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IL GIUSTIZIERE SFIDA LA CITTA' regia di Umberto Lenzi

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outsider     7½ / 10  08/11/2011 21:37:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un protagonista, Milian, qui asciutto, espressivo, umano.
un tipico film anni '70 che doveva essere tenuto in piedi proprio dal carisma dell'attore, nato proprio dal "tipo" che Milian impersona e la cui valenza, la cui grinta, in quegli anni, era vista come un modo nuovo di essere maschio; un modo nato appunto proprio negli anni '70, post boom economico e oramai, fortunatamente, lontani dal dopoguerra e dalla guerra. un pò filoamericano, certo, ma infondibilmente italiano.
insomma, il film è calato perfettamente nel momento. la "Milano" da vivere o da bere qui non si vede, addirittura siamo lontani anche dalle atmosphere di periferia. Qui forse della periferia si immagina quella desolata, povera. Inquadrature strette e pertanto poche concessioni ai luoghi, alla location, a divagazioni poliziesche. pubblicità alla mondialpol che probabilmente finanziò il film, allo stereo Sansui ( inquadratura a casa di Paternò...bei tempi) ed al J&B.
Manovre pirotecniche in moto molto improbabili, ai limiti fra stunt men operations ed azioni velocizzate in pellicola o montate.
questo "Rambo" ( curiosa anticipazione del nome) non si sa da dove venga e cosa faccia per vivere, forse si intuisce che è un giovane uomo buono ma vivente ai margini della legalità ma va bene così. è un action movie anni'70, alla gente interessava vedere quello.
ben scelte le poche bellezze femminili per i rispettivi ruoli.
Un Milian povero, bravo in quanto capace di recitare veramente con pochi fronzoli, casting, vestiti o escamotage cosa erano in quei film?
Dico con affetto che Tomas Milian è stato davvero un grande attore, la cosa mi commuove perchè ci sono voluti anni per far sì che l'enciclopedia treccani riconoscesse a lui di essere e rappresentare un icona per i giovani e meno giovani del tempo e di qualche tempo dopo, un'icona con il famoso monnezza alias maresciallo gilardi, con battute, uscite geniali, espressività, recitazione e tutto il resto, insomma, ci sono voluti anni affinchè questo italiano, grande dello schermo e interprete di un romano de roma, di un uomo che piaceva alle donne e a chi amava quel modo di essere, ricevesse, come i pittori prima criticati, quel riconoscimento che i critici stupidi, gretti e ottusi non gli concessero mai. ma si sa, il critico è spesso davvero una parentesi inutile nella lettura di un giornale, poichè anche il grande Totò non ebbe, ai suoi tempi, omaggi da costoro. Mezzo voto in più come omaggio a Tomas.
Sì, la vita è un buco.
Bravo.
Ciao Tomas, grande fra i grandi, non ti dimenticheremo mai.
Con sincero affetto.