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CHARLOT USURAIO regia di Charles Chaplin

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amterme63     7 / 10  23/09/2008 23:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo The Count (Il Conte), altra satira del mondo del lusso, esce l’interessante The Pawnshop (L’usuraio). E’ una comica molto vivace e movimentata, un altro sfoggio di inventiva e abilità nel creare gag a ritmo continuo, sfruttando oggetti comuni (scale, piumini, ventilatori, sveglie, asciugapanni, ecc.). Qui il vagabondo assume l’aspetto di vittima alienata di un lavoro che fa molto malvolentieri. Questa insoddisfazione di fondo lo porta a essere estremamente litigioso con il suo collega e anche a incrudelirsi con un povero diavolo che viene a mettere a pegno i suoi modesti averi. Come dire: visto che mi sento cretino a subire tutto questo, me la rifaccio con te che sei più cretino di me, benché tu sia più povero di me. E’ il meccanismo che porta chi sta male a sfogarsi con chi sta peggio di lui. Il tutto ovviamente è soffuso dalla tipica ironia di Chaplin, che invita più che altro a ridere degli incidenti della vita (anche se ce li sbatte davanti).

Si comincia con il vagabondo che entra tardi al lavoro (tanto per cambiare) e inizia molto svogliatamente la sua giornata lavorativa. Subito si fa irretire dal suo collega di lavoro e da ora in poi è tutto un becchettarsi a vicenda con tanto di botte, ruzzoloni e furberie varie, come incastrare l’avversario in una scala. Questa scala a pioli viene usata poi come arma micidiale (e comica) per colpire chi gli sta più antipatico. Dopo essersi fatto commuovere e fregare da un falso povero (le apparenze ingannano), riceve la visita di un vero povero diavolo (Albert Austin) con la sua sveglia da mettere in pegno. Il vagabondo fa la parte della persona importante con quel semplicione. Si mette ad auscultare la sveglia come se fosse un medico, poi l’apre con l’apriscatole, estrae una molla come se cavasse un dente e tratta le interiora come del cibo in scatola. Il comico sta nel contrasto fra l’impassibilità frastornata del cliente e il raffinato ed enfatico smontaggio dell’oggetto. La ciliegina sulla torta è la scena in cui il vagabondo carica la sveglia svuotata e quasi per magia i pezzi estratti si mettono a muoversi. Un po’ spaventato il vagabondo rimette tutto dentro la sveglia e la rende rifiutando il pegno. Alle rimostranze del malcapitato risponde con una martellata in testa che lo fa desistere. Il povero Albert Austin non trova di meglio che sfogarsi a sua volta con un altro malcapitato che gli chiede che ore sono. Il finale purtroppo rovina un po’ la comica, con il vagabondo trasformato in piccolo eroe che sventa la rapina del falso rispettabile Eric Campbell.