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AMERICAN GANGSTER regia di Ridley Scott

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Spotify     8½ / 10  17/03/2017 22:28:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attenzione commento spoileroso!!!

Filmone epocale di Ridley Scott, il quale finalmente riesce a tornare in auge dopo gli ultimi lavori non ben accolti dalla critica. Sulla pellicola in questione, il regista di South Shields si ricorda di essere un grande del cinema e di conseguenza sforna un'opera maestosa, imponente, di 160 minuti (io ho visto quella di 175), i quali però, scorrono ad una velocità supersonica.
"American Gangster" si presenta quasi come un fim-omaggio ai grandi gangster movie degli anni 70-80-90. Sono evidenti in particolare, le influenze "scorsesiane".
La trama, basata su una storia vera, vede come protagonisti Frank Lucas e Richie Roberts ed è ambientata nella Harlem di fine anni 60. Frank, criminale afroamericano, alla morte del suo mentore, mette in piedi un gigantesco impero malavitoso grazie allo spaccio di ingenti quantità di droga importate dal sud est asiatico. Per diverso tempo, Lucas è il re indiscusso di Harlem, facendosi notare anche per le sue, tutto sommato, buone maniere nei confronti dei neri. Successivamente però, sulle tracce di Frank, si mette Richie, un detective dalla complicata situazione familiare ma onestissimo sul lavoro. Roberts, insieme, alla sua squadra, tenterà di far crollare, ciò che Lucas è riuscito a costruire.
Scott, riesce, su una trama che di suo non ha moltissimo da dire, a costruire delle solidissime basi narrative, le quali poi, sostengono l'intero film. Infatti il regista, nella narrazione, procede per gradi: dapprima ci presenta Frank Lucas, chi è, chi frequenta, il suo modo di pensare ecc... Poi è il turno di Richie Roberts, ci viene mostrata la sua situazione familiare, quella lavorativa e via dicendo. Successivamente abbiamo tutta la parte (lunghissima) riguardante Lucas e la composizione del suo regno. Poi, c'è Richie che si mette sulle traccie di Lucas, scoprendo l'immenso "monumento criminale" che l'afroamericano è riuscito a costruire. Infine il duello tra i due.
A prima vista potrebbe sembrare una composizione narrativa come tante altre, ma fidatevi, è attraverso l'esperienza visiva che lo spettatore coglie la perfezione del lavoro di Ridley Scott. Le parole in questi casi servono veramente a poco.
Ad ogni modo, i frutti, o meglio, il frutto, di questo imponente plot, è il ritmo: quasi 3 ore che volano via, anzi, l'astante vorrebbe che il film non finisse mai! Ad ogni scena, sequenza o situazione che sia, succede qualcosa. Il puzzle della pellicola viene modificato di continuo. Inutile dire che ad ogni avvenimento, l'adrenalina sale sempre di più.
Non manca nemmeno la suspance, diverse scene offrono un alto livello di tensione


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Altre sequenze invece sono girate in maniera divina, vedi ad esempio l'irruzione di Richie e la sua squadra. nel posto dove si produce la droga. Una scena molto frenetica, ma allo stesso tempo, lascia a bocca aperta per come è concepita, si nota la mano del regista esperto, il quale sa cosa deve fare e come lo deve fare. Ma anche passaggi più tranquilli come le varie feste e ricevimenti organizzati da Frank, sono estremamente ammalianti per l'elegantissima, e piena di dettagli, messa in scena. In tali situazioni, viene alla ribalta quell'atmosfera particolare che era propria dei grandi gangster movie di Scorsese come "Quei Bravi Ragazzi" e "Casinò".
Direzione degli attori spettacolare. I personaggi sono caratterizzati nella maniera più minuziosa possibile, Scott ci fa entrare nelle loro rispettive vite, riuscendo ad non essere mai frettoloso. Il director tratteggia ogni lineamento della coppia di protagonisti, allo scopo, dal mio punto di vista, di creare due caratteri opposti ma che inevitabilmente si attraggono. Sicuramente Frank Lucas rapisce l'astante con la sua ferrea personalità, però anche Richie Roberts fa la sua figura grazie alla sua natura, si seria, ma a tratti parecchio effervescente e simpatica.
Il finale è forse un po' sbrigativo, mi aspettavo qualche ingarbugliamento in più, invece si ha la sensazione che il tutto si concluda in modo semplicistico. Tuttavia, bisogna ricordare che la vicenda trattata nel film, è basata sulla verità, quindi, può essere che Scott e compagnia non si siano voluti dilungare troppo su dettagli burocratici e abbiano voluto concludere l'opera in maniera essenziale, ma efficace. Perché in fin dei conti, l'epilogo lascia lo stesso soddisfatti e tecnicamente è fatto benissimo


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La scenografia è splendida. Viene ricostruita in maniera eccelsa l'Harlem degli anni 60, con tutti i sui clichè, le sue caratteristiche, lo stile di vita degli afroamericani, i quali dominavano incontrastati in quel quartiere della "Grande Mela". Le macchine, i palazzi, le case, le strade, tutto è meravigliosamente valorizzato dal director, il quale ottiene una ambientazione più che unica, la quale sprigiona un clima altrettanto unico. Da segnalare anche l'originalità della location.
La fotografia si sposa alla grande con l'ambientazione. Le tinte marroncine richiamano moltissimo l'aura sessantiana.
Bella anche la colonna sonora, sempre molto sixties e che contribuisce parecchio alla creazione dell'atmosfera. Usata con sapienza da Scott.
Il cast è mostruoso: Denzel Washington in una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Riesce ad esprimere una versatilità impressionante. Infatti, se per gran parte del film, l'attore dimostra tuttavia di essere un criminale piuttosto garbato, è soggetto comunque a forti scatti di violenza. E ciò avviene con una naturalezza fuori dal comune. Poi la caratterizzazione è di quelle uniche. Washington riesce ad imprimere in Frank Lucas tutta la sua eleganza e risultati finali si sono visti eccome. Interpretazione dei dialoghi clamorosa, davvero splendida e riguardo le espressioni... beh, che ne parliamo a fare. Un attore fantastico. Assurda la non candidatura agli oscar 2008.
Ottima prova anche di Russell Crowe, il quale probabilmente è oscurato dalla strepitosa performance di Denzel Washington, ma nonostante ciò, l'attore neozelandese da prova del suo grande carisma, dando un impronta particolare al suo personaggio. Anche Crowe dimostra un'esemplare versatilità, la quale si rivela importantissima nell'economia della pellicola. Esplicazione dei dialoghi buona ed espressioni riuscite.
Insomma, Scott ci ha visto bene ed ha ottenuto il meglio che poteva da due dei migliori attori degli ultimi 20 anni.
La sceneggiatura è ben fatta, con solide fondamenta. C'è da dire che non è uno screenplay dai grandi colpi di scena o dalle situazioni intricate, ma più che altro racconta l'ascesa e la caduta di un impero criminale. C'è da sottolineare però, una ferrea linearità, l'eccezionale tratteggiatura dei protagonisti e i dialoghi. Questi ultimi sono certamente la cosa migliore della sceneggiatura, per via della loro scorrevolezza. Di ciò ne dona l'impianto narrativo che assume ancora più fluidità.
Scott con questo film, oltre a voler stupire tecnicamente, si è preoccupato anche del contesto storico. Il director infatti, attraverso questo suo lavoro, ha voluto ritrarre l'America di fine anni 60 - primi anni 70. Ovviamente, le attenzioni del regista si sono concentrate sulla Harlem sessantiana. Scott ci mostra questo quartiere di New York in tutta la sua interezza, mostrandoci sia il lato più benestante, sia quello più disagiato. A conti fatti, il regista ha voluto fare una raffigurazione dell'integrazione dei neri in America. Non mancano naturalmente i riferimenti al razzismo.
Scott si concentra pure sulla guerra del Vietnam, la quale alla fine dei sixties, era nel pieno. Il director mostra come questa guerra era continuamente in TV, come era seguita in maniera quasi ossessiva dalle persone. Un conflitto tanto crudele quanto inutile.

Conclusione: secondo me qui stiamo parlando di un capolavoro e di uno dei più bei film degli anni 2000. Un'opera potentissima, che da lo sguardo su tantissime tematiche. Recitato da dio, girato magistralmente. Basta, non servono più parole, questo è un film che va vissuto. Da vedere ad ogni costo!