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LA FINESTRA SOCCHIUSA regia di Ted Tetzlaff

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walkabout     7½ / 10  08/08/2011 03:04:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da una storia di Woolrich, la mente dietro il soggetto del fondamentale Rear Window. Se lì si tratterà di un omicidio fuori scena e in prima facie solamente sospettato, qui il delitto si consuma, in pochi secondi e senza preavviso, di fronte agli occhi del giovane protagonista - l'ottimo Bobby Driscoll, che vinse un Juvenile Award l'anno dopo l'uscita del film. E se lì il voyerismo maniacale di Stewart si fa metafora del cinema, qui il voyerismo è solamente accidentale. I coniugi Kellerson, autori dell'omicidio, appaiono sullo shcermo introdotti dallo sguardo del piccolo Tommy, senza assumere uno spessore ulteriore per tutta la fase iniziale del film. Lo stesso movente, o l'omicidio nei dettagli, non è motivo di interesse, rivelandosi subito squallido pretesto. Quel che qui interessa è "il ragazzino che gridava al lupo al lupo", la cui fantasiosa mendacia porta i genitori - e il resto del mondo adulto, polizia compresa - a diffidare della sua testimonianza. E' il congegno indispensabile al funzionamento del film, l'incipit narrativo che scatena la lunga caccia del giovane Tommy da parte della coppia omicida. Ed è da qui in poi che Teztlaff dà il meglio di sé, nella parte in cui il disegno dei personaggi e la struttura narrativa lasciano spazio alla pura suspense. Impreziosita dalla fotografia di Steiner, la messa in scena di Teztlaff sfoggia un invidiabile senso dello spazio (negli ambienti metropolitani come in quelli domestici) e una perizia tecnica di sicuro impatto

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In definitivia, un oggetto di sicuro interesse, e l'ennesimo gioiellino RKO da recuperare.