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PARANOID PARK regia di Gus Van Sant

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quadruplo     7 / 10  09/12/2007 13:02:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è mai facile fare un film sugli adolescenti.
Il termine stesso "adolescenza" comprende un periodo temporale della vita di ognuno caratterizzato da alcuni stati d'animo che possono essere comuni ma, in fin dei conti, all'interno della categoria "adolescenti", c'è una certa eterogeneità di persone dove ognuno vive questo fondamentale periodo in maniera spesso diversa.
E continuando a generalizzare, si possono trovare i cosidetti "skaters", i "*****tti", i "metallari", gli "emo", i "discotecari", più molte altre categorie più o meno ordinarie e più o meno s****te.

Inoltre, non si può negare che i ragazzini odierni siano diversi da quelli di 20-30 anni fà: spesso le persone più grandi non conoscono completamente quello che veramente passa nella testa di quelli di oggi (in un passaggio del film, viene suggerito al protagonista Alex di parlare con uno di cui si fidi e che lo capisca, ovvero un amico e non un genitore).

Gus van Sant quindi si cimenta con un lavoro difficile e ambizioso, su un sentiero battuto precedentemente anche dai film di Larry Clark (kids e Ken Park). Senza sconfinare troppo negli estremisti del sopracitato regista, Van Sant ritrae una tipologia di persone molto comune, non solo negli states ma anche qua in Europa. Per confermare questo, basta farsi un giro in città il fine settimana (provare a Roma in Piazza del Popolo) per vedere quanto il look alla "Avril Lavigne" sia diffuso.

Personalmente trovo riuscito questo film, in quanto il regista statunitense riesca a trasmettere, come scritto nel commento di Kowalski, la coscienza di questi ragazzi, dando un'idea allo spettatore su quello che per loro veramente conta e sulla loro apatia verso cose che in molti di noi avrebbero suscitato reazione ben diverse (la già citata scena della foto, l'arresto del compagno di scuola, il divorzio dei genitori, il rapporto con la fidanzata).

Tutto quello che agli inizi si possa pensare essere il tema trainante della pellicola, ovvero il giallo sul ritrovamento di un cadavere, in realtà è solo un pretesto per mostrare la generazione "paranoid park" ; visto da questa ottica, non c'è da stupirsi del finale del film.

Qualche punto in meno arriva dal punto di vista stilistico, in quanto se alcune sequenze sono davvero stupende (su tutte, quella della doccia di Alex), altre han dato anche a me l'idea che ogni tanto il regista si autocompiaccia troppo con un uso eccessivo del rallenty, abbassando ulteriormente il ritmo non incalzante del film.

In conclusione, un film da vedere senza aspettarsi troppa azione, colpi di scena e cose del genere, ma in uno stato d'animo pronto a conoscere i teenagers del nuovo millennio.
quadruplo  09/12/2007 13:04:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
e vabbè..l'anteprima messaggio non mi dava le stelline al posto delle parole..che erano "fi.ghetti" e "sfi.gate"..