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REDACTED regia di Brian De Palma

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oh dae-soo     8½ / 10  08/10/2010 19:32:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'era un mercante di Baghdad che mandò il suo servo al mercato per comprare delle provviste. Dopo un pò il servo tornò indietro pallido e tremante dicendo "- Padrone, una donna mi ha urtato al mercato; quando mi sono girato ho visto che era la Morte, mi ha guardato e mi ha fatto un cenno minaccioso. Ti prego, aiutami, dammi un cavallo e fammi scappare dal mio destino, vado a Samarra e la Morte non potrà trovarmi.". Il mercante gli prestò il cavallo e il servo fuggì. Poi il Mercante andò al mercato, vide la Morte e le chiese "- Perchè hai fatto quel gesto minaccioso al mio servo?". Rispose la Morte "- Non era un cenno minaccioso, ma un gesto di sorpresa. Ero sconceratata di trovarmelo qua a Baghdad quando invece devo avere stasera un appuntamento con lui a Samarra".

C'è tutto Redacted in questa magnifica quanto terribile barzelletta. L'ineluttabilità del proprio destino, della propria morte. Il Servo è il Soldato in guerra, il Mercante una sorta di effimera speranza. Tutti gli uomini prima o poi andranno a quell'appuntamento, il soldato ha soltanto un cavallo più veloce che lo farà arrivar prima.

Strepitosa pellicola di DePalma, accusata con troppa faciloneria di antiamericanismo, quando invece, come nella maggior parte dei film di guerra, le vicende raccontate devono considerarsi universali e la denuncia non vista come a rivolta a un tale esercito o una tale guerra ma alla Guerra tout court e a tutte le aberrazioni che questa, quasi giocoforza, comporta.
Il film prende spunto da un vero episodio: lo stupro e l'assassinio di una quindicenne irachena da parte di 4 soldati americani. In realtà soltanto 2 compiranno l'eccidio (oltre la ragazza vengono uccise la sorellina, la madre e il nonno) mentre un terzo riprende il tutto con una telecamera e un quarto se ne sta disperato fuori, incapace di fermarli.
De Palma analizza il prima, il durante e il dopo eccidio in un arco temporale di circa 2 mesi.
Prima conosciamo i soldati, impegnati in un posto di blocco a Baghdad. In una bellissima sequenza vediamo l'interminabile attesa dei militari (scandita dai rumori di una bottiglia d'acqua vuota premuta continuamente da un soldato e dal ripetuto far scattare un accendino zip di un altro) che hanno il "solo" compito di controllare le macchine che passano nella barriera. I militari intimano ad un'automobile di fermarsi, questa prosegue dritta, si fa fuoco, una donna incinta muore. De Palma approfitta per comunicarci che oltre 2000 civili iracheni sono stati uccisi nei checkpoint, il 99% non terroristi. Tra l' altro, se vogliamo, si torna alla barzelletta iniziale. Lì il servo aveva mal interpretato i gesti della Morte, qui capita molto spesso che i civili scambino il gesto dei soldati di fermarsi come un saluto. Come per il servo, l'incomprensione li porta alla morte.
I soldati si annoiano, non è come il Vietnam dove le donne non mancavano. La somma di questa voglia sessuale unita al desiderio di vendetta per un loro compagno esploso in una mina li porterà alla terribile decisione, PIANIFICATA, dello stupro alla quindicenne.
Questo avverrà sotto le luci della telecamera del soldato Salazar, il nostro occhio per buona parte del film. Soltanto il soldato McCoy si opporrà e sarà infatti lui in seguito a denunciare il terribile fatto. Salazar, in realtà soldato "buono" con la sola mania che tutto venga ripreso (allegoria forse della tv d'oggi), sarà invece rapito e decapitato. Ho già scritto moltissimo dicendo in realtà poco. Redacted avrebbe bisogno di uno spazio infinito per poter esser commentato data la moltitudine di così tanti e forti temi trattati, che siano politici, etici, morali, umani. De Palma si serve di un'incredibile quantità di canali audiovisivi per raccontare la vicenda, dalla telecamera di Salazar al documentario interno al film, dalle immagini televisive alle telecamere di sicurezza, dai blog ai filmati su You Tube, dai servizi in diretta giornalistici alle microcamere nei caschi. La sceneggiatura è perfetta, specie nei dialoghi dai quali è possibile estirpare moltissime frasi significative "la prima vittima sarà la verità", "le telecamere raccontano sempre bugie" "quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas (riferito al voler insabbiare tutto)" "si possono far cento film sull' 11 settembre ma nessuno sui nostri crimini perchè noi siamo una razza superiore" e mille altre. Si arriva così al finale dove, come nel bellissimo Valzer con Bashir, la finzione (se di finzione si può parlare) lascia spazio alle reali immagini di civili iracheni morti. Il senso di rabbia, di impotenza, di commozione raggiungono così il massimo livello e marchiano a fuoco la parola pace o il desiderio di essa nel nostro cuore e non in un'inutile, spesso ipocrita, bandiera.