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IL VANGELO SECONDO MATTEO regia di Pier Paolo Pasolini

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JoJo     10 / 10  21/09/2004 02:05:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'eretico Pasolini, l'ipereterodosso bolognese che riuscì a farsi scomunicare da entrambe le Chiese che dominarono la sua epoca, dimostra in quest'opera la sua natura di duplice eretico. Pasolini, ideologicamente figlio del marxismo, riesce ad incastonare la figura di Cristo nel mezzo delle due grandi dottrine cristiana e comunista. Gesù infatti, se da una parte presentato come figlio dell'onnipotente dispensatore di parabole e miracoli, è al tempo stesso molto più umano di quanto le scritture, o meglio la loro interpretazione ufficiale, lascino trasparire: non è certo casuale la scelta di Pasolini di riprodurre la vita di Cristo sulle orme del Vangelo di Matteo, nel quale Cristo è visto nel suo volto più umano (cosa rilevabile sin dai primissimi versetti che puntano sulla carnalità della discendenza del Figlio dell'Uomo "Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, [...] Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo."). Ma proprio per la sua natura di ateo (o meglio "non cattolico") distaccato dal marxismo ortodosso Pasolini è riuscito a regalare un capolavoro di sensibilità ed equilibrio, che riuscì ad addirittura a strappare i consensi sia, seppur mezza bocca, della voce ufficiale del PCI (ovvero l'Unità), che - molto più entusiastici - dalle sezioni meno conservatrici del clero cattolico. E' infatti questo Cristo pasoliniano quasi l'incarnazione della conciliazione tra l'ideologia rivoluzionaria comunista e l'interpretazione più aderente al pauperismo e dunque anch'essa rivoluzionaria del messaggio del Figlio del Padre: una figura di Gesù in cui spiccano gli attacchi ai ricchi ed al potere costituito nel nome di una rivincita dei sottomessi, e si punta sulla violenza shockante del "porgi l'altra guancia": una delle idee più sconvolgenti della storia dell'umanità. "Il Vangelo secondo Matteo" ci da un'interpretazione del messaggio evangelico che è probabilmente uno degli elementi che sta alle fondamenta dell'incredibile riuscita di questo film, in quanto grazie al suo lato più marxista Pasolini riesce a darci una figura di Cristo più verace, un'idea della potenza del suo messaggio molto più efficace (ed in effetti, finora insuperata) di quanto avrebbe potuto fare un qualunque regista cattolico. Lo spiritualismo, sempre presente in questo film, infatti, sembra quasi comparire di riflesso, senza mai disturbare: l'arcangelo Gabriele viene presentato nella sua fanciullesca assessuatezza vestito di umili cenci, senza ali, luci o gingilli vari. La stessa resurrezione, il trionfo dello spiritualismo, viene discretamente indicata senza sensazionalismi di sorta, ma semplicemente con Gesù che ritorna a parlare ai suoi apostoli. Tutto ciò è possibile anche perché non è nel vero interesse di Pasolini (o almeno non è il suo interesse principale) in questo film il giustificare o il mettere in dubbio la corrispondenza narrazione-realtà nel messaggio evangelico, bensì il confronto con il perché del mondo, studiato attraverso l'analisi della morte: complementare alla vita per una piena comprensione delle ragioni dell'esistenza. Si spiega dunque così la forma utilizzata dal regista per descrivere il Vangelo di Matteo: visionaria e onirica, o se si preferisce semplicemente iperpurista, è la scelta della rappresentazione pasoliniana, che decide di non toccare minimamente la "sceneggiatura originale" - temendo d'intaccarne la poesia che il regista stesso vi sentiva, osservando il più umano degli uomini (com'egli riteneva Cristo, portatore di un'umanità ideale e dunque in tal senso divina) - ma semplicemente di trasporla crudamente esattamente così com'è, senza alcuna immagine o alcuna parola di raccordo di sorta, e dunque proponendo la vita di Gesù a salti, proprio come le visioni durante un sogno. Altre particolarità esaltano ancor di più la grandezza di questo film, come la scelta degli attori, tutti rigorosamente non professionisti, e la scelta delle musiche, tra le quali spiccano la "Passione di Matteo" - come poteva mancare? - di Bach, la "Marcia funebre massonica" di Mozart - che, si ricorda, parlava della morte fisica in termini abbastanza amichevoli - e, nel finale, il geniale "Gloria" estratto da una messa cantata (in latino) congolese: un epilogo degno delle miglior world music moderna a sottolineare l'universalità del messaggio evangelico (e pasoliniano). E' comunque la grandezza di Pasolini, col suo coraggio di far parlare il silenzio - la musica compare solo per accompagnare e sottolineare i momenti più significativi del film -, di rispettare (questo sì) nella maniera più ortodossa il testo originale, a fare con questo capolavoro (che è tale anche grazie a ciò) uno dei più grandi favori immaginabili alla Chiesa cattolica, dandoci questa visione di Cristo come la sintesi più pura dell'umanità presente in ogni uomo, analizzando la questione della morte e del senso dell'esistenza senza pretendere di dare risposte (fortissima traspare difatti l'importanza dell'"atto di fede"), a differenza delle due grandi Chiese dominanti ai tempi di Pasolini che davano le risposte senza nemmeno il bisogno di porre le domande.
sb6r  21/09/2004 13:30:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
'sti***** che commento!
lupocattivooooo  25/09/2004 15:33:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi chiedevo dove eri finito ...
.....ora ho capito !!!
paul  21/09/2004 13:39:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
very big compliments!
JoJo  21/09/2004 15:34:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazzi grazzi!!!
In realtà comunque mi sto preparando a quando commenterò Tarkovskij, del quale però al momento ho visto solo Solaris qualche anno fa - capendolo più o meno quanto 2001... ed ho detto tutto -, visto che spero di vedere i suoi lavori a breve... e non voglio sfigurare (a proposito, ho letto i tuoi commenti a Stalker e Solaris: i very big compliments te li devo fare io).