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UN ANNO CON TREDICI LUNE regia di Rainer Werner Fassbinder

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elio91     8 / 10  11/01/2014 19:32:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'epilogo sarà anche scontato, ma "Un anno con tredici lune" è (a partire dal bellissimo titolo) un vero sconvolgimento emotivo. E badate bene, Fassbinder in quest'opera risulta molto più delicato e sensibile che in precedenza, meno cinico, in rapporto alla crudeltà della società de "Il diritto del più forte", ad esempio.
Non che non sia un film doloroso, questo. Scritto e diretto in fretta e furia, nato da un'esigenza artistica e sentimentale per esorcizzare, comprendere o analizzare alla meglio il dolore provocato dal suicidio del suo compagno, "Un anno con tredici lune" è un altro importante tassello nell'estesa filmografia fassbinderiana, nonché un altro passo in avanti per quanto riguarda la maturità della stessa.
Scene a fortissimo impatto emotivo non mancano, ciò che impressiona è come stavolta l'autore tedesco sia riuscito a renderle scioccanti con la dissonanza tra ciò che ci viene mostrato e al contempo quello che viene narrato, o dialogato, o monologato per bocca dei protagonisti: la sequenza del macello è da manuale in tal senso, ma citerei anche quella molto più "digeribile" eppure trascinante che riguarda il lungo monologo della suora che ricorda l'infanzia di Elvira.
Ed è proprio Elvira, uno strepitoso Volker Spengler, che magnetizza l'attenzione del film e diviene uno dei migliori personaggi partoriti dalla mente di Fassbinder. Realistico, poco macchietta, dolce e sensibile, troppo, ella è una delle innumerevoli vittime della società cosi tante volte mostrate dall'autore tedesco. Ciononostante Fassbinder fa partire il film con scene di una certa violenza fisica e psicologica e lo continua in una strana atmosfera grottesca, per nulla rispettosa delle aspettative che mi ero fatto (difatti mi aspettavo una pellicola violentissima e disturbante), quando in realtà c'è il tempo anche per strani balletti dall'effetto grottesco/comico, e sprazzi di larga comprensione da parte di alcuni personaggi verso Elvira. Ma in un anno con tredici lune ci vuole qualcosa in più della comprensione accondiscendente. E Fassbinder con quest'opera, stranamente una delle sue più delicate e "sensibili" verso il suo personaggio, pare lamentarsi con i guaiti di un lupo ferito dalle avversità della vita, divorato dai sensi di colpa. Non basta il definitivo gesto della suora nel finale ad esorcizzare lo spettro di parole che vagano e il disco incagliato che ripete sempre la stessa nenia monotona. Esperimento che sfasa la realtà, ripreso da David Lynch in uno dei momenti più belli e terrificanti di Twin Peaks, ma sul fatto che abbia visto il film di Fassbinder non ci metterei la mano sul fuoco.