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L'ASSASSINIO DI UN ALLIBRATORE CINESE regia di John Cassavetes

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Angel Heart     4 / 10  27/04/2018 19:19:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
COMMENTO RIFERITO ALLA VERSIONE DIRECTOR'S CUT DELLA DURATA DI 132 MINUTI

Storia su carta molto interessante fatta a pezzi da una struttura narrativa distaccata e totalmente inadeguata al potenziale del soggetto principale, trattato con sorprendente linerità e superficialità; lo stile visuale di Cassavetes, che trasuda indipendente autoriale da ogni poro (affascinante, ma un impianto classico sarebbe stato decisamente più efficace), induce costantemente lo spettatore nell'interrogarsi (senza risposte) sul perchè di determinate scelte registiche (come inquadrare un qualcuno o un qualcosa di inutile o di intralcio mentre l'azione si svolge attorno o fuori campo, o passare da un volto all'altro senza alcun - apparentemente - criterio, oppure muovere di colpo l'obbiettivo su una bocca che parla lasciando fuori il resto del viso) al punto da indurlo a spazientirsi già nel giro di pochi minuti dall'inizio, quando ci si accorge che il film intanto non sta per niente ingranando e sembra girare completamente a vuoto attorno alla sostanza.
Ma questo è il minimo, in quanto il problema principale del film non risiede tanto nel soggetto mal trattato o nella qualità tecnica spesso e volentieri discutibile, quanto nella sua allarmante, tremenda, inutilissima lentezza, una lentezza a 360 gradi che annienta tutto quello che di buono il film poteva aver offerto fino ad allora (il contesto e tante belle aspettative) e che avrebbe sicuramente potuto offrire se si fosse perlomeno focalizzato sugli eventi e svolgimenti che dovrebbero muovere la storia e decretare il destino, in parte autodistruttivo, del suo protagonista:
lento, maledettamente lento, lento nel ritmo, lento nello svolgimento, lento nella tensione, lento nella drammaticità, lento nell'impostazione delle singole scene, lento nella direzione degli attori, lento negli scambi di battute, lento nel soffermarsi in dettagli superflui, lento nell'arrivare al sodo, lento quando arriva al sodo, lento pure nell'epilogo; non c'è niente che possa scrollare questo insostenibile sovraccarico di lentezza dalle spalle dello spettatore, soprattutto quando questi si rende conto, arrivato a fine visione con fatica imopssibile da quantificare, che facendo un riassunto mentale al netto di materiale inutile il film poteva durare una mezz'ora scarsa con risultati decisamente più concreti nonchè soddisfacenti.
Ben Gazzara poi sarà un attore formidabile e capace quanto volete come recitazione e linguaggio del corpo, ma a livello personale non riesco mai ad entrare in empatia con lui nè esteticamente nè come espressività, mai una volta che riesca a trasmettermi le emozioni o gli stati d'animo o l'introspezione adeguata dei personaggi che interpreta, e neanche in questo caso ha fatto eccezione; l'ironia vuole che lo stesso Gazzara avesse odiato il cut del regista, definendolo "troppo lungo"; per quanto mi riguarda definirlo semplicemente "troppo lungo" è limitativo, quasi un complimento, ad ogni modo quale occasione migliore per concordare con il pensiero dell'attore protagonista, che tra l'altro manco mi è piaciuto?

Difficile non inorridire davanti alla bruttezza artistica; questo non è sicuramente un film brutto, ma la noia e l'inutilità che arrecano sono di quelle rare a trovarsi. E per me, neanche il film più brutto al mondo può essere peggiore di un film inutile.

Uno spreco di tempo, di energie, e di pazienza.
Gli concedo il beneficio del dubbio (che fugherò come minimo tra dieci anni) solo perchè questa volta potrei aver scelto, involontariamente, la versione sbagliata da visionare.