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PARANOID PARK regia di Gus Van Sant

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jack_torrence     8 / 10  26/01/2011 03:08:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei più bei film di Van Sant, di cui prediligo sicuramente quelli in cui esplora il linguaggio cinematografico in modo decisamente non convenzionale (questo; Elephant, Last days: che poi costituiscono nel loro insieme una bellissima trilogia sul disagio giovanile).
"Paranoid park" in particolare, con tutti i suoi ralenti, le sue dissolvenze sonore, esplora un modo di scrutare il mistero del turbamento adolescenziale davvero delicato.
Per il tema e per la ricerca stilistica, "Paranoid park" mi ha ricordato "I quattrocento colpi".
Il protagonista di questo film fa i conti con un mondo di cui non ha assimilato, e non vuole assimilare, le categorie. C'è una pacata inquietudine, passiva e docile, attenta e disattenta, uno scarto rispetto alla realtà: uno scarto che vuole essere trattenuto il più possibile, che non vuole essere colmato. Quello scarto è la misura dell'indipendenza rispetto alla piattezza del vivere "adulto", di un conformismo che si percepisce confusamente ma al quale con chiarezza non si vole essere assimilati. Si desidera trattenersi il più possibile in questa atmosfera rarefatta e sospesa: si vorrebbe rifiutare di fare i conti con la brutalità (quella terribile scena dell'uomo spaccato in due), e si ha ancora il potere di coprire nella propria testa con la musica le parole di una ragazzina indignata.
Un film a suo modo struggente.