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BELLADONNA OF SADNESS regia di Eiichi Yamamoto

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  20/02/2018 10:58:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Alla base c'è l' emancipazione femminile: Jeanne è infatti una donna privata di ogni diritto, costretta a subire soprusi e umiliazioni di ogni genere, sino a poi essere perseguitata nel momento in cui, liberandosi, diventa figura pericolosa per il potere tirannico che domina il villaggio in cui vive.
Una visione più ampia permette una riflessione sull' indottrinamento del singolo attraverso leggi e dogmi, imposti non per rispettare uno status di benessere e convivenza pacifica, ma per favorire una repressione sempre maggiore con l'intento di soffocare ogni spirito ribelle e assuefare il popolo all' accontentarsi.
Per questo motivo il sesso e il diavolo diventano metaforici simboli di ribellione, da sempre visti visto come male assoluto qui si elevano a strumento per affrancarsi da situazioni di totale asservimento.
Il particolare stile d'animazione risulta assai affascinante con movimenti ridotti ai minimi termini e un occhio di riguardo per strisce disegnate continue (i cosiddetti emakimono) a raccontare le vicissitudini della bellissima protagonista prigioniera in un medioevo oscuro, guidata da un satanello dalla forma fallica che quanto a malvagità è un dilettante in confronto a ciò di cui gli uomini sono capaci.
Altro fattore caratterizzante sono i numerosi trip lisergici (a volte fin troppo ridondanti) provocati dall' utilizzo della belladonna, una pianta dagli effetti allucinatori in questo caso surrogato delle sostanze stupefacenti e quindi bandite a prescindere dalla loro reale pericolosità in quello che è forse l' approccio liberatorio più discutibile, tuttavia comprensibile se contestualizzato al periodo (siamo nei primi anni 70).
La potenza espressiva di Eiichi Yamamoto trova forza nel minimalismo assumendo aspetti disturbanti adatti ad una storia dove il male si combatte proprio con quei mezzi che da sempre esso rifugge, qui sintetizzati in una fiaba nera morbosamente seducente e astutamente sovversiva.