipanti sono "depersonalizzati" dalle maschere e quindi privati di un vero sguardo nei confronti dell'altro, ma senza problemi sentimentali perchè scevri da ogni contatto "umano". Anche qua Bill non si ottempera alle situazione e si limita a osservare e a commentare compiaciuto i rapporti sessuali.
Gli organizzatori, comuque, scoprono la sua intrusione non permessa e lo cacciano, svelando il suo volto e venendo così identificato e psicologicamente sottomesso. In questo frangente c'è anche una certa critica di Kubrick nei confronti della classe alta della società e quella media: l'una dedita a una becera trasgressione che sconfina nell'ipocrisia più sfacciata, l'altra per la sua ingenua fiducia nei confronti della classe superiore.
Bill continua i suoi vagabondaggi il giorno seguente: il carattere crepuscolare del suo peregrinare permette di sciogliersi dalla attività di padre e marito per diventare un essere autonomo dai suoi obblighi. In quest'ultima sera Bill quando tornerà a casa troverà la maschera che aveva perso il giorno prima appoggiata dalla moglie sopra il suo cuscino. Bill piagnucola e si accorge che non può domare il suo inconscio e si rassegna a piagnucolare e a confessare tutto alla moglie assopita.
Il finale è ironico e beffardo per il suo semplice (e inesistente) messaggio contrapposto alla complessità generale dell'opera, richiamando con sobrietà l'uomo al suo istinto animale.
Terry Malloy  26/09/2007 15:12:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
in che senso non esiste messaggio nel finale?
credo che EWS sia un film piuttosto lineare e tu stesso fino all'ultima riga hai dimostrato di poterti muovere comodamente nelle svariate tematiche del film, quindi non capisco proprio la tua conclusione.
Marlon Brando  26/09/2007 16:53:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perchè l'ultima scena (in particolare l'ultima battuta ovviamente) secondo me ha più finalità ironiche che altro, ma comunque non toglie nulla a ciò che il film dice.
Terry Malloy  26/09/2007 18:50:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
OK
Marlon Brando  09/04/2007 20:08:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
... e poi come non perdersi negli occhi della Kidman alla ricerca di "qualcos'altro", di un "altrove"...
agentediviaggi  14/04/2007 18:33:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissimo commento, splendido davvero!
Marlon Brando  14/04/2007 19:16:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!