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BATMAN & ROBIN regia di Joel Schumacher

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Dom Cobb     4 / 10  06/09/2016 18:21:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questa volta, la coppia Batman e Robin deve vedersela con il pazzoide Mr Freeze, che ha intenzione di congelare l'intera città per ricattarla, in modo da ottenere i soldi per finire le ricerche sulla cura di un morbo che affligge sua moglie ibernata; all'uomo del ghiaccio si aggiunge la velenosa Poison Ivy, che ha scopi del tutto opposti, cioè popolare la terra di una nuova specie di piante mutanti...
Chiudiamo in gloria il mio excursus sui vecchi Batman con quello che è considerato da molti (anzi, perché trattenersi, diciamo pure da tutti) l'attentato al genere cinecomic che più di tutti gli altri è andato vicino a raggiungere il suo scopo: se non fosse stato per Blade, uscito l'anno seguente, nessuno avrebbe più immaginato possibile produrre un film del genere che potesse essere serio e avere personaggi con un minimo di sviluppo.
Al timone di questo capolavoro del trash più o meno volontario è ancora una volta il povero Joel Schumacher, che qui si trova completamente alla mercé delle voglie assurde e bambinesche dei produttori e del reparto pubblicitario e sforna una cosa che è, bene o male, una serie di sequenze una più rumorosa, costosa e rocambolesca dell'altra: fin dall'inizio, lo spettatore rimane prigioniero di una Gotham City, se possibile, ancora più elaborata, improbabile e Gilliamiana dell'ultima volta, fra design ipergotici e architetture di fronte alla quale perfino il miglior espressionismo tedesco proverebbe vergogna,


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effetti speciali più pirotecnici di uno spettacolo di Capodanno e i fuochi artificiali del quattro luglio messi insieme, e una festa di luci, colori e soprattutto rumori da far impallidire un'orgia in discoteca. Per non parlare di bat-costumi che cambiano ad ogni occasione insieme ai mezzi di trasporto, patetica scusa per infilare quanti più giocattoli possibile nel merchandising e atmosfere cartoonesche spinte fino ai limiti del sopportabile, sottolineate da interpretazioni a dir poco stralunate da parte dei personaggi secondari.


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Ma a fare la parte del leone è lei, la cara vecchia sceneggiatura, fonte inesauribile di trashume al livello dei peggiori Castellano e Pipolo, roba da Attila il fratello di Dio, per intenderci. Se le risate non vi vengono ad ogni singola... freddura... di Mr Freeze o a ogni doppio senso elargito da Uma Thurman non vi biasimo, qui c'è più da piangere che da ridere. Ma non potete negare che il modo in cui ci si piega davanti all'altare della pubblicità e della manipolazione commerciale fine a sé stessa produca risultati a dir poco adorabili nella loro bizzarria. E gli attori... che bisogno c'è di parlare di interpretazioni, visto che tutte loro, per sopra le righe che siano, scompaiono fra tutti i costumi, scenografie ed effetti speciali vari, e restano degli attori soltanto pallidi fantasmi, automi che sono sul set e concentrati sulle battute solo a livello corporeo: con la mente stanno tutti pensando al modo migliore per riprendersi dal crollo della loro reputazione seguito alla distribuzione del film.
Difficilmente si può dare la colpa a uno dei tanti nomi che si leggono sullo schermo nei titoli di testa; di certo non a Schumacher, che ormai da quasi vent'anni porta sulle spalle l'onta delle azioni altrui e si è sgolato per scusarsi di ciò che ha portato sullo schermo. D'altra parte, non credo sia necessario perdere tempo ad arrabbiarsi per un semplice film, per brutto o malfatto che sia (e qui, mi spiace ammetterlo, a livello tecnico non è veramente il caso: nonostante i difetti da me elencati, è un film girato e realizzato con competenza). Se una cosa non ci piace, possiamo anche fingere che non esista; io l'ho fatto, e sono sicuro che, non appena avrò finito di scrivere, mi sentirò subito meglio.
Un'ultima nota: per chi fosse di umore misericordioso, vada a guardarsi Il Cliente o Tigerland per vedere di cosa Schumacher sia davvero capace.