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BEHIND THE MASK - LA STORIA DI UN SERIAL KILLER regia di Scott Glosserman

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Jolly Roger     2 / 10  24/05/2015 13:49:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Baracconata senza se e senza ma.
Senza senso e senza giustificazioni.
Potrebbe magari strapparti qualche ristata, ma prima di farlo ti brucia il cervello facendoti perdere la capacità di ridere.

L'idea è quella di un tizio, tale Leslie Mancusi, che vuole intraprendere la "carriera" del Serial Killer, impersonando una nuova icona slasher-horror, come i vari Jason Voorhees, Michael Myers o Freddy Krueger. Una troupe di giovani giornalisti è entrata in contatto con lui e vuole fare un documentario sulla sua vita: interviste a lui e ai suoi conoscenti per capirne il passato, comprenderne le motivazioni e - infine - seguirne passo passo il primo vero crimine della carriera, ovvero il massacro ai danni di un gruppetto di giovincelli che sono in procinto di farsi una festicciola in una casa di campagna.
Peraltro, l'idea del mockumentary dedicato ad un assassino seriale è presa da un famoso e premiato film del 1992, "Il Cameraman e l'Assassino", film che poteva vantare una certa serietà ed onestà intellettuale perché perlomeno tentava, indipendentemente dal riuscirci poi effettivamente, di attenersi ad una situazione con elementi di verosimiglianza e quindi di credibilità.
Qui invece nulla di tutto ciò, fin dall'inizio: basti pensare che Jason, Myears e Krueger vengono descritti non come icone del cinema horror, bensì come serial killers esistenti REALMENTE!!
L'aspirante killer, questo tale Mancusi, è un ragazzo piacente ed estroverso, che potremmo definire addirittura simpatico e con una parlantina mica male (anzi, decisamente prolisso). Peccato che durante le interviste egli parli ala troupe del proprio passato, rivelando di ESSERE MORTO all'età di 12 anni. Sì, è stato legato dai paesani del villaggio e buttato giù in una cascata. Ma mentre racconta di essere morto, la troupe non batte ciglio, anzi, gli chiede maggiori spiegazioni su come è morto e sul perché i paesani lo abbiano ucciso… E' in quel preciso momento che mi si è bruciato un fusibile nel cervello e ho smesso di capire le cose in senso lato: non è infatti spiegabile come faccia una persona viva a raccontare di essere morto ad altre persone vive, le quali non sono per niente stupite da ciò ma a cui persino dispiace che il loro interlocutore - che è VIVO e vegeto davanti a loro - sia in realtà MORTO ben quindici anni prima.
E' inspiegabile che una troupe segua un cretino che è convinto di essere morto, che peraltro ha il preciso e non celato intento di massacrare un gruppo di teenagers. Perché? Davvero credono che vinceranno il Premio Pulitzer anziché finire in galera per omissione di soccorso e concorso in omicidio?
Tutto è inspiegabile qui, persino l'intento degli autori del film:cosa volevano fare? Una commedia horror? Un film grottesco?
L'intento sembra quello di girare uno slasher che faccia una disanima dei principali cliché di questo genere, trattandoli con tono scientifico ed insieme canzonatorio: il gruppetto di ragazzi che si sparigliano anziché restar uniti, quelli che fanno sesso sono i primi a lasciarsi le penne, il classico episodio violento nel passato del killer di cui egli vuole vendicarsi, la maschera, le armi da taglio (in particolare l'ascia ed il suo significato freudiano che sarebbe quello di un fallo), l'antagonista "buono" che deve per forza equilibrare l'icona killer, la final girl, il classico fienile, l'intercedere del killer che deve dar l'impressione di camminare (ma nel contempo dev'essere veloce come chi corre!), i cadaveri distribuiti in modo tale che sbuchino fuori tutti alla fine, eccetera…
Intento pregevole, lo stesso di un altro film giustamente più famoso, ovvero "Quella Casa Nel Bosco" del 2012, film di ben altra caratura.
Bihind the Mask è invece tutto sbagliato - ci sono horror che si basano su idee molto originali, ma la cui realizzazione soffre di evidenti problemi di budget e recitazione; questo è uno dei rari casi in cui è il contrario, la realizzazione è buona e gli attori sono in parte, ma l'idea è sgraziata e goffa.
L'avevo visto due anni fa, mi ero astenuto dal commentarlo perché il mio 2 contrastava molto con la media.
Rivisto ieri, confermo il mio 2.