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BLACK SNAKE MOAN regia di Craig Brewer

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Noodles_     7½ / 10  01/03/2011 12:27:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sorprendente è davvero l'aggettivo giusto per questo film. L'ho approcciato con una certa freddezza, non essendo un genere che sulla carta mi facesse particolarmente impazzire, incuriosito più che altro dai voti alti. E devo dire che, complice anche la locandina, che evoca tamarrate alla Rodriguez/Trejo, mi aspettavo tutt'altra cosa. Invece mi sono gustato un film delicato, profondo, divertente ed emozionante. Tra l'altro ha anche il merito di trattare il tema della ninfomania (che spesso nel sexually-oriented immaginario maschile assume una connotazione di gioiosa attrattività) in un modo che induce a riflettere, portando alla luce lo squallore e i problemi che ne sono causa. E siccome avere quella biscietta supersexy sempre pronta a saltarti addosso incatenata al termosifone potrebbe essere il sogno segreto del lato oscuro di molti di noi, è proprio qui che colpisce l'integrità morale del protagonista, il suo senso del rispetto (tra l'altro nella traduzione le da del lei per tutto il film!), e l'impegno che ci mette per portarla verso la "redenzione".
Il tutto contornato dalle torride atmosfere "sudiste": il caldo, i vestiti sudati, i campi coltivati, e sicuramente non per ultima, la musica blues.

"Adesso sparami… o levati dai còglioni."
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  15/04/2011 19:26:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gran commento. Non mi capacito di come questa perla sia rimasta fuori dai circuiti cinematografici, risultando alla fine in un totale flop. Probabilmente la causa è da ricercare proprio in un errore di promozione, che ha puntato troppo sul trend Tarantiniano, che invece non c'entrava nulla; fallito poi Grindhouse, s'è trascinato dietro anche questo. Peccato davvero, perché Black Snake Moan è un film che meritava davvero di essere visto.
Noodles_  16/04/2011 18:35:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! Sono d'accordo sui motivi che esponi, ai quali aggiungerei anche l’inusuale tematica della ninfomania, trattata in modo appunto serio e spiazzante, e soprattutto una difficile classificazione come genere (drammatico? commedia? grottesco?) che probabilmente ne avrebbe resa difficile l'accettazione (e l'elaborazione) da parte del grande pubblico... Vorrei sbagliarmi, ma penso che l'alta possibilità di flop nelle nostre sale abbia indotto a non voler correre il rischio.