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SOGNI E DELITTI regia di Woody Allen

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  16/09/2008 15:14:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terza fatica “londinese” per Woody Allen e terza pellicola che non raggiunge livelli particolarmente degni di nota.Tralasciando l’insipido e noioso “Scoop”, appare doveroso accostare questa pellicola a ”Match point”,indiscussa novità all’interno della filmografia del regista newyorkese,un cambio di rotta che fece a suo tempo presagire l'esplorazione di altri temi che fossero l’antitesi delle commedie cui Allen ci aveva abituato.”Sogni e delitti”appare come la prosecuzione di questo progetto,un thriller molto pessimista atto a scavare all’interno della natura umana,cercando di capire fin dove questa si possa spingere rinnegando l'etica di base ed i propri valori pur di raggiungere il benessere ed un’esistenza agiata.
Purtroppo il film non mi ha convinto molto,la prima parte si snoda in maniera efficace ma dopo la sequenza dell’incontro nel parco tra i due fratelli squattrinati e lo zio a sua volta in difficoltà il film perde colpi,tramutandosi in un esercizio meccanico ed anche moralmente banale.
Il confronto tra i due personaggi principali pur essendo bene approfondito appare a tratti eccessivamente reiterato,facendo risultare troppo maniacale il voler sottolineare il cinismo di uno e i sensi di colpa dell’altro.”Sogni e delitti” è un film ben realizzato tecnicamente,ma che si perde nell’insistenza di alcune situazioni pur proponendo al tempo stesso delle sequenze riuscite.Da sottolineare la buona prova degli attori che non basta a soprassedere sull’evidente mancanza di un’idea da analizzarsi in maniera più credibile, anziché continuare a proporla in diverse salse girando intorno all’argomento quando questi,come il pensiero del regista,è già chiarissimo a metà del film.Allen si salva grazie all’esperienza ed alla confezione curata,ma i fasti del passato sono lontani,la sensazione è che dietro la mdp ci sia un autore dalle indiscutibili capacità che al tempo stesso stia ancora prendendo confidenza con un genere che non gli è per nulla famigliare.