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TROY regia di Wolfgang Petersen

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Rama     6 / 10  06/06/2004 23:05:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dall'uscita del Gladiatore in poi si è riscoperta la passione dell'industria cinematografica statunitense per il kolossal storico. E dunque, in attesa dell'Alessandro magno in doppia versione, Stone e Luhzmann, ecco il magnificente Troy di Petersen.

Penso che un pò tutti, da ragazzi, abbiamo fatto il tifo per il coraggioso e altruista Ettore, piuttosto che per l'arrogante e spocchioso Achille. E forse il giudizio sul film potrebbe essere viziato dal fatto che ci ritroviamo ancora una volta col corpo del bel *****no trascinato dietro il carro del "piè veloce".

Il titolo è emblematico: *****, non Iliade come nel poema del grande Omero. Il vate si concentrava sull'ultimo mese di battaglia, in particolar modo sugli ultimi dieci giorni, affrontando lungamente i complessi rapporti che legavano gli achei tra di loro e, a loro volta, il popolo invasore con gli assediati. La guerra era solo un pretesto per scoprire i lati più problematici del carattere dell'uomo: coraggio, invidia, altruismo, arrivismo, amore.

Nel film di Petersen l'interesse viene spostato. E' ***** a fare da padrona, le sue mura i suoi palazzi, quello che ne avviene fuori e quello che ribolle dentro. E' per ***** che si accendo da una parte bramosie, dall'altra attaccamento alla terra natia ed orgoglio. E i personaggi del film ruotano tutti attorno al diverso rapporto che hanno con la città. Achille, il biondissimo Brad Pitt, è in cerca di gloria, e il suo disinteresse nei confronti della città verrà ridestato dalla morte del cugino. Agamennone (Brian Cox), ci viene descritto come un bufone politicante, sempre in cerca della sua gloria personale a scapito di qualsiasi cosa. Ettore e Priamo, rispettivamente Bana e O'Toole, sono il cuore pulsante della città. Entrambi hanno una famiglia (famiglia per la quale il vecchio re arriverà ad inginocchiarsi davanti ad Achille in una delle scene forse meglio riuscite del film), ma la loro vera famiglia sembra ***** tutta, in un completo abbandono nei confronti della propria patria.

Questo stravolgimento della messa a fuoco nei confronti della guerra per il controllo dell'Egeo e per l'amore di Elena (la Kruger) per il principe Paride (Bloom) è sicuramente funzionale alla messa in scena di un'opera così complessa come quella omerica. D'altra parte ne svilisce la potenza e la maestosità. La guerra dura quattro (!!!!!!) giorni, contro dieci anni, e l'andamento del film segue quello dei classici del genere: a grande battaglia segue la notte, dove si sviluppano amori, intrighi, passioni. Tutto così diventa prevedibile (ci si sorprende perfino a dirsi in anticipo eesattamente alcune battute), perde di ariosità e di potenza.

Senza contare poi alcune aberrazioni che fanno inorridire. La chiamata alla guerra di Achille da parte di Ulisse avviene mentre il mirmidone si sta allenando con Patroclo sulle rovine di un tempio greco! Per non citare varie inesattezze sulla morte di personaggi quali Menelao, Aiace, lo stesso Agamennone e Priamo. La scena della morte di quest'ultimo, nonostante sia inesatta, è tuttavia una delle poche che a livello simbolico riesce a bucare lo schermo, mettendo a confronto i due re in modo convincente.

Il cast comunque regge bene la trama, con un'azzeccatissimo Bana nei panni di Ettore e uno splendido O'Toole (irripitibile la sua espressione alla vista dell'esercito acheo). Anche Pitt, nonostante le perplessità iniziali, veste bene i panni di Achille, connotandosi forse come il personaggio più completo e caleidoscopico del film.

Ovviamente, anche in funzione di questa globale accellerazione delle vicende rispetto l'opera originale, il film punta molto alle grandi scene d'azione. Molto ben realizzata a livello visivo è la battaglia sulla piana di *****, che rappresenta uno dei picchi emozionali del film. Tutto però è viziato da questa corsa contro il tempo, contro tempi filmici che non consentono più di tanto, e contro una sceneggiatura (Benioff) scritta molto male. C'è quasi una fretta di sbarazzarsi del primo eroe per passare al prossimo, in un rincorrersi che fa perdere di slancio la storia, non permettendoti di affezionarti a nessun personaggio, a nessuna scena, a nessuna situazione.

Anche la regia si adegua e si fa piatta. Campi e controcampi tradizionali, panoramiche a volo d'uccello in digitale. Solo ad un certo punto abbiamo, perla rara del film, una soggettiva di Paride molto suggestiva.

Un tipico prodotto della cultura hoollywoodiana del kolossal storico, che però manca di cuore. Scott amava il suo Gladiatore, Petersen ama i suoi tecnici del digitale.


frine  03/10/2005 01:12:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un bel commento, ma attenzione: Achille e Patroclo si esercitano fra le rovine di un antichissimo menhir. Niente templi greci, niente anacronismi.




cash  07/06/2004 11:10:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vergogna, tante volgarità per un film di tal fattura. Torna, e subito che si deve far censurare.
sciafah  21/06/2004 09:43:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento troppo lungo..... non rimane spazio per rispondere...
sciafah  24/06/2004 15:31:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Però bello.