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TROY regia di Wolfgang Petersen

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peppone     7 / 10  31/10/2006 13:26:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Effetti speciali bellissimi, buona fotografia e buone interpretazioni. Il film mantiene un buon ritmo e riesce a diventare molto spettacolare in alcuni frangenti. La nota dolente è che della mitologia greca non c'è traccia e che il personaggio di Achille doveva essere pensato meglio malgrado la bella interpretazione di Pitt. Sembra che la guerra sia durata appena 15 giorni mentre se non sbaglio è durata 15 anni e ci sono diverse incongruenze specialmente nel finale. Queste cose le ho percepite perfino io che non ricordo alla perfezione il poema di Omero. Malgrado queste incongruenze il film è riuscito dal punto di vista tecnico e l'impatto sul grande pubblico è stato positivo. Il personaggio di Ettore è stato interpretato alla grande.
frine  04/11/2006 04:16:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro peppone, ho appena finito di risponderti sul "Gladiatore"! E guarda caso, ti ritrovo nella sezione dedicata a "Troy":-)
Ora, la nota dolente (su cui insisto da mesi) è che "Troy" è una magnifica riflessione sul mito greco, di gran lunga la migliore che finora si sia vista al cinema.
Purtroppo il pubblico di "Troy", anche se colto, tende a confondere il poema omerico con la tradizione mitica che, nel suo insieme, è molto variegata e spesso contraddittoria rispetto all'Iliade. Non intendo assolutamente fare lezioni, ma è importante ricordare che la fase conclusiva della guerra di T.roia non fu mai raccontata nell'Iliade, che si conclude con la restituzione del corpo di Ettore a Priamo e con il funerale del principe tr.oiano.
Il resto del film è ricavato da altre fonti -postomeriche, tardo-antiche, medievali e perfino moderne- che di volta in volta hanno rielaborato il mito, adattandolo alle esigenze di committenti e uditori (o lettori) diversi. Ma c'è un'altra cosa di cui nessuno parla: lo stesso Omero , per assecondare le aspettative della sua audience, non esitò a 'correggere' la tradizione preesistente, negando ad esempio il sacrificio di Ifigenia ovvero la storiella di Achille imboscato a Sciro con le figlie di Licomede.
Il mito greco antico è un perpetuo work-in-progress, e uno sceneggiatore moderno non può non tenere conto di questo processo evolutivo. Si può forse accusare Benioff di alcune scelte troppo drastiche, come la morte di Menelao, ma altre cose-come ad esempio la morte di Achille per amore di una principessa tro.iana-sono ben attestate nel mito, sia pure in età tarda (romana intendo).
Una piccola precisazione: secondo il racconto tradizionale, la guerra di Tr.oia sarebbe durata dieci anni. Però questo comporta una marea di incongruenze nello stesso poema omerico, in cui vediamo Priamo che, nel decimo anno di guerra, ammira l'imponenza di Agamennone (come se non l'avesse mai visto prima) ed Elena che si meraviglia per l'assenza dei fratelli Dioscuri (in realtà latitanti da dieci anni o più).
Il film tenta di razionalizzare il mito, anche alla luce di recenti scoperte archeologiche cui il regista ha potuto attingere grazie alla cortesia di illustri studiosi americani e tedeschi. Naturalmente ci sono alcuni errori (ma molto meno che nel "Gladiatore" o in "Alexander"). Tuttavia, la ricostruzione archeologica di "Troy" rimane la migliore e la più aggiornata che si sia mai vista in film riguardanti l'epopea omerica.
Infine, ritengo che il perosnaggio di Achille sia stato ben studiato e analizzato. Personalmente, avrei preferito un giovinetto, istintivo e ribelle, (semi)divinamente valoroso ma anche renitente alla leva. Ma anche lo splendido e dolente Achille quarantenne del film va benissimo , anche (anzi soprattutto) quando piange sul cadavere del nemico da lui stesso straziato.
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