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ATTENZIONE ALLA PUTTANA SANTA! regia di Rainer Werner Fassbinder

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amterme63     6½ / 10  30/09/2012 23:07:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un film inseparabile dall'epoca in cui fu girato (inizi anni '70). In qualche maniera ne è un po' lo specchio. Prima di tutto per quello che ci fa vedere (abiti, comportamenti, idee tipiche dell'epoca), poi per il linguaggio (molto franco e disinibito) e infine per l'atmosfera anarchica che si respira.
Lo scopo del film è proprio quello di esaminare con occhio distaccato come funziona, si svolge una convivenza in comune fra le persone. Inoltre è una disamina del difficile rapporto fra arte e società (i soldi) e personalità umana (la difficoltà di accordare e disciplinare più volontà, ognuna con la propria dignità e la sua importanza). Infine è una metafora dei rapporti di potere-ribellione che si instaurano (spontaneamente o meno) nei rapporti interpersonali, in basso come in alto.
In pratica lo si può considerare una via di mezzo fra "8 e mezzo" di Fellini, "Nashville" di Altman e "Prova di orchestra" sempre di Fellini. Lo stile di Fassbinder però è più ruvido e sperimentale. L'impianto è teatrale (si svolge quasi claustrofobicamente in un hotel di Sorrento), la narrazione spezzettata e in pratica assente. Sono continui flash e passaggi da un personaggio all'altro, ognuno visto con distacco e critica, in pratica non esistono personaggi-modello. Emerge comunque una figura dominante (che è quella di Jeff), che rappresenta un po' il ruolo del regista-artista-demiurgo-dominus, ma anche lui è più rappresentato come un'esistenza imperfetta e sofferente che come una persona in cui potersi agevolmente identificare. Nel finale la forma si fa quasi sperimentale e avanguardistica con la perdita dell'unità di tempo e dell'unità di azione.
Un senso quindi non va cercato, occorre solo rendersi conto che non c'è senso o ordine, eppure nonostante tutto la vita si svolge, il miracolo artistico si compie, in qualche maniera (pur nell'imperfezione generale) si va avanti. Anche in questo (la prevalenza quasi assoluta dell'imperfezione e della varietà caotica) il film è tipicissimo degli anni '70.
Oltre i meriti di documentazione dello spirito di un'epoca però non si va. E' un film ostico e che mette a dura prova l'attenzione dello spettatore (è facile provare noia). Si fa apprezzare però per una bella fotografia e per un'ottima ricerca del movimento di macchina e della posizione della mdp nel modellare le scene.
L'arte di Fassbinder non è certo acqua.